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sabato 23 novembre 2024 | ore 10:42

'I mestieri perduti di Milano'

Eventi - 'I mestieri perduti di Milano', el materazee

Dal 3 al 21 dicembre al Bond di Milano (via P. Paoli, 2 - Naviglio Grande) sarà esposto il progetto pittorico 'Mestee - i mestieri perduti di Milano' di Federico Borra. “Mestee – I Mestieri perduti di Milano” è il titolo di una mostra, curata da Maria Teresa Briotti, che rende omaggio ai mestieri di una volta della città di Milano, ormai estinti. Attraverso una navigazione bidirezionale del tempo, proiettato nello spazio pittorico, Federico Borra intende celebrare e ricordare la Milano della cultura, del lavoro e dell’operosità, e raccontare una città da sempre terra di fatica e di speranza, di cultura e di ingegno.
La mostra verrà inaugurata oggi, martedì 2 dicembre, con un vernissage al Bond di Milano (dalle ore 19.00 alle ore 23.00), con accompagnamento musicale dal vivo del gruppo ZENMAMA.
FEDERICO BORRA, grazie ad un linguaggio pittorico lineare ed efficace, riesce a dare forma ai suoi personaggi: semplici artigiani che esprimono tradizione e cultura come l'Umbrelee, el Tencin o L'ultimo Brumista, che hanno nel loro lavoro i gesti di una sapienza antica e vivono in uno spazio metafisico che è il tempo della memoria.

«Milano ha la cultura del lavoro e dell’operosità nei suoi cromosomi – racconta Federico Borra – Milano, da sempre terra di speranza e di fatica, di cultura, di ingegno. Milano artigiana e industriale, sempre all’avanguardia nel Paese, città di opportunità e del lavoro, di accoglienza e di incontro di genti. Milano dove il tempo sembra scorrere così veloce, Milano che si rinnova. Milano che deve tanto alle donne e agli uomini che con il loro lavoro l’hanno fatta così grande. Queste persone voglio incontrare in questo viaggio nello spazio pittorico, per portarle nel nostro tempo e per portare noi nel loro. Tela e colori diventano il mezzo per trovare noi stessi nelle nostre radici, per lasciarne testimonianza, per costruire un ponte verso il nostro passato e consegnarlo al futuro, nostro e di quanti abiteranno e ameranno questa terra. Ed ecco allora che si popola uno spazio senza tempo, ecco che nelle vie della città incontriamo el tèncin (il venditore di carbone), el mulìta (l’arrotino), l’ultimo brumista (il guidatore di carrozzella), el merdee (lo spurgatore dei pozzi neri), el brentador (il facchino che porta a spalla la “brenta” del vino), l’umbrelee e tanti altri… La città è appena riconoscibile, quasi smaterializzata e appare talvolta come avvolta da una sorta di nebbia del tempo. Un tempo che navighiamo in maniera bidirezionale, trasferendoci nel passato e trasportando il passato nel presente.»

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