Milano / Malpensa
La domenica 'in rosa' del Giro
Una bellissima festa itinerante, che domenica scorsa ha coinvolto anche il territorio del magentino: questo è stato il 98esimo Giro d'Italia, che ha visto ancora una volta trionfare lo scalatore spagnolo Alberto Contador, che si è aggiudicato il titolo per la terza volta (anche se quello del 2011 gli è stato successivamente revocato per un doping mai rintracciato nel corso di quella stessa edizione del Giro). Un percorso davvero bellissimo, che si è snodato per Alpi ed Appennini da San Lorenzo a Mare, in Liguria, fino alla Milano di Expo 2015. E per la 21esima e ultima tappa di domenica 31 maggio, partita da Torino e arrivata in Corso Sempione, la Corsa Rosa ha voluto omaggiare anche la vicinissima Novara, Trecate, per poi proseguire lungo la strada provinciale fino a Magenta, dove i più fortunati tra le numerose persone accorse hanno potuto aggiudicarsi le mantelle anti-pioggia lanciate al pubblico dai corridori, e godersi gli atleti in tutta calma (media della corsa 36 km/h fino all'ingresso nel circuito di Milano: se la sono presa comoda e hanno festeggiato la fine della competizione). Da lì il Giro, passando per Corbetta e Bareggio, è arrivato alle porte di Expo, per poi immettersi in un circuito cittadino percorso ben sette volte, ai piedi dell'Arco della Pace, che doveva essere concluso da una volata e invece ha portato il segno dell'ex ciclista su pista Iljo Keisse, che ha preso la conclusione della tappa come una prova di short track. Sul podio di questo Giro d'Italia, oltre ad Alberto Contador, due corridori dell'Astana, squadra kazaka di Vincenzo Nibali (che seguiremo tutti con grandi aspettative al Tour de France del prossimo luglio), che si è aggiudicata anche la competizione a squadre. Fabio Aru, secondo posto e Maglia Bianca di miglior giovane della competizione, è stato una grande soddisfazione nonostante, diciamocelo, questo Giro l'abbia perso lui a cronometro, sul Mortirolo e poi nella tappa di Verbania, senza nulla togliere a Contador. Sul terzo gradino Mikel Landa, gregario di valore che per qualche giorno ha giocato a fare il leader, ma che poi è saputo tornare a sacrificarsi per il suo compagno di squadra. Italiane anche la Maglia Azzurra di miglior scalatore, andata a Giovanni Visconti, e la Maglia Rossa di leader della classifica a punti, di Giacomo Nizzolo. E poi sì che è iniziata la vera festa: quella di corridori che non disdegnano foto e autografi ai tifosi, che non si fanno pregare, che si lasciano consolare dalla folla o festeggiare in caso di vittoria. E così vedi Rigoberto Uran, piccolino tra due ali di fan che vogliono fotografarlo e che gli dicono di non preoccuparsi del magro risultato, che è stato sfortunato e l'anno prossimo andrà meglio. O vedi Luca Paolini, con la barba lunga, stanco, che chiacchiera con i fan e non si è ancora neanche fatto la doccia. Perfino il burbero Contador, che afferma di pensare già alla preparazione del Tour, si lascia scappare un sorriso. E a nulla valgono le polemiche su quella cronometro troppo lunga che ha fatto perdere il Giro ad Aru, sull'arrivo a Milano lungo un vialone anonimo con l'Arco della Pace che a momenti neanche si nota, troppo lontano, e sul mancato arrivo a Roma in tutti questi anni e sulle infrastrutture italiane decisamente manchevoli: oggi è la festa del ciclismo e anche i vinti sono felici. Nonostante tutto.
(FOTO DI ALESSANDRO CHIODINI)
Sport - Giro d'Italia 2015
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