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Dom, 22/12/2024 - 01:20

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domenica 22 dicembre 2024 | ore 02:18

Juve prima, Napoli e Inter dietro

I bianconeri mantengono il primato. Napoli si conferma seconda forza del campionato. Inter fortunato col Palermo, rimane terzo. Sale la Lazio, quarta con la Fiorentina.
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Nel primo anticipo del venerdì della quindicesima giornata di campionato di serie A, il MILAN si impone in trasferta a CATANIA per 3 a 1, dando seguito all'importante vittoria ottenuta nel turno precedente sulla Juventus. La prima frazione di gioco vede un buon inizio dei rossoneri, che mantengono il possesso del pallone grazie al buon lavoro di copertura e interdizione dei centrocampisti, con i terzini che vanno spesso al cross, con El Shaarawy e soprattutto Boateng (che colpisce la traversa) che si mostrano tra i più attivi in fase offensiva. Come spesso capita in questa stagione, però, la squadra di Allegri si fa trovare distratta sui calci piazzati, e su splendido cross di Lodi, Legrottaglie anticipa Acerbi, insaccando l’1 a 0. A inizio secondo tempo, però, l’episodio dell’espulsione di Barrientos per somma di ammonizione spiana la strada ai rossoneri: Boateng ed El Shaarawy si scatenano negli spazi e De Sciglio, che beneficia di maggior libertà, aumenta notevolmente le sue sortite offensive, mettendo diversi cross interessanti per le punte. E’ proprio su uno di questi che Robinho spizza leggermente per il “faraone” che trova il gol seppur in fuorigioco. Poi è solo Milan che con Boateng trova il gran gol del 2 a 1 con un bel destro a giro. Successivamente, sono prima El Shaarawy, poi Robinho e, quindi, il neo entrato Emanuelson a non approfittare degli enormi spazi lasciati dal Catania e a fallire clamorosamente il terzo gol, che arriva comunque al 92esimo con un bel destro del “faraone”. L’unico anticipo del sabato vede di scena l’atteso derby tra JUVENTUS e TORINO. Nei primi minuti di gioco la gara è intensa ed equilibrata, con entrambe le difese molto attente e con la coppia di mediani granata Gazzi-Basha che ringhia sui forti centrocampisti avversari, limitandone lo strapotere tecnico e la possibilità di trovare l’ultimo passaggio per le punte. Le azioni da rete sono di conseguenza poche, la più clamorosa, per il Toro, con Meggiorini che sfrutta un errore di Bonucci e, a pochi metri dalla porta, colpisce di sinistro indirizzando però a lato. Con il passare dei minuti la Juve, che fino a quel momento si era affidata a sporadiche iniziative di Giovinco e Vucinic, seppur schierata senza alcuni titolari, prende improvvisamente il sopravvento sui granata, intensifica le incursioni degli esterni e stringe le maglie in difesa, limitando le pericolose ripartenze degli avversari che faticano così a varcare la metà campo bianconera. A questo punto il Toro, già in difficoltà, si fa male da solo, peggiorando la situazione con un ingenuo Glik che commette un bruttissimo ed inutile fallo che gli costa l’espulsione, e, successivamente, con un’ingenua irregolarità di Basha che stende Pogba in area, procurando il rigore agli avversari, sbagliato malamente da Pirlo. Nonostante l’errore dal dischetto, la partita sembra segnata, con i granata che non hanno la forza morale e fisica di reggere l’urto offensivo della Juventus. Nel secondo tempo, come da copione, sono quasi esclusivamente i bianconeri ad attaccare, con gli ingressi di Bendtner e successivamente di Asamoah, che danno ancora più propulsione all’attacco. Prima è Pogba che sfiora il gol di testa, poi sbaglia Vucinic, ma è solo questione di tempo. Arriva infatti l’1 a 0 di Marchisio che su splendido inserimento realizza il colpo di testa vincente e a seguire il 2 a 0 di Giovinco con un bel destro ad incrociare. Successivamente, su splendida sponda di Vucinic, la terza rete è realizzata ancora da Marchisio, che sancisce così il meritato 3 a 0 finale, che sarebbe potuto essere ancora più rotondo se Gillet non avesse sventato diverse conclusioni juventine. La prima gara della domenica vede in scena al San Paolo il NAPOLI contro il PESCARA.
L’inizio è sin da subito vivace: nel primo quarto d’ora i padroni di casa si portano in vantaggio per 2 a 0 prima con un tiro di Inler e a seguire con il gol del compagno Hamsik, che realizza la sua settima rete del campionato (57esima in serie A). Il Pescara, però, non resta a guardare: dimostra una buona reazione, porta avanti il baricentro e a seguito di qualche disattenzione dei partenopei riesce ad andare a segno con un colpo di testa vincente di Bjarnason. Nel secondo tempo, la voglia di combattere del Pescara si vede però arrestata dall'espulsione di Bocchetti, che spiana la strada al Napoli e per le sorti del match non c’è più nulla da fare: arriva la doppietta di Cavani (la prima rete, appunto, su rigore) e il risultato finale di 5 a 1 viene sancito proprio da Inler, colui che ha aperto le danze all'inizio del match. L’INTER ottiene tre punti fondamentali contro il PALERMO, seppur non disputi una gran gara, mostrando poche idee e una condizione fisica poco brillante, risentendo ancora una volta della contemporanea assenza di Sneijder e Cassano, che abbassa il tasso qualitativo della squadra, oltre a limitare le soluzioni offensive interiste. Sono comunque i nerazzurri a fare il match, pur non creando azioni da gol clamorose, con Palacio e Milito che cercano di offendere contro un Palermo ordinato e ben disposto in campo che non rinuncia però a ripartire con Ilicic, Barreto e Dybala che si affacciano in zona gol, non impensierendo mai seriamente il portiere avversario. Nel secondo tempo l’Inter sale di giri, con gli ingressi di Guarin e Nagatomo, che danno maggior spinta alla manovra neroazzurra, con un Palermo che regge bene l’urto offensivo dei padroni di casa e si deve arrendere ad un quarto d’ora dalla fine per una sfortunata autorete di Garcia, che devia imparabilmente un cross di Ranocchia nella porta di Ujkani. I rosanero non riescono nel finale a trovare il pareggio e rischiano anzi il gol del 2 a 0 con una bella conclusione di Coutinho parata da Ujkani. Coglie un’importante vittoria la ROMA, che si impone a SIENA per 3 a 1. Anche se sono gli ospiti a fare maggiormente la partita (con Florenzi tra i più propositivi dei suoi), non sono brillanti come al solito e sbattono spesso contro il muro toscano. Sono però i padroni di casa, un po’ a sorpresa, a passare in vantaggio su azione da calcio d’angolo, con Neto che colpisce di testa superando l’incerto Goicoechea, che riesce solo a deviare, ma non ad evitare la rete. E’ ancora Rosina, pochi istanti dopo, a sfiorare di testa il raddoppio. Il secondo tempo vede i giallorossi attaccare a spron battuto, questa volta, però, con più lucidità e con Tachtsidis e Totti che salgono in cattedra, servendo palloni con il contagiro per i compagni. Il Siena, invece, si chiude ulteriormente, cercando di difendere il prezioso risultato, con Calaiò, ancora più isolato in avanti, e il solo Reginaldo che, subentrato nel secondo tempo con lo scopo di colpire di rimessa, non riesce a lasciare un’impronta tangibile sul match. La Roma continua a crescere, schiacciando gli avversari e come logica conseguenza trova il meritato pareggio con Destro, che ben servito da Florenzi, segna di testa l’1 a 0. A questo punto, con le squadre che finiscono inevitabilmente per allungarsi, viene fuori quella che delle sue è la più tecnica e in forma, ovvero i giallorossi che sanciscono la loro supremazia, andando in vantaggio con il neoentrato Perrotta e mettendo la 'parola fine' alla sfida, di nuovo con Destro. Si aggiudica un’importante vittoria casalinga la LAZIO che si impone per 2 a 1 sul PARMA. Dopo i primi minuti di studio è proprio la Lazio a prendere le redini della partita: ecco, allora, che arriva il gol del vantaggio con Biava; poi, sul finire del primo tempo, il Parma commette un’altra imperdonabile distrazione difensiva che rovina definitivamente la sua partita. Questa volta, addirittura da rimessa laterale, Gonzales ha tutto il tempo e lo spazio per servire Klose che prende perfettamente d’infilata i due disattenti difensori avversari, anticipando il portiere per il 2 a 0. Nel secondo tempo è ancora la Lazio ad andare vicina alla terza reta con Candreva, ma Mirante si salva. E quando la gara sembra, ormai, indirizzata ad un netto 2-0, ecco che arriva l'episodio che può riaprire il match. Rigore per il Parma e Belfodil si presenta sul dischetto: il tiro è, però, parato da Bizzarri, ma sulla respinta è lo stesso Belfodil a ribattere in rete. Alla fine sarà 2-1 per la formazione di Petkovic. Cade ancora il GENOA, battuto 4-2 in casa dal CHIEVO VERONA. Una gara praticamente quasi a senso unico, con gli ospiti che passano, subito, in vantaggio, grazie ad un rigore trasformato dal Paloschi. Pochi minuti dopo è sempre il Chievo trova il gol del 2-0 (doppietta per Paloschi). I rossoblu, a questo punto, reagiscono e trovano il 2 a 1 con colpo di testa di Said, ma è ancora una volta una grave disattenzione della difesa a costare cara: non riesce a chiudere su Guana che, ben lanciato sul fondo dai compagni, serve ancora Paloschi, che in perfetta solitudine, incorna il 3 a 1 nei minuti finali del primo tempo. Il Genoa, pur non avendo grandi risposte dai suoi uomini più importanti, si deve affidare a giocate individuali, con il capitano Jankovic che con un gran destro sorprende Sorrentino per il 3 a 2 così da ridare speranza ai suoi e con Kucka che successivamente colpisce un palo. La giornata nera dei rossoblu, però, non finisce qui: nonostante l’espulsione di Andreolli per il Chievo è ancora un errore difensivo di Frey, che non trattenendo una palla innocua, consente al neoentrato Stoian di depositare in rete il più facile dei gol. Viene sancita così una meritata vittoria di un Chievo cinico e spietato, che concretizza quasi tutte le azioni da gol create meritando ampiamente i 3 punti. Combattuta e importantissima è la vittoria del BOLOGNA, che si impone a domicilio per 2 a 1 sull'ATALANTA. La gara è equilibrata e viene decisa dalle giocate dei singoli. E’ infatti Diamanti a trovare l’1 a 0 con una bomba su punizione, mentre nei secondi 45 minuti, ecco che l'Atalanta trova il pari con Denis. La gara scorre poi equilibrata con le due squadre che si fronteggiano a viso aperto, pur non riuscendo a pungere con pericolosità. E’ ancora una volta un episodio a far gioire i padroni di casa, con Gabbiadini che, in una azione convulsa, è abile in mezza girata a depositare in rete regalando un’importantissima vittoria ai suoi, che reggono nel finale al tentativo di rimonta dell’Atalanta, che non riesce ad agganciare il pareggio, che sarebbe stato tutto sommato giusto. Partita senza storia quella tra UDINESE e CAGLIARI, terminata 4 a 1 per i friulani, con i sardi che per una volta si mostrano distratti e poco attenti in fase difensiva, senza l’ordine né la concentrazione nei reparti che da sempre hanno contraddistinto le loro gare dopo il cambio in panchina. E’ infatti quasi esclusivamente la squadra di Guidolin a fare la partita, attaccando in massa nella metà campo avversaria, con una difesa attenta e con i giocatori offensivi ispiratissimi, soprattutto con gli esterni che propiziano le più importanti azioni da rete, sfruttando al meglio gli spazi lasciati dagli ospiti, che non ripartono quasi mai con i propri attaccanti spenti ed impalpabili per tutto l’arco del match. I gol arrivano in massa, con Pereyra, quindi Danilo, Angella e, infine, Pasquale. Il Cagliari trova, con una flebile reazione di orgoglio la rete della bandiera grazie a Dessena. Chiude la quindicesima giornata la sfida tra FIORENTINA e SAMPDORIA, che termina sul 2 a 2. La gara vede sin dai primi minuti una Samp molto aggressiva, che pressa i centrocampisti viola limitandoli notevolmente e senza dargli la possibilità di ragionare con lucidità. I viola, non potendo sfondare in mezzo al campo, sono costretti a sviluppare maggiormente la manovra sugli esterni Pasqual e Cuadrado, che attaccano spesso la fascia mettendo nel mezzo interessanti palloni. Nonostante ciò la Fiorentina, decisamente sottotono rispetto alle ultime brillanti prestazioni, fatica a costruire azioni da rete e non a caso il gol scaturisce da un’azione di calcio d’angolo con Savic che di testa insacca l’1 a 0. Gli ospiti, però, reagiscono immediatamente: i centrocampisti, che oltre a contenere si propongono in fase offensiva, creano interessanti occasioni, sul finire di primo tempo in particolare con Tissone che, con un gran tiro, costringe alla deviazione Viviano, la cui ribattuta finisce sui piedi di Kristicic che colpisce fuori da ottima posizione.
Nel secondo tempo, la Samp sancisce la superiorità mostrata negli ultimi minuti del primo tempo e trova immediatamente il gol con Kristicic che, dopo aver messo fuori causa l’avversario diretto con una bella finta, trafigge Viviano di sinistro per il meritato pareggio. I viola, dopo alcuni minuti di sbandamento, reagiscono, ma non avendo molto peso e talento in attacco (con le prove spente di Fernandez e l’assenza contemporanea di Ljaic, Toni e soprattutto Jovetic) faticano a creare azioni interessanti, con un paio di tentativi di Cuadrado e Seferovic che, da poco entrato, colpisce di testa sull’esterno della rete. A questo punto la Samp che era riuscita a ben contenere le ripartenze avversarie, sviluppa una splendida azione sulla sinistra con Obiang, che mette in mezzo una palla d’oro, deviata sfortunatamente in rete da Rodriguez nel tentativo di anticipare l’ottimo Icardi (unico attaccante in campo e autore di una grande partita di sacrificio e di gran movimento per i compagni). I padroni di casa si affidano a questo punto a Pizarro, migliore dei centrocampisti, e alle splendide doti balistiche di Pasqual, che mette in mezzo splendidi traversoni tagliati. E’ proprio su una punizione di quest’ultimo che arriverà a pochi minuti dal termine il gol del pareggio, ancora di testa, con Savic, che realizza la doppietta personale. Inutile nei minuti finali l'attacco viola, che in superiorità numerica, si riversa con maggiore insistenza nella metà campo avversaria, sfiorando al 94esimo il 3 a 2 finale con il subentrato Aquilani. In conclusione, tra le squadre di testa l’unica a perdere punti è la Fiorentina, che viene agganciata dalla Lazio, mentre restano invariate le prime posizioni, con la Juventus prima, seguita da Napoli e Inter.

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