Milano / Malpensa
Roma e Napoli sempre lassù
- 23/09/2013 - 08:43
- Fuori campo
La quarta giornata di serie A si apre con l’anticipo tra CHIEVO VERONA e UDINESE, che termina con il risultato di 2 a 1 a favore degli scaligeri. Pronti via, e alla prima occasione buona l’Udinese passa: lancio lungo dalla difesa, Bernardini sbaglia l’intervento, e Maicosuel è rapidissimo ad avventarsi sul pallone aggirando Puggioni ed insaccando così l’1 a 0. Il gol dovrebbe galvanizzare gli ospiti, invece, da questo momento, si vede solo il Chievo che reagisce con veemenza, sospinto dalla qualità di Rigoni e Radovanovic in mezzo al campo, che ci provano con tiri da fuori, oltre a servire con precisione i compagni, che soprattutto sugli esterni, propiziano un gran numero di calci d’angoli e diversi cross per le punte. Prima è Radovanovic a chiamare alla respinta con un tiro da fuori Kelava, poi Bernardini a sfiorare di testa il pari, che arriva poco dopo grazie ad un preciso assist in verticale di Frey a pescare Pellissier, che incrocia sul palo lontano trovando l’1 a 1. Paloschi e Sestu sfiorano le rete poco dopo, su azione propiziata da un bel cross di Estigarribia, con Kelava strepitoso negli interventi. Il gol è però nell’aria e dopo essere stato sfiorato da Pellissier di testa su tiro cross di Rigoni, si materlizza con quest’ultimo, che trova la rete con un destro da fuori area deviato imparabilmente per il 2 a 1. La ripresa vede un’altra Udinese schiacciare gli avversari nella propria metà campo, sfondando a più riprese centralmente, con l’ingresso in campo di Di Natale, a creare pericoli e imprevedibilità sulla trequarti e sugli esterni con Basta particolarmente attivo, producendo un sinistro debole di Di Natale, un pericoloso destro di Basta che lambisce la parte alta della traversa, un colpo di testa di Heurtaux, e due deboli tentativi in mischia in area di Di Natale,che non scalfiscono però la retroguardia di casa, per la meritata vittoria finale veneta.
Termina per 0 a 0 la sfida tra GENOA e LIVORNO. Primo tempo caratterizzato da un esasperato tatticismo, con entrambe le squadre corte e concentratissime dietro, e mai propositive in avanti, con un solo tiro defilato di Gilardino per i rossoblu e un doppio tentativo Luci-Emeghara per il Livorno, con il primo ad impegnare il portiere (con un tiro scaturito da un errato disimpegno di Lodi) e il secondo a fallire sulla respinta una sorta di rigore in movimento per i suoi, creando anche un’altra occasione con un bel diagonale deviato in corner da Perin. La ripresa vede la gara salire leggermente di intensità, anche se di gioco e occasioni non c’è molta traccia, con i soli pericoli scaturiti da sole azioni personali o calci da fermo: un colpo di testa centrale di Paulinho per gli amaranto, un sinistro debole di Biondini imitato poco dopo da Matuzalem, con entrambe le conclusioni però deboli e imprecise. Nei minuti finali scaturiscono poche vere emozioni, con un bel sinistro di Schiattarella del Livorno, ben sventato da Perin, e due pericolosi colpi di testa per i rossoblu, con Manfredini a scheggiare la traversa, e Calaiò, che vede il suo potente colpo di testa sventato da un miracolo di Bardi, per il pari finale che pare essere il risultato più giusto.
Si conclude sul 2 a 2 la sfida tra CAGLIARI e SAMPDORIA. Inizio incoraggiante per la Samp, che crea subito una pericolosa occasione con un destro a giro di Obiang. Poi, invece, è il Cagliari a prendere in mano il gioco, con il duo in mediana Naingollan-Ekdal, a girare bene palla e a inserirsi, trovando spesso imbucate centrali per le punte, che si cercano con uno due, trovando anche i compagni negli inserimenti. Prima occasione per i sardi con Sau, che su una bella verticalizzazione, controlla si gira e sfiora l’incrocio, con Ekdal, che poco dopo sfonda centralmente, dialoga splendidamente con Pinilla che gli restituisce palla, con lo svedese che esplode il destro per l’1 a 0. La Samp,costantemente schiacciata nella sua metà campo, continua a subire, cercando di rispondere con l’orgoglio, con una bella palla tagliata messa da sinistra, che permette a Wszolek di insaccare il pari, ingiustamente annullato per fuorigioco. Nella ripresa, il copione non cambia. E’ sempre il Cagliari a sfondare a più riprese, sempre dalla zona centrale del campo, mal coperta dai blucerchiati che continuano a subire e ad essere schiacciati, rischiando prima su conclusione di Naingollan, ben respinta da Da Costa,al pari di un potente destro di Pinilla. Gli avversari trovano il pari nel loro momento peggiore, a causa di una grave papera di Agazzi, che si lascia passare sotto le gambe un innocuo tiro di Gabbiadini che vale l’1 a 1. Gli ultimi palpitanti minuti vedono il vantaggio sardo al 91esimo con una punizione di Conti per il 2 a 1, al quel segue un tentativo di Pinilla che lambisce la traversa, una debole girata di sinistro di Gabbiadini per gli ospiti, che trovano all’ultimo minuto, su un lancio lungo, il clamoroso pari finale, con un sinistro di De Silvestri, sul quale ancora una volta è impreciso Agazzi nell’intervento con la palla che termina in rete, per il clamoroso pari finale,che va strettissimo ai sardi.
Termina con un fragoroso 7 a 0 a favore dei nerazzurri il lunch match tra SASSUOLO e INTER. Partita che vede sin da subito l’Inter in campo: sin dai primi minuti, costruisce un calcio fatto di verticalizzazioni per le punte, inserimenti dei centrocampisti, e continui cross degli esterni, con a brillare diversi uomini come Cambiasso e Taider in mediana, e soprattutto Alvarez, che, largo a destra, funge spesso da regista, trovando con il suo magico sinistro palloni millimetrici per i compagni oltre a deliziare la platea con funambolici dribbling che fanno letteralmente impazzire i difensori avversari. Pochi minuti e gli ospiti sono già in vantaggio, con Nagatomo che, lanciato a sinistra, mette in mezzo una precisa palla tagliata con Palacio che insacca l’1 a 0, al quale segue il 2 a 0 di Taider, con il risultato che diventa ancora più rotondo con un’autorete di Pucino, che ribadisce nella sua porta un bel cross tagliato di Guarin per il 3 a 0, con il Sassuolo molle e impotente soprattutto in difesa, che costruisce un solo tiro pericoloso ad opera di Floro Flores. La ripresa vede un Sassuolo sblianciatissimo schierato con il 4-2-4 tentare di riaprire in qualche modo il match, creare due potenziali occasioni, con un sinistro di Zaza e un pericoloso cross di Schelotto su cui non arriva nessun compagno alla deviazione vincente. La reazione dei padroni di casa si ferma qui, con l’Inter che da questo momento in poi dilaga, trovando addirittura altre 4 reti in rapida successione con quella di Alvarez, di Milito grazie ad uno splendido assist di Alvarez, di Cambiasso con un pregevole sinistro a giro servito da Milito, e ancora il principe su assist di Guarin, con l’argentino che bagna il rientro con una bella doppietta per la meritatissima vittoria nerazzurra.
Finisce sul 2 a 0 l’attesissimo derby a favore della ROMA contro la LAZIO. Primo tempo, come prevedibile, caratterizzato da grande attenzione, pressing, tatticismo, con ambedue le squadre a battagliare in mezzo al campo per il possesso del pallone, dando vita a un gioco molto equilibrato. I singoli Hernanes e Totti, su tutti, sono ben marcati e quasi mai pericolosi, con le poche azioni degne di nota che si sviluppano prettamente dagli esterni, con le iniziative di Candreva, Konko e Lulic per la Lazio, alle quali rispondono Gervinho e Florenzi.Pochissime le occasioni da segnalare che portano la firma di De Rossi,con un tiro da fuori alto, e un colpo di testa fuori di Gervinho su calcio piazzato di Totti. Il secondo tempo vede le due squadre attaccare con maggiore insistenza e di conseguenza scoprirsi, lasciando più spazio allo spettacolo. Immediata la prima occasione con una punizione di Hernanes che trova la deviazione di testa di Ciani, che centra la traversa. Risponde immediatamente la Roma con un pericoloso cross di Ljajic, che non trova nessun compagno all’appuntamento con il gol, e un colpo di testa di poco fuori di De Rossi su assist di Totti, al quale replica nuovamente la Lazio con Lulic, che trova Klose in area, con il tedesco che devia fallendo il bersaglio per pochi centimetri. Poi, lentamente, minuti dopo minuti, la Lazio inizia ad avere un vistoso calo fisico, lasciando progressivamente campo agli avversari, che iniziano ad attaccare con insistenza dalle fasce, con le individualità dei vari Ljajic, Gervinho e Totti a farsi vedere sempre di più, con preziosi uno contro uno e assist al servizio dei compagni. E’ da destra che la Roma spinge con continuità, senza che i biancocelesti riescano a porre un argine alle loro avanzate, con Konko quasi mai aiutato dal un raddoppio di un compagno, solo a fronteggiare due uomini. E’ prima Maicon a sfondare sulla fascia, tentando la conclusione deviata in corner, poi Totti a mettere una bella palla in mezzo, con Balzaretti a calciare di prima intenzione centrando una clamorosa traversa. Al terzo pericoloso tentativo la Roma passa, con ancora Totti a pennellare dal fondo un bel cross sul secondo palo, dove un positivissimo Balzaretti in entrambe le fasi colpisce di sinistro al volo trovando lo splendido gol dell’1 a 0. La Lazio continua a soffrire, facendosi trovare scoperta, con la Roma a rischiare di far male anche in contropiede, con Ljajic che, servito da Totti, angola troppo il destro, De Rossi che su calcio piazzato del capitano colpisce di testa, chiamando alla gran parata Marchetti, con Ljajic pericoloso su punizione, come Gervinho e Borriello, il cui colpo di testa su assist di Balzaretti chiama ancora Marchetti agli straordinari. La Lazio, che ha perso Dias per espulsione generosa pochi minuti prima, subisce il 2 a 0 finale con un rigore di Ljajic per fallo di Ledesma, per la meritata vittoria giallorosa.
La sfida tra CATANIA e PARMA si conclude sullo 0 a 0. Gara tra due squadre alla ricerca di punti, che confermano un inizio di stagione poco positivo, dando vita ad una partita noiosa, e con rari sussulti. Da segnalare, oltre al campo pesante e alla prova negativa di Cassano (poi sostituito), c’è solo qualche positiva iniziativa personale, tanto tatticismo e paura di perdere. Poche e sporadiche le trame di gioco, con nessuno dei due reparti di centrocampo a prendere le redini del gioco. Gli uomini di fascia non sono quasi mai impegnati in fase di spinta, con la conseguente scarsezza di palloni giocabili per le punte, con un solo tentativo di Bergessio sottoporta per gli etnei, e un pericoloso tentativo di Amauri per i ducali. Le uniche vere emozioni scaturiscono nei minuti finali con due tentativi per parte: un diagonale di poco fuori per gli etnei a firma di Plasil, e un tentativo in campo aperto di Acquah per gli ospiti, con il suo sinistro ravvicinato respinto dalla difesa, per il giusto pareggio finale.
Ottiene un’importante vittoria il TORINO, che si impone a BOLOGNA per 2 reti a 1. Partita scoppiettante sin dai primi minuti, con le due squadre che, per nulla rinunciatarie, puntano forte sui propri punti di forza: il Toro nell’abilità a ribaltare velocemente il fronte d’attacco sulle fasce a sfruttare l’uno contro uno degli esterni ed in particolar modo di Cerci, e il Bologna, a sfruttare le capacità balistiche di Diamanti al servizio della squadra, con precise imbucate a servire i tagli delle mezz’ali e dei terzini, e sui calci piazzati con precisi cross per la fisicità dei rossoblu. Pochi minuti e il Toro passa: Cerci da destra serve Darmian sulla puntuale sovrapposizione del terzino, che mette in mezzo un bel cross tagliato, che, mal smanacciato da Curci, vede D’ambrosio avventarsi sul pallone insaccando di testa l’1 a 0, con lo stesso Cerci che, poco dopo, si accentra da destra e scarica verso la porta, con Curci attento nella respinta. La reazione del Bologna non si fa attendere, prima con un traversone di Kone, su cui Cech non riesce da posizione defilata a chiudere verso la porta, con il secondo tentativo che è già quello buono, con una punizione tagliata di Diamanti, con Natali che colpisce di testa trovando la respinta del portiere, per poi ribadire in rete l’1 a 1. Il Toro dispone di un grande Cerci, letale sia in campo aperto che su calcio piazzato, come dimostra l’azione del 2 a 1, con una splendida punizione che centra in pieno la traversa, con la palla che rimbalza in area, e i giocatori torinesi che tentano l’impatto col pallone. L’arbitro vede una trattenuta e concede il rigore realizzato da Cerci, nonostante l’intuizione di Curci che tocca il pallone. L’episodio cambia le sorti del match. Durante l’intervallo viene espluso Natali per proteste e ciò cambia indelebilmente le sorti della gara, con il Bologna che fatica a dare pericolosità ai propri attacchi, vista la grande organizzazione difensiva granata con l’uomo in più, subendo spesso i contropiedi avversari,con El Kaddouri e D’ambrosio a sfiorare il 3 a 1 per la vittoria finale ospite.
Coglie una preziosa vittoria la FIORENTINA, che si impone a Bergamo sull’ATALANTA per 2 a 0. Partita per nulla facile per i viola, che senza Cuadrado e Gomez faticano non poco, contro un’Atalanta ben disposta e molto aggressiva a centrocampo, con Carmona e Migliaccio bravi anche a tagliare negli spazi per sfruttare le proprie doti aeree e di inserimento, con Maxi Moralez e Denis, che, con puntuali scambi e movimenti interessanti, mettono spesso in apprensione la retroguardia viola. Prima importante occasione per la Fiorentina, con Fernandez che, di sinistro, impegna seriamente Consigli. L’Atalanta risponde poco dopo con Migliaccio, che raccoglie un traversone tagliato di Moralez e calcia di esterno destro trovando Neto pronto nell’intervento. Continua il botta e risposta tra le due squadre, prima con il tentativo di Carmona di testa alto, ma la maggior qualità lucidità sottoporta degli ospiti si fanno subito vedere, con la rete del vantaggio con il cross di Valero che trova la deviazione sulla traversa di Wolski, con Fernandez a ribadire in rete l’1 a 0. L’Atalanta, però, non ci sta, attaccando con continuità dalle fasce laterali, ottenendo molti corner per la testa di Denis, ed è su uno di questi che Migliaccio scheggia la traversa. Gli ospiti iniziano a compiere fraseggi palla a terra sempre più precisi in mezzo al campo, che portano allo spazio per il tiro i compagni: prima il positivissimo Rossi, che raccoglie poco dopo una sponda di Rodriguez e batte di sinistro il 2 a 0. I bergamaschi provano fino in fondo a riaprire il match, con un tentativo del neo entrato Bonaventura con un destro da fuori area, e un tiro da distanza ravvicinata di Denis, sventato da un miracolo di Neto per vittoria viola.
Termina per 2 a 1 la sfida tra JUVENTUS e VERONA. Partita dominata dai padroni di casa, che amministrano il possesso palla quasi ininterrottamente, con gli ospiti ordinatissimi in fase difensiva, ma mai propositivi in avanti, che tentano la mossa della marcatura a uomo su Pirlo,che si rivelerà però inutile. I bianconeri sviluppano altre numerose trame di gioco, grazie alla qualità di inserimento e di uomo assist per i compagni di Pogba e Vidal, che sopperiscono alla marcatura di Pirlo al pari di Bonucci, che agisce spesso da centrocampista aggiunto, trovando sbocchi anche sulle fasce e in avanti, dove Illorente e Tevez, per la prima volta insieme in partite ufficiali, si cercano e si trovano, creando continui pericoli, con la fisicità e il fiuto del gol il primo, e l’imprevedibilità e il talento il secondo. Il primo rischio porta la firma di Tevez, il cui tiro è ben respinto da Rafael, con lo stesso Tevez che, poco dopo, ha due buone occasioni calciando prima troppo alto per poi colpire troppo debolmente sottoporta. Il Verona, quasi inoperoso in avanti fino a quel momento, passa inaspettatamente in vantaggio con Cacciatore, che devia in rete su azione da calcio d’angolo una sponda aerea di Moras per l’1 a 0. La Juve risponde con veemenza, con Pogba che da corner devia verso la porta, con Cacia strepitoso nell’intervento, con il pari che arriva poco dopo con Tevez che controlla una bel passaggio in verticale e incrocia sul secondo palo uno splendido tiro che vale l’1 a 0. Poi è solo Juve, con un destro a giro di Tevez, che coglie un clamoroso doppio palo, con Vidal che pennella un preciso cross tagliato con Illorente, puntale nella deviazione di testa per il 2 a 1 e suo primo gol in serie A. La ripresa continua sullo stesso copione, con diverse importanti occasioni, tra cui una bella punizione di Pirlo, ben sventata da Rafael, una conclusione di Pogba a scheggiare la traversa e un insidioso diagonale di Giovinco. Gli scaligeri non hanno la forza per produrre una vera reazione e continuano a subire fino al fischio finale per la meritata vittoria bianconera.
Chiude la quarta giornata di seria A l’atteso match tra MILAN e NAPOLI per 2 a 1 a favore dei partenopei, che hanno un inizio folgorante: aggrediscono sin da subito il match, pressando i primi portatori di palla avversari con l’imprevedibilità di Hamsik sulla trequarti nello smistare di prima il pallone, ribaltando velocemente il fronte d’attacco, per gli inserimenti a destra e sinistra di Callejon e Insigne, oltre a cercare il tiro con la consueta pericolosità. Primo occasione proprio per lo slovacco, che su una bella ripartenza, calcia troppo alto di sinistro, con Higuain che poco dopo, sfrutta un errore di impostazione di Zapata e calcia di potenza, mancando per pochi centimetri la rete del vantaggio,che si concretizza da azione di calcio piazzato,con una bella sponda di Albiol sul secondo palo, a trovare il liberissimo Britos per la zuccata dell’1 a 0. Con il passare dei minuti, il Milan cresce sempre più, spinto dalle buone discese sulla destra di Abate, che sforna diversi cross interessanti, dagli inserimenti delle mezz’ali Poli e Muntari e alla buona qualità garantita da Birsa sulla trequarti campo, abile a farsi vedere tra le linee alternando conclusioni personali ad assist per le punte. Simbolo della reazione rossonera è un potente sinistro di Balotelli su assist di Poli, che viene sventato da un buon intervento di Reina, con Supermario pericoloso anche su punizione, sbagliando di poco la mira e con un altro tiro che pecca però di potenza, con Reina sicuro nell’intervento. Il Napoli non rinuncia al suo gioco, tentando subito di ripartire con velocità, con un pericoloso colpo di testa di Hamsik deviato in corner dalla difesa su preciso assist di Callejon, con un sinistro alto di Birsa a chiudere la prima fraazione di gioco, su cui pesa il dubbio rigore per intervento in area di Zuniga su Poli. La ripresa si apre con i tentativi del Milan di riaprire il match a firma di Balotelli, con una punizione respinta dalla difesa e un destro murato dall’ottimo Behrami, con Mexes che, da calcio piazzato, manca la deviazione vincente sul secondo palo. Ma nel buon momento dei padroni di casa, sono gli ospiti a raddoppiare, con Higuain strepitoso nel girarsi in un fazzoletto e ad esplodere un potente destro che non lascia scampo ad Abbiati, che, non esente da colpe,riesce solo a toccare. Il Milan non ci sta, tenta la reazione con i cambi Robinho e Niang per dar maggior peso in avanti e attacca con continuità nella metà campo avversario, con l’incontro che si trasforma presto in un Balotelli contro tutti, che si carica la squadra sulle spalle, tentando in ogni modo la rete. Prima si procura il rigore, per fallo di Britos, facendosi però ipnotizzare da uno strepitoso intervento del portiere, poi serve Matri in area con uno splendido assist, con il superlativo Reina a fermare il pericolo con una tempestiva uscita, per poi impegnare più volte il portiere spagnolo, con insidiosissime parabole, centrando pure una clamorosa traversa. Il Napoli è molto bravo e anche un po’ fortunato a reggere, tentando di colpire negli spazi con Pandev che, sottoporta, manca la correzione vincente su tiro di Dzemaili, con la rete dalla speranza che arriva negli ultimi istanti di gara, con uno splendido destro a giro di Balotelli anche se, per la rimonta, è ormai troppo tardi, con l’inevitabile sconfitta finale, resa ancora più amara per l’espulsione dopo il fischio finale di Balotelli per proteste.
Tirando le somme, la giornata appena trascorsa vede le prepotenti conferme al vertice di Roma (vittoriosa meritatamente nel derby con la Lazio) e Napoli (vincente sul Milan e autore di una grande prova) seguite dal terzetto composto da Juventus, Inter e Fiorentina, tutte vittoriose con prestazioni convincenti, che rincorrono a due punti, con a seguire le sorprendenti Torino e Livorno a meno cinque punti dalla vetta.
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