Milano / Malpensa
F35: un salto nel buio da 12 miliardi
“Un caccia da 80 milioni di euro non dovrebbe rischiare di esplodere se colpito da un fulmine”, parole di Arturo Boccara al termine della visita all’aeroporto militare di Cameri. Il consigliere democratico riflette sull’opportunità di investire almeno 12 miliardi di euro in una commessa militare dagli esiti quantomeno dubbi. “Volendo tralasciare le questioni etiche, comunque significative, il problema è chiaro: alla Lockheed Martin lavorano dal 1996 ad un progetto che ancora non ha dato alcun risultato, semmai ha rivelato debolezze e problemi ad ogni test di volo. Considerato il contesto economico sociale in cui ci troviamo, mi sembra un’operazione quantomeno azzardata”. Un oneroso salto nel buio per il Paese e per il territorio, che non convince neppure la capogruppo Valeria Galli. “Negli ultimi anni- dice- è stata presentata una realtà distorta: ricadute occupazionali trascurabili sul territorio, altro che 10 mila posti di lavoro, e nessuna traccia di vantaggi per l’indotto”. “Oggi come oggi- aggiunge il consigliere Emiliano Marino- un passo indietro sembra doveroso, a maggior ragione dopo aver appreso che l’impianto di Cameri potrebbe essere trasformato in un centro di manutenzione europeo al termine della produzione degli F35. Ridurre l’impegno di spesa consentirebbe di sbloccare il patto di stabilità, permettendo alle amministrazioni locali di rilanciare la propria azione e creare da subito posti di lavoro”. Una decisione che accomuna molti Paesi partner del progetto (Canada, Olanda, Australia, Norvegia, Danimarca e Turchia), che hanno scelto di annullare i propri ordini o ridurne la consistenza, come del resto ha già fatto anche l’Italia passando da 120 a 90 velivoli. (PD PROVINCIA DI NOVARA)
Per dovere di cronaca, è giusto fare una “piccola” precisazione. Gli F35 arrivarono in Italia grazie ad un governo di centrosinistra guidato da Prodi, in cui militavano i vertici dell’attuale PD, Bersani compreso. L’allora ministro della Difesa Andreatta decise di far partecipare l’Italia al progetto di realizzazione degli F35. Nel 1998, quindi, il Presidente del Consiglio D’Alema firmò il primo protocollo.
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