Milano / Malpensa
La Juve chiama, l'Inter risponde
- 11/12/2012 - 10:30
- Fuori campo
Il primo anticipo del sabato che apre la sedicesima giornata di campionato della serie A, vede l’affermazione dell’ATALANTA, che si impone per 2 a 1 sul PARMA. Le fasi più importanti si snodano nella prima frazione di gioco, in cui è una solida Atalanta a fare la partita costruendo molto, soprattutto con gli esterni, che si propongono con continuità in fase offensiva mettendo diversi cross interessanti per le punte. Non a caso, la prima rete è propiziata da Schelotto, che pennella uno splendido cross sulla testa di Denis, abile ad insaccare l’1 a 0, mentre il raddoppio porta la firma di Peluso, che è bravo a seguire lo sviluppo di una bella azione dei suoi e a farsi trovare sul secondo palo, appoggiando in rete il 2 a 0. Il Parma, dal canto suo, oltre ad una distratta linea difensiva, vede molti uomini importanti sottotono, quali gli esterni Marchionni e Gobbi, che faticano ad incidere sul match. Solo Sansone, Biabiany e Amauri cercano di trovare la via del gol, che arriva a fine primo tempo con un bel colpo di testa di quest’ultimo, che punisce la difesa bergamasca in una delle sue rare distrazioni. Il secondo tempo vede la gara cambiare drasticamente, con il Parma che fa la partita, alza il proprio baricentro nel tentativo di raggiungere il pareggio, creando diverse pericolose occasioni, con i già citati Amauri e Biabiany, e la più clamorosa con Paletta che di testa colpisce fuori da ottima posizione. Di contro, l’Atalanta, schiacciata costantemente nella sua metà campo, riesce solo a creare sporadiche ripartenze, anche se, per propri meriti difensivi e per l’imprecisione degli avversari, riesce a portare a casa una sofferta e al tempo stesso importantissima vittoria. Nel secondo anticipo di serie A, una ROMA sontuosa si impone per 4 a 2 sulla FIORENTINA. Grande prestazione dei giallorossi, che paiono aver finalmente assimilato il gioco di Zeman, disputando una partita a livello offensivo pressoché perfetta, a cospetto di un’avversaria meno brillante del solito, che paga l’assenza di Pizarro a centrocampo e, per l’ennesima volta, di Jovetic in avanti. I padroni di casa partono sin da subito a mille all’ora, andando già in vantaggio nei primi minuti di gara, con Castàn che colpisce di testa. La Roma continua ad attaccare con la Fiorentina che non riesce a ripartire. Ma quando meno te l'aspetti sono proprio i viola a trovare il pari con Rodriguez che scatta sul fondo e mette una comoda palla a Roncaglia che, solo davanti alla porta, non può sbagliare. La squadra di Zeman è però in una forma fisica straripante, e per nulla demoralizzata dal pareggio, continua a produrre splendide trame offensive coinvolgendo tutti gli effettivi. Balzaretti e Marquinhos sono in gran serata e spingono notevolmente, così come i centrocampisti, Tachtsidis su tutti, che servono diversi assist per le punte. Anche il capitano Totti è in giornata super e, oltre a correre come un ventenne, salta spesso l’uomo, trovando per ben due volte la rete, così da suggellare il primo tempo sul 3 a 1. Pronti via, ed è subito il neo entrato El Hamdaoui a trovare di testa il 3 a 2. La Fiorentina, nonostante il gol, rimane in difficoltà (anche a causa della giornata no del portiere che ha notevoli responsabilità su due dei tre gol giallorossi) e, visto il pressing asfissiante dei centrocampisti avversari, fatica a ripartire e a creare gioco, fatta eccezione per il neo entrato Seferovic, che impensierisce Goicoechea con un bel sinistro. E’ infatti la Roma a dominare sui viola, creando numerose palle gol con Totti, Bradley e soprattutto Destro. E’ solo questione di tempo: la supremazia dei padroni di casa viene sancita dal neo entrato Osvaldo, che beneficia di uno splendido assist di Totti, punendo in uscita Viviano, per il 4 a 2 finale. Si impone per 4 a 2 in casa del TORINO il MILAN, che conferma quanto di buono fatto vedere nelle ultime uscite. L’inizio del match vede una partita molto tattica e bloccata, con entrambe le squadre attente, soprattutto nella fase difensiva. Come spesso capita, in una situazione di equilibrio come questa, è un singolo errore a sbloccare il risultato. Ciò si verifica puntualmente con Nocerino che, con un inspiegabile passaggio arretrato, lancia involontariamente Santana, abile a scartare Amelia e ad insaccare l’1 a 0. Il gol sveglia subito il Milan ed i suoi uomini maggiormente talentuosi: Robinho, El Shaarawy ed Emanuelson. Abile è De Sciglio (ormai titolare inamovibile dirottato sulla fascia sinistra per il rientro di Abate) a servire Robinho in area, che con una splendida finta, salta il suo avversario diretto e insacca di sinistro Gillet. Il secondo tempo vede i rossoneri salire ulteriormente di giri, mentre il Toro è troppo rinunciatario, fatica a ripartire con rapidità e a produrre azioni degne di nota, con un Bianchi lasciato troppo solo in avanti e mal aiutato da uno spento Meggiorini. E’ infatti subito il Milan a trovare la rete con Nocerino, che sfrutta un’errata respinta di Gillet segnando di testa il 2 a 1. I rossoneri continuano a creare calcio, prima con Emanuelson, che colpisce la traversa con un gran sinistro, successivamente con Pazzini, che trova il 3 a 1 (scaturito però da una più che dubbia spallata dell’attaccante su Masiello) e ancora con El Shaarawy, abile a sfruttare un grave errore del portiere granata, che si lascia sfuggire una palla innocua, consentendo al faraone di insaccare a porta vuota il 4 a 1. A questo punto, il Torino ha un moto di orgoglio. Beneficia positivamente degli ingressi di Sansone, Verdi e soprattutto Birsa, che con uno splendido cross trova Bianchi, che di testa, segna il 4 a 2. Successivamente ci prova Sansone, il cui colpo di testa viene deviato da Ambrosini con le mani, non generando però un dubbio rigore. Nonostante i tentativi del Torino (che si sveglia però troppo tardi) e l’atteggiamento svogliato e distratto del Milan negli ultimi minuti (rischiando così di buttar via una partita già vinta meritatamente) il risultato non cambia e i padroni di casa escono sconfitti.
La JUVENTUS vince a PALERMO per 1 a 0. Nel primo tempo, la partita si dimostra molto combattuta, con l’ottimo lavoro dei centrocampisti rosanero, che limitano notevolmente i pericolosi inserimenti di quelli juventini e lasciano poca libertà a Pirlo di inventare per i compagni. I bianconeri, grazie alla maggior forza fisica e tecnica dei suoi uomini, riescono comunque a creare buone occasioni: un bel colpo di testa di Bonucci ed altri tentativi di Vidal, Vucinic e Marchisio, anche se quella più clamorosa capita sui piedi di Matri, che da ottima posizione si vede sventare la rete dell’1 a 0 da un miracolo di Ujkani. Il Palermo, dal canto suo, non pensa solo a difendersi e quando può riparte: è prima Kurtic ad impegnare Buffon con un bel destro, e a seguire Miccoli, che ben servito dai compagni, a seguito di un rapido ribaltamento di fronte, va in rete, anche se la stessa viene annullata per via della posizione di fuorigioco. La ripresa vede il copione della partita cambiare drasticamente, con il Palermo che, dopo il grande dispendio fisico del primo tempo, fatica notevolmente a coprire il campo, lasciando spazio e tempo ai centrocampisti avversari di inventare per i compagni. E’ prima Vucinic a sfiorare il gol e, successivamente, Pirlo trova ancora il montenegrino che, con uno splendido colpo di tacco, serve Lichtsteiner, che si inserisce alla perfezione insaccando l’incolpevole Ujkani. A questo punto il Palermo, colpito anche nel morale, si disunisce ulteriormente, lasciando spazi invitanti soprattutto nella tre quarti campo agli attaccanti juventini, con Vucinic, che nello spazio si esalta, essendo libero di inventare per i compagni, trovando prima un assist per il neoentrato Bendtner che tira di poco a lato, quindi, prima trova Bonucci che non concretizza a tu per tu con Ujkani e successivamente è lo stesso Vucinic a usufruire degli enormi spazi, apertisi anche a causa dell’espulsione di Morganella, a sprecare il 2 a 0 grazie allo spendido intervento del portiere avversario. Vince per 3 a 1 a SIENA il CATANIA. A partire meglio sono i toscani, che mettono in campo buona grinta e pressing sugli avversari con Sestu, Valiani e Rosina tra i più attivi, autore quest’ultimo del gol dell’1 a 0 con un bel sinistro a giro che si infila nell’angolino, sorprendendo il portiere etneo. Il gol accende però il Catania, che da quel momento brilla senza mai più spegnersi, guidato dai piedi sapienti di Lodi, che sale in cattedra, distribuendo splendidi assist per i compagni, illuminando il centrocampo con grande qualità. Ma Lodi non è il solo a salire di giri, e, col secondo tempo, è prima Almiron a sfiorare il gol con un bel tiro, poi Gomez e successivamente Bergessio che, con un bel passaggio, libera al tiro Castro, che realizza il pareggio. Il copione del match non cambia: il Siena continua a subire e concede enormi spazi soprattutto sulla trequarti, con Lodi che trova con uno splendido assist per Bergessio, che scavalca Pegolo per il 2 a 1 e successivamente realizza anche il terzo gol finale. Altra sfida importante per due pericolanti a rischio retrocessione è quella tra PESCARA e GENOA che finisce per 2 a 0 a favore degli abruzzesi. A discapito del risultato, è il Genoa a partire meglio, con il gran lavoro dei centrocampisti che, oltre a pressare gli avversari, si propongono in fase offensiva con Kucka e Tozsèr. Le occasioni migliori si vedono nella prima frazione di gioco e sono proprio di marca rossoblu. Clamorosa quella capitata sui piedi di Borriello che, a tu per tu con Perin, si fa parare il tiro da distanza ravvicinata, oltre ai tentativi di Vargas e Kucka, autore tra l’altro, di una pericolosa traversa. Nel corso del secondo tempo il Pescara, che fino ad allora si era preoccupato solo a difendersi e a contrattaccare solamente con sporadiche ripartenze, si accende con i suoi uomini più talentuosi, Bjarnason e Weiss, che confezionano entrambi i gol: il primo con Bjarnason che scambia con Weiss, che trova in mezzo Abbruscato per l’1 a 0, e successivamente, ancora con la coppia di attaccanti, che dopo un bello scambio, porta al tiro Vukusic, che nei minuti finali di gara realizza il 2 a 0, approfittando del maldestro intervento di Frey. Il Genoa, a quel punto, con le spalle al muro, tenta una disperata reazione, producendo un colpo di testa e un pericoloso pallonetto di Borriello, ma è troppo tardi, e, per l’ennesima volta, si vede punire in questa stagione. La sfida tra CAGLIARI e CHIEVO VERONA termina con la vittoria di quest’ultimo per 2 a 0. Il match vede sin da subito il CAGLIARI schiacciare gli avversari nella propria metà campo, grazie ad un ottimo centrocampo che funge da diga limitando notevolmente le ripartenze avversarie quasi inesistenti nel primo tempo. Infatti, le occasioni sono quasi unicamente di marchio rossoblu. Il secondo tempo vede ancora il Cagliari in avanti, sempre con Pinella e Sau, tra i più pericolosi, ma il Chievo ha un grande numero uno in porta, Sorrentino, che ferma tutti i tentativi sardi, salvando ripetutamente i suoi. Il calcio a volte è strano: nonostante la supremazia del Cagliari, è il Chievo, nelle rarissime occasioni che ha a disposizione, a dimostrarsi straordinariamente cinico, con Paloschi che di testa trafigge Agazzi e, successivamente, con una punizione magistrale di Thereau, che disegna una traiettoria imprendibile per il portiere. Il posticipo serale della domenica vede di scena nella sfida più attesa della giornata INTER e NAPOLI che si danno battaglia per novanta minuti, con la prima che alla fine la spunta per 2 a 1. La gara è come da copione molto intensa, con grande agonismo tra le due squadre, soprattutto a centrocampo, in cui la mediana interista Zanetti - Gargano compie un gran lavoro, limitando notevolmente gli inserimenti dei centrocampisti partenopei, Hamsik ed Inler su tutti, che non riescono ad incidere sul match come vorrebbero. La gara si accende all’improvviso grazie all’Inter: su splendido schema da calcio d’angolo Cassano imbecca Guarin che, con un gran destro al volo, fa 'secco' De Sanctis. Il Napoli si mette in moto soprattutto con i suoi giocatori di maggior qualità, prendendo spesso il pallino del gioco, con Insigne che, liberato da Cavani, conclude con un bel tiro a giro che termina di poco fuori, e, poi, con ancora il matador protagonista, con una sponda per Hamsik, che conclude di poco a lato. Ma l’attenta difesa interista regge molto ben l’urto e beneficia degli spazi lasciati inevitabilmente dagli avversari, ripartendo spesso con velocità, proprio come fa Guarin che compie una grande incursione centrale, servendo poi Milito che porta il risultato sul 2 a 0 e... tutti negli spogliatoi. Nei secondi 45 minuti, il Napoli cambia volto tattico, anche con l'inserimento di Pandev (che, però, non brilla di certo come ci si aspettava). L’Inter, nonostante le urla del suo tecnico di alzare il baricentro, finisce per schiacciarsi nella sua metà campo, cercando di difendere in tutti i modi il prezioso risultato, per poi ripartire di rimessa. E’ prima Inler col sinistro a chiamare Handanovic all’intervento salva risultato, quindi, in mischia, trova Cavani che è abile a ribadire in rete dopo un batti e ribatti. A questo punto, il copione del match è chiaro: il Napoli si riversa completamente in avanti, nel tentativo di pareggiare la gara, e l’Inter, con l’ingresso di Palacio, tenta di farsi pericolosa con gli spazi concessi inevitabilmente dall’avversario. Il Napoli produce altre palle gol, con Pandev che al posto di servire il ben appostato Cavani, conclude debolmente verso la porta, Hamsik, che si vede deviare un tiro insidioso in angolo, e Maggio, che da ottima posizione, schiaccia di testa, su cross del pimpante Insigne, con il pallone che viene colpito però troppo centralmente, agevolando l’intervento di Handanovic.
L’Inter non sta a guardare: anche se le ripartenze sono spesso imprecise (quali quella di Guarin e del neo entrato Palacio, che negli ultimi minuti di gara, non sfrutta un rapido contropiede fallendo il terzo gol) i nerazzurri riescono a difendere la preziosissima vittoria fino al 90esimo grazie ad un ottima prova soprattutto del reparto arretrato. Il primo posticipo del lunedì sera vede vittoriosa l’UDINESE per 2 a 0 contro la SAMPDORIA. I blucerchiati entrano in campo con l’approccio sbagliato, con poca grinta e con ancor meno attenzione in fase difensiva, lasciando le redini dell’incontro sin da subito ai friulani, che colpiscono con Danilo (abbandonato dalla difesa, e solo dieci minuti dopo, su un’altra grave disattenzione difensiva, è il solito Di Natale a portare i suoi sul 2 a 0. Il secondo tempo vede entrare in campo una Samp più combattiva, che più con orgoglio e con azioni personali che con il gioco manovrato, cerca di riaprire il match, prima con Pozzi che sbaglia un rigore e successivamente con due belle conclusioni di Obiang e Icardi, prontamente parate da Brkic, a fronte dell’Udinese che cerca di contrattaccare, non scoprendosi mai troppo e portando a casa la vittoria, agganciando il Catania all’ottavo posto in classifica. La 16esima giornata di A si chiude, poi, con la sfida tra BOLOGNA e LAZIO. Il primo tempo è equilibrato, con due squadre molto attente e concentrate e con non molte occasioni che sono equamente distribuite. Per il Bologna buono il sinistro di Diamanti, mentre per la Lazio la migliore occasione è procurata dal difensore Ciani che crossa per Biava, con Agliardi che para splendidamente con un grande riflesso. Il secondo tempo vede la Lazio maggiormente svogliata, meno propositiva e con poca cattiveria agonistica, lasciando le redini del gioco agli avversari. Hernanes è spento e non indovina mai la giocata, mentre Klose, entrato nel finale, non trova la zampata vincente. I biancocelesti sembrano volersi accontentare del pari, a fronte di un Bologna maggiormente volitivo che, pur controllando il match nel secondo tempo, costruisce le azioni più interessanti soprattutto negli ultimi minuti, con Gilardino, che gira di poco a lato, e con il neo entrato Pasquato che impegna Marchetti, per un risultato che non cambia.
Termina così un'interessante giornata di campionato che vede l’Inter sconfiggere il Napoli nello scontro diretto e scavalcarlo di un punto salendo sola al secondo posto. La prima posizione resta invariata con la Juve, che è a più quattro dai nerazzurri.
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