Milano / Malpensa
Juve: è festa scudetto
- 06/05/2014 - 22:41
- Fuori campo
Si chiude per 5 a 3 la sfida tra UDINESE e LIVORNO. Sconfitta che sa di retrocessione per gli ospiti, che, salvo clamorosi ribaltoni, vede spegnersi qui i sogni di permanenza in serie A. La prova, fatta di impegno e orgoglio, è però abbinata ai soliti e gravissimi svarioni difensivi, con Paulinho trascinatore per i suoi, che regge da solo l’attacco creando continui grattacapi ai friulani, e Bigianti che, per impegno, agonismo e precisione in mezzo al campo, è uno dei più positivi, ad offrire una prestazione convincente, a fronte di una squadra confusionaria e imprecisa nelle trame di gioco. Sul velluto invece l’Udinese, che disputa un gran match, con rapidi e imprevedibili scambi del duo Fernandes-Di Natale, oltre ai continui e imprevedibili inserimenti dei centrocampisti e la grande spinta sulla fascia di Gabriel Silva. Illusorio il vantaggio di Paulinho su punizione, visto che Di Natale e Badu portano i suoi sul 2 a 1, con l’attaccante brasiliano che cerca di riaprire le danze realizzando nuovamente, prima che Pereyra, Silva e Di Natale seppelliscano di gol gli ospiti. I toscani hanno un tardivo sussulto con Mesbah nel finale, con i friulani che meritano pienamente la vittoria finale.
Clamoroso quanto accaduto al Massimino, dove un grande CATANIA si impone sulla ROMA per 4 a 1. Sontuosa prova degli etnei, che si rimettono clamorosamente in corsa per la salvezza, con una scintillante prestazione di squadra, condita dalle grandi prestazioni del tridente offensivo Barrientos-Bergessio-Leto, che, con micidiali ripartenze e rapidissimi scambi, stendono la difesa giallorosa, cui risultano fatali anche i puntuali inserimenti senza palla del capitano Izco che realizza una doppietta. Dopo un pericoloso tiro di Florenzi controllato da Frison, il Catania passa, con una splendida azione di contropiede avviata da Izco che serve Leto, il quale restituisce palla per il taglio centrale dello stesso Izco che insacca con un pregevole piatto sinistro, replicando poco dopo su un altro inserimento, questa volta da destra, nelle voragini della difesa giallorossa, su assist di Bergessio, con un bel tocco di destro per il 2 a 0. La Roma subisce mancando degli uomini chiave e nella manovra offensiva (Pjanic irriconoscibile in mediana al pari dei centrali di difesa e dei terzini che non spingono quasi mai senza mai coprire), con le sole individualità di Florenzi e Totti e l’assist a centro area del primo per il capitano che insacca di destro per provare a riaprire il match sul 2 a 1. Totti prova a scuotere i suoi, offrendo una palla d’oro a Gervinho che si lascia però ipnotizzare da Frison, con gli etnei che si dimostrano però più cinici e determinati soprattutto in zona gol andando in rete con Bergessio. La Roma tenta con orgoglio con Bastos e Totti, ma pecca precisione, e poi con Barrientos che, con un chirurgico mancino nell’angolo, chiude il match sul 4 a 1 finale per la vittoria della speranza etnea.
Importante vittoria esterna del TORINO che continua la corsa Europa League, imponendosi sul campo del CHIEVO VERONA, che resta così inguaiato per la salvezza, per 1 a 0. Partita non bella, vista la posta in palio, con il Chievo chiusissimo a difesa del risultato, a provarci solo con velleitari tentativi da fuori e alcune sortite offensive in contropiede dello spento duo Thèréau-Paloschi, a fronte di un Toro attento dietro, pimpante e ordinato nel mezzo, con le individualità di El Kaddouri e Cerci a creare continui grattacapi alla difesa di casa in contropiede. Prima è El Kaddouri ad andare via in velocità, saltando mezza difesa per poi concludere troppo debolmente, poi è Cerci a provarci senza fortuna col mancino. Il Chievo si vede solo con un colpo di testa impreciso di Paloschi, a fronte del Toro che continua ad attaccare, con Agazzi bravo a respingere su un potente tiro di El Kaddouri, trovando l’1 a 0 per una sfortunata autorete di Sardo su corner battuto da Cerci. Il neo entrato Pellissier condanna i suoi con una stupida espulsione per proteste, consegnando la vittoria al Toro che da quel momento domina il Chievo sfiorando in contropiede il 2 a 0, con Immobile prima e Meggiorini poi, per la fondamentale vittoria granata.
Si chiude per 0 a 0 la sfida tra GENOA e BOLOGNA. Partita dallo scarsissimo spettacolo quella di Marassi, con i rossoblu salvi che si limitano ad una gara di normale amministrazione, senza quasi mai cercare la via della rete, con il solo Fetfatzidis ad ispirare tra le linee. Non molto diversa la partita del Bologna che, pur cercando maggiormente la rete che le avrebbe fatto compiere un passo forse decisivo per la permanenza in serie A, è molto imprecisa nella manovra. Bianchi non punge mai in avanti, l’imprecisione regna sovrana in mediana, con i soli spunti individuali sulla fascia di Morello e le incursioni centrali di Krhin a dare parvenza di pericolosità. Rarissime le occasioni da rete, con un tentativo sotto porta di Antonelli, ben sventato dalla tempestiva uscita di Curci, un destro a botta sicura di Bianchi, clamorosamente indirizzato fuori dall’attaccante, un tentativo di testa da palla inattiva di Konè, che si stampa sulla traversa, e un sinistro di Paponi che nei minuti finali si lascia ipnotizzare da un più che positivo Perin per lo 0 a 0 finale.
Continua a coltivare ambizioni europee il PARMA che si impone sulla SAMPDORIA per 2 a 0. Gara dominata in lungo e in largo dagli uomini di Donadoni, illuminata dalle individualità di Marchionni (preciso regista in mezzo al campo da cui partono tutte le azioni importanti), Cassano sulla trequarti e dagli spunti in velocità in campo aperto di Molinaro e di un imprendibile Biabiany. Pochi minuti e il Parma è già in vantaggio, con Cassano che su assist di Parolo, insacca l’1 a 0. Lo stesso Fantantonio illumina per i compagni a più riprese, con Acquah, Biabiany e Amauri che sfiorano in più occasioni il 2 a 0. La Samp, appagata per una tranquilla salvezza, resta a guardare per larghi tratti, cercando di smuoversi solo grazie alle individualità di Gabbiadini ed Eder, mal assistiti dai compagni, con il solo De Silvestri a dare un discreto contributo in termini di spinta e traversoni dalla fascia. Ci provano con giocate individuali e tiri da fuori (pericoloso Gabbiadini che impegna il portiere ospite di sinistro centrando poi anche un palo su punizione). Il Parma mantiene saldamente il controllo del match, gestendo il palleggio a metà campo, per poi attivare le proprie frecce, con Baibiany che fallisce per centimetri il diagonale del 2 a 0, mentre è più preciso Molinaro, il cui potente sinistro viene deviato in rete da Schelotto per il meritato 2 a 0 finale.
Si aggiudica la sentitissima stracittadina il MILAN che si impone sull’INTER per 1 a 0. Gara inizialmente caratterizzata da grande agonismo in mezzo al campo, con fraseggi da ambedue le parti continuamente interrotti, numerosi falli e pochissimo gioco. Poi, con il passare dei minuti, i rossoneri prendono il sopravvento sugli avversari grazie alla buona prova di Taarabt che funge da regista offensivo dando il là a buone trame di gioco (bella palla per il taglio di De Sciglio su secondo palo, con il terzino che angola troppo mancando lo specchio). Kakà, seppur a sprazzi, si vede con lampi di qualità, con una verticalizzazione di De Jong per lo stesso, che sfugge ai centrali ospiti e colpisce di destro centrando la traversa, poi, imbeccato dal marocchino con un traversone dalla destra, colpisce di controbalzo senza centrare la porta. L’Inter, dal canto suo, è lenta e compassata, faticando a impostare il gioco (male il trio di centrocampisti lento e assente nelle verticalizzazioni palleggiando sempre per linee orizzontali), con gli esterni che attaccano raramente e senza mai pungere (solo un buono spunto di Nagatomo che salta netto l’avversario diretto, sbagliando poi il cross colpendo centralmente per il facile intervento di Abbiati), mentre le punte faticano a incidere nonostante il gran movimento, per la quasi totale mancanza di palloni giocabili. Nella ripresa, il copione non cambia, con il Milan che spinge di più sull'acceleratore, impostando un ampio giro palla, mentre l’Inter si limita a difendere senza mai ripartire, con i rossoneri che, pur schiacciando i nerazzurri, faticano a trovare lo spazio giusto per colpire, trovando la rete su un calcio piazzato battuto da Balotelli, con De Jong che, libero da marcature, insacca di testa. L’episodio del gol sblocca l’incontro, con il Milan che, sulle ali dell’entusiasmo, cerca di chiuderla, segnando con Balotelli il 2 a 0 giustamente annullato per fuorigioco attivo di Pazzini (nella visuale del portiere sulla traiettoria del tiro). L’Inter prova le carte Guarin-Milito senza sortire però nessuna vera occasione, con il Milan che resta in controllo del match (buona la prova difensiva dei centrali Mexes e Rami in costante anticipo sugli attaccanti nerazzurri) meritando pienamente la vittoria finale per quanto mostrato nell'arco dei 90 minuti.
Gioia in caso JUVENTUS che festeggia lo scudetto appena conquistato imponendosi sull’ATALANTA per 1 a 0. Partita a senso unico, con una timida Atalanta che fa ben poco per limitare la festa bianconera. Gara d’attacco per la Juve, che schierata con molte seconde linee, domina l’incontro, mantenendo costantemente il possesso del pallone, esplorando diverse soluzioni di gioco, con la verticalizzazione per le punte. Osvaldo e Giovinco dialogano e confeziono nei primi minuti diverse occasioni, peccando però in precisione, Padoni, Marchisio e Pogba trovano i corridoi giusti per i compagni oltre a creare diversi pericoli con conclusioni da fuori. Resta sostanzialmente a guardare l’Atalanta, che si limita a difendere con ordine, cercando raramente di ripartire (buoni alcuni spunti di Bonaventura), con Yepes positivo in difesa, e Baselli migliore dei suoi in mediana per copertura e impostazione di gioco, oltre a provarci da fuori. Da registrare un solo tiro di Baselli parato agevolmente da Storari, con il monologo Juve che continua a produrre occasioni: prima è Quagliarella a provarci da fuori mancando però lo specchio, poi è Pogba, ma senza fortuna, con ancora i due protagonisti con due conclusioni su cui Consigli risponde presente, anche se la rete è nell’aria e si materializza con Padoin che insacca in rete con un bel destro su assist di Pogba. Gli ultimi minuti regalano un solo tentativo ospite ancora di Baselli, il cui tiro è respinto da Consigli, e un clamoroso errore sottoporta di Tevez su invito di Quagliarella, per la vittoria finale per il terzo scudetto consecutivo targato Conte.
Gara spettacolare all’Olimpico dove LAZIO e VERONA si affrontano a suon di gol terminando su uno spettacolare quanto inutile 3 a 3 per la corsa Europa League. La gara è spumeggiante, con le due squadre il cui unico risultato utile è la vittoria, a disputare un incontro votato all’attacco, senza alcun tipo di tatticismo, con continui ribaltamenti di fronte e rapidi contropiedi da una parte e dall’altra. Decisivi su ambo i fronti i registi delle due compagini, con Hallfredsson e Biglia bravi ad illuminare i suoi e a verticalizzare, al pari dei tridenti offensivi, con Iturbe e Marquinho da una parte, e Candreva e Keita dall’altra a creare continui pericoli con continue accelerazioni. Numerose le occasioni, con Toni che fallisce la prima clamorosa indirizzando fuori, a pochi passi dalla porta su invito di Hallfredsson, con la Lazio che risponde poco dopo con una grande azione in contropiede, E’ cinico Keita ad insaccare l’1 a 0 sul grande assist di Candreva, con il Verona che reagisce trovando con un bel diagonale di Marquinho su invito di Hallfredsson l’1 a 1. Ancora più spumeggiante il secondo tempo, con i biancocelesti che vanno subito in rete con un bel destro di Lulic su invito di Keita, cui risponde ribattendo colpo su colpo il Verona che trova prima il 2 a 2 in contropiede con un preciso sinistro di Iturbe su assist di Sala, poi schiaccia la Lazio e trova il 3 a 2 con Romulo che, servito da Hallfredsson, insacca sottoporta il 3 a 2. I padroni di casa (in dieci per l’espulsione di Lulic) sembrano doversi rassegnare al pari, ma l’ingenuità di Albertazzi che stende Klose in area, causa il rigore realizzato in due tempi da Mauri per lo spettacolare quanto inutile pareggio finale.
Vitale vittoria per il SASSUOLO che ipnotizza un’insperata salvezza imponendosi sul campo della FIORENTINA per 4 a 3. Enorme il contraccolpo psicologico avvertito dagli uomini di Montella per la sconfitta in Coppa Italia col Napoli, con un primo tempo davvero scialbo, con errori e deconcentrazione in ogni zona del campo, senza una convincente trama di gioco (Pizarro e Valero spenti e imprecisi), con il solo Cuadrado che prova a trascinare i suoi, saltando spesso l’uomo e andando al tiro con pericolosità. Il Sassuolo, dal canto suo, è ordinatissimo in difesa, per poi scatenarsi in contropiede non appena ne abbia l’occasione, con Berardi e Sansone abilissimi a ripartire e generosissimi in copertura al pari di Zaza che pressa asfissiantemente i difensori di casa. Dopo un destro murato di Fernandez che si spegne a lato, inizia a scatenarsi il Sassuolo,che trova l’1 a 0 con Berardi che realizza il rigore causato per fallo di mano di Valero su tiro di Biondini. E’ lo stesso ciclone Berardi ad abbattersi poi sui padroni di casa, prima concretizzando uno splendido contropiede orchestrato da Sansone con un piatto sinistro su cui Rosati non è esente da colpe, poi trovando anche il 3 a 0, grazie al gran lavoro di Zaza che sradica palla ad un distratto Rodriguez e la regala al compagno che salta secco il diretto avversario e insacca con un chirurgico destro che si infila nell’angolo. Impalpabile la Fiorentina, che crea solo una nitida occasione da gol con Cuadrado che, su invito di Wolski, angola fuori, per poi cercare, nel tentativo di riaprire il match, avventati attacchi a pieno organico che l’hanno scoperta alle ripartenze ospiti. La viola rientra in campo nella ripresa con un piglio più deciso, provando con orgoglio ad attaccare con insistenza nella meta campo avversaria. Accorcia le distanze grazie al rigore concesso per fallo da Longhi a danno di Joaquin, realizzato da Rodriguez per il 3 a 1. Mentre la viola è prospettata tutta in avanti, gli avversari vanno vicino al quarto gol, che si materializza grazie a Sansone, servito da Berardi. Il rientro di Rossi è molto positivo, visto che è autore del 4 a 2, con la viola che accorcia ulteriormente le distanze per il 4 a 3 con Cuadrado. Troppo tardi per la Fiorentina, che non riesce a concretizzare l’occasione di Rossi, con una grande parata di Pegolo, per un amaro 4 a 3 finale, che da speranze in chiave salvezza al Sassuolo.
L’ultimo posticipo serale vede la vittoria del NAPOLI per 3 a 0 contro il CAGLIARI. Partono forte i partenopei, autori sin da subito di diversi tentativi, con il vantaggio che si concretizza con il gol realizzato da Mertens su calcio di rigore concesso a Pandev per fallo di Conti. Il Cagliari subisce e non riesce a impostare il proprio gioco, tanto che il Napoli raddoppia con Pandev ancora protagonista, che, servito da Callejon, realizza il 2 a 0. La ripresa non lascia speranze per i sardi che, anzi, si ritrovano in 10 a causa dell’espulsione di Silvestri, e sono ancora vittima delle sortite offensive del Napoli, che, proprio per il fallo di Silvestri, si procura un altro rigore. Viene sbagliato da Hamsik, ma è abile Dzemaili a ribadire in rete a seguito della respinta di Avramov per la vittoria finale del Napoli che resta ancorato al terzo posto.
La giornata trascorsa porta in dote la vittoria scudetto "anticipata" della Juventus, la vittoria del Milan nel derby contro l’Inter, la sconfitta inaspettata di Roma e Fiorentina, oltre che gli importanti tre punti per il Napoli. Resta ancora accesa la sfida sia per l’Europa League che per la lotta salvezza, che proseguiranno ancora nelle prossime ultime giornate di campionato.
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