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La rabbia dei risicoltori a Milano

Risicoltori e mondine di tutta la Lombardia, domani, occuperanno via Melchiorre Gioia. "Siamo schiacciati dalle speculazioni sull'import. Una situazione non più tollerabile".
Attualità - Risicoltori (Foto internet)

Esplode la rabbia dei risicoltori lombardi. Schiacciati dalle speculazioni sull’import di prodotto dai Paesi asiatici e piegati dai sempre più risicati margini di guadagno sono arrivati al limite. Il riso italiano è in pericolo, per questo hanno deciso di scendere in piazza. Venerdì 11 luglio, dalle 9, risicoltori e mondine provenienti da tutta la Lombardia occuperanno via Melchiorre Gioia, (nel tratto che costeggia Piazza Città di Lombardia) per gridare alle istituzioni e all’opinione pubblica la loro indignazione per una situazione non più tollerabile. Il riso italiano rischia di scomparire a causa delle speculazioni su quello asiatico, con le importazioni agevolate a dazio zero dalla Cambogia che nel 2014 hanno avuto un boom del 360% nel primo trimestre, mentre si sono moltiplicati i pericoli per la salute con il sistema di allerta rapido europeo (RASFF) che ha effettuato quasi una notifica a settimana per la presenza di pesticidi non autorizzati e assenza di certificazioni sanitarie, nel primo semestre. "Le speculazioni sull'import - spiega la Coldiretti Lombardia - stanno mettendo fuori gioco i produttori italiani. In Lombardia, gli scarsi margini di guadagno hanno già convinto molti agricoltori ad abbandonare questa coltivazione a favore di altre più redditizie. Le superfici investite continuano a diminuire e migliaia di addetti rischiano di perdere il lavoro". Dal 2010 in Lombardia hanno chiuso quasi 360 aziende, con una perdita di quasi 20 mila ettari di risaie. A soffrire maggiormente è stato il Lodigiano dove le superfici si sono praticamente dimezzate passando da 2.248,92 a 1.088,96 ettari. Nel Milanese il calo ha superato il 22% (da 14.865,81 a 11.529,26), a Mantova si è scesi da 1.529,41 a 904,5 ettari (-40,9%), mentre a Pavia si sono persi quasi 15mila ettari passando da 88.539,18 a 73.870,1 pari a un calo del 16,6%. "Non è solo un problema economico – spiega Ettore Prandini, presidente della Coldiretti Lombardia e da ieri vice presidente nazionale di Coldiretti –, ma anche sociale. Bisogna intervenire subito, se non vogliamo far chiudere un intero settore produttivo: è necessario rivedere le norme e garantire la tracciabilità del prodotto, che ora non è obbligatoria, per la tutela dei consumatori". Per questo, durante la mattinata, una delegazione della Coldiretti Lombardia guidata dal presidente Ettore Prandini incontrerà l’intera giunta Regionale, alla presenza del Governatore Roberto Maroni e dell’assessore all’Agricoltura Gianni Fava, per presentare il Dossier per dare un futuro al riso italiano. "Chiederemo una clausola di salvaguardia e una nuova regolamentazione del commercio interno – conclude Ettore Prandini -, una revisione del funzionamento delle Borse Merci e una corretta valutazione da parte del Governo sull’operatività dell’Ente Nazionale Risi". Durante la manifestazione gli agricoltori insieme alle mondine distribuiranno pacchetti di riso, ma verrà anche offerta una degustazione di risotto allo zafferano.

INTANTO, OGGI, LA COLDIRETTI HA INCONTRATO IL PREFETTO DI MILANO

Il Prefetto di Milano, Francesco Paolo Tronca, questa mattina ha ricevuto in Prefettura una delegazione della Coldiretti Lombardia, costituita dal Presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza, Alessandro Ubiali, dal Direttore della Coldiretti Lombardia, Giovanni Benedetti, e da Matteo Bernieri, in rappresentanza dei risicoltori lombardi. Il Prefetto ha preso atto della problematica dei produttori italiani di riso e si è impegnato a sottoporre immediatamente all’attenzione del Governo le proposte contenute nel dossier consegnatogli. "Siamo molto soddisfatti per la vicinanza che il signor Prefetto ha espresso nei confronti del nostro mondo, dimostrandosi molto interessato alle sorti degli agricoltori lombardi – spiega Alessandro Ubiali –. Il riso italiano, eccellenza della nostra agricoltura, rischia di scomparire a causa delle speculazioni sull’import dei Paesi asiatici, in particolare a causa di quelle agevolate a dazio zero della Cambogia, che nel 2014 hanno fatto segnare un aumento record del 360 per cento".

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