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giovedì 21 novembre 2024 | ore 15:53

La Juve va in fuga

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La dodicesima giornata di serie A si apre con l'anticipo del sabato tra CAGLIARI e CATANIA che termina con uno scialbo 0 a 0, che, tutto sommato, va bene ad entrambe.
Il match è dominato dal tatticismo, con le due squadre molto attente e chiuse, che cercano soprattutto di difendere, piuttosto che offendere.
Il Cagliari ha le migliori occasioni con Sau, vivace e pericoloso, mentre il Catania non riesce a rendersi seriamente insidioso, seppur degna di nota sia la prova di Legrottaglie, grazie ai suoi precisi e tempestivi interventi.
Partita senza storia quella tra PESCARA e JUVENTUS terminata 6 a 1 per i piemontesi.
La Juve macina gran gioco dal 1° al 90esimo minuto e va in gol con Vidal, Giovinco, Asamoah e Quagliarella, autore di una splendida tripletta. Il Pescara non ha molto da rimproverarsi, se non, forse, la scelta tattica dell’allenatore, che ha lasciato Pirlo libero di inventare per i compagni. Buona comunque, la reazione abruzzese che si porta sul 2 a 1 col gol di Cascione, unico insieme all’ispirato Quintero, a rendersi pericoloso su calcio di punizione e a mostrare giocate di classe, per nulla impaurito al cospetto dei forti difensori juventini.
Nel lunch match, il PALERMO si aggiudica la vittoria con un secco 2 a 0 contro una SAMPDORIA in grande crisi di gioco e risultati, giunta ormai alla settima sconfitta consecutiva.
Sono i rosanero, pur senza Miccoli, a dominare l’incontro sin dal primo minuto, mettendo in campo grande voglia e cattiveria agonistica. Prima con Brienza, molto ispirato sulla fascia, che sforna un bell’assist per Ilicic (che sbaglia calciando alto da buona posizione) e poi con il giovanissimo Dybala. Il diciottenne, con una giocata di gran classe, fa fuori la difesa avversaria e calcia in prossimità di Romero, trovando la strepitosa risposta del portiere, che, aiutato dalla buona sorte, alza il pallone sopra la traversa. Tuttavia, l’argentino non si arrende, tanto da realizzare due reti di pregevolissima fattura nel corso del secondo tempo e da andare vicinissimo alla tripletta personale su contropiede a fine gara.
Per la Samp, invece, una prova molto negativa, soprattutto nell’atteggiamento, passivo e rinunciatario, nonché nel modulo, troppo difensivo, con il solo Eder di punta, isolato e stretto costantemente nella morsa dei difensori avversari. Pochissime le azioni prodotte, con il solo Maresca pericoloso su punizione.
Pareggiano per 0 a 0 PARMA e SIENA.
Nonostante il risultato, sono i gialloblu che creano le migliori occasioni, prima con Biabiany, che nel primo tempo mette un’importante palla che non trova la correzione vincente di Rosi, poi con Marchionni, che con un bel destro impensierisce Pegolo. Infine, ancora Biabiany, il più pericoloso dei suoi, che colpisce di tacco e si vede respingere sulla linea di porta il gol vittoria da Felipe. Il difensore toscano merita una nota di merito per questo splendido salvataggio nel finale, che vale come un gol.
Ad ogni modo, il Siena è rinunciatario e gioca unicamente per il pareggio, senza saper sfruttare gli importanti spazi lasciati da un Parma a caccia di gol nel secondo tempo. Riesce a creare solo una pericolosa ripartenza con Valiani, che, lanciato verso la porta, si allunga troppo il pallone, favorendo l’intervento del portiere avversario.
Si dividono la posta in palio anche UDINESE e CHIEVO VERONA, che si danno battaglia in una partita dove, per una volta, i protagonisti in zona gol sono i difensori.
Dopo un inizio di gara in cui nessuna delle due squadre riesce ad avere la meglio sull’avversario, arriva l’episodio che porta in vantaggio il Chievo: Andreolli sfrutta un calcio d’angolo battuto da Luciano, e, dopo l’incerta respinta di Brkic (non perfetto in questa occasione) insacca.
L’Udinese reagisce immediatamente: in una giornata dove Di Natale non brilla, si affida alle giocate di Armero ed alla vena realizzativa di Angella, che si scopre difensore goleador pareggiando la partita con un bel colpo di testa.
Successivamente, il Chievo Verona fallisce un rigore con Luciano, e, a causa dell’espulsione di Danilo (responsabile di aver provocato un altro rigore) si trova in inferiorità numerica.
Questa volta il penalty è trasformato dal neo entrato Paloschi.
Nel finale, quando l’Udinese sembra ormai uscire sconfitta, arriva il gol di Angella, che trova la doppietta personale consegnando ai suoi un pareggio ormai insperato.
Coglie un’importante vittoria il TORINO che vince in casa per 1 a 0 contro il BOLOGNA.
Sono i granata a fare la partita, creando nel primo tempo una buona opportunità con Bianchi, con gli emiliani che cercano di colpire in contropiede.
Nel secondo tempo continua a crescere il forcing dei padroni di casa, prima con una bella punizione di Sansone, sventata da Agliardi, e successivamente con D’Ambrosio che segna di testa il gol dell’1 a 0 su assist di Santana.
Colpito, il Bologna reagisce creando una buona occasione con Diamanti, che da fuori area sfiora lo specchio della porta, e a seguire con Gilardino, che gira di poco a lato. Ma nonostante i tentativi, il risultato rimane invariato.
Grande FIORENTINA, che fa la partita con il centrocampo, schierato da Montella - per la prima volta - con Aquilani, Pizarro e Valero. Costruiscono gioco, pressano a tutto campo insieme ai compagni e mantengono spesso il possesso palla. La supremazia di questo reparto è anche confermata dai gol: il primo di Aquilani, che, approfittando di un mancato disimpegno della difesa rossonera, insacca di sinistro, e il secondo di Valero. Lo spagnolo dribla lo statuario Mexes e deposita in rete alle spalle di un incolpevole Abbiati.
Il MILAN è spesso messo sotto scacco dall’aggressività dei giocatori viola, che non fanno ragionare i portatori di palla, con l’ex Montolivo che fatica a incidere come al solito. Le occasioni sono poche e sporadiche, con velleitari tiri da fuori tentati dai vari Boateng, Montolivo ed El Sharawii. Pesa molto l’errore di Pato che, sull’1 a 0 avversario, sbaglia un rigore tirando alto sopra la traversa.
Il secondo tempo si apre con la reazione veemente dei rossoneri, che sono più aggressivi: lasciano meno spazio agli avversari, si riversano maggiormente nella metà campo nemica e cercano soprattutto la via del gol con l’occasione di testa di Boateng, che va vicinissimo alla rete. Sarà il neo entrato Pazzini a trovare il gol ribadendo in rete il pallone, prima finito sul palo con tacco del compagno Mexes.
La Fiorentina, però non molla, e anzi crea diverse ripartenze pericolose. Cuadrado, dopo una bella discesa sulla fascia destra, cerca El Hamdaoui in mezzo all’area, ma è bravissimo Bonera ad intercettare il passaggio, favorendo l’intervento di Abbiati. E’ poi Toni, che su una pericolosa ripartenza, non riesce a servire con tempismo El Hamdaoui facendosi fermare da Mexes, che commette un fallo tattico, e Cassani, che spreca clamorosamente tirando in porta colpendo il palo al posto di servire in mezzo il compagno. Infine arriverà il meritato gol del 3 a 1 realizzato dall’attaccante marocchino con uno splendido destro a giro, che suggella la meritata vittoria viola.
Nella partita più attesa dalle tifoserie romaniste, arriva l’importantissima vittoria per la LAZIO che si impone per 3 a 2 contro la ROMA.
Il match è come da copione intenso e dagli altissimi contenuti agonistici.
E’ la Roma a passare per prima in vantaggio con Lamela che, furbescamente, spinge il suo diretto avversario, con l’arbitro che non vede la scorrettezza e convalida la rete.
La squadra di Zeman, che fino a questo punto aveva ben retto la prestazione, viene punita dagli errori dei singoli, che la condannano oltre merito.
Gravi sono quelli del portiere Goicoechea, che devia in rete una punizione potente ma centrale di Candreva, nonché dei due centrali di difesa, che si dimostrano disattenti su un tiro cross di Hernanes, di cui Klose approfitta stoppando il pallone e segna il 2 a 1.
Successivamente è De Rossi a commettere una gravissima ingenuità: colpendo Mauri con un pugno, finisce inevitabilmente per essere espulso dall’arbitro, lasciando i suoi in inferiorità numerica per tutto il secondo tempo.
A fine gara, Mauri, realizzatore della terza rete laziale, macchia parzialmente la propria buona prestazione con l’espulsione per somma di ammonizione dopo aver colpito ingenuamente il pallone con il braccio.
Inutile, solo un minuto dopo, il gol di Pjanic, festeggiato peraltro dal bosniaco con parole non certo amichevoli nei confronti del suo allenatore Zeman, a conferma dei nervosismi ormai da tempo frequenti nello spogliatoio della Roma. L’impressione è quella di una squadra che cerca di adattarsi al gioco del boemo, ma con grande difficoltà.
Vince in rimonta per 4 a 2 il NAPOLI contro il GENOA.
Nonostante il risultato negativo, sono i padroni di casa a rendersi più pericolosi nella prima parte del match e a mettere in difficoltà gli avversari. Trovano inizialmente la rete con Immobile e vanno molto vicini al gol del raddoppio con Jankovic e Bertolacci.
Il secondo tempo vede però la reazione della squadra di Mazzarri con il subentrato Mesto che, in grande spolvero, trova il pareggio.
I rossoblu reagiscono realizzando il momentaneo gol del vantaggio con Bertolacci, ben servito da Antonelli.
A questo punto, ecco che viene fuori l’enorme potenziale offensivo del Napoli: prima con Cavani, che scatta perfettamente sul filo del fuorigioco e infila Frey, e poi con Hamsik, che beneficia di uno splendido cross di Mesto dalla fascia destra.
Ma non è finita qui: sul 90esimo Mesto suggella la sua splendida prestazione con un perfetto cross che trova la testa di Hamsik per il 3 a 2. Infine, il Genoa, con la squadra in avanti alla ricerca del pareggio, subisce anche il quarto gol del Napoli con Insigne in contropiede.
Nel posticipo serale della dodicesima giornata di serie A, è di scena la sfida tra ATALANTA e INTER, che si conclude per 3 a 1 a favore dei bergamaschi.
Buon inizio dei padroni di casa, che fanno la partita, con Moralez e Schelotto letteralmente scatenati e che sfondano diverse volte sugli esterni, mettendo importanti palloni per Denis. Sono poi bravi a concedere alla squadra di Stramaccioni due sole occasioni con Palacio, entrambe di testa, ben sventate da Consigli.
La superiorità dell’Atalanta è sancita da un meritato gol di Bonaventura, su splendido assist di Peluso, e il raddoppio viene sfiorato da Denis, che su assist di Schelotto, spara alto da ottima posizione. Successivamente è Cigarini, che con un bel tiro da fuori fa tremare Handanovic, con la palla che esce a lato di pochi centimetri.
Nel secondo tempo, l’Inter rialza la testa e trova il pareggio con una bomba su punizione di Guarin.
Il gol da morale ai nerazzurri, che attaccano con maggiore convinzione nel tentativo di portare a casa la partita.
Ma è proprio quando l’Inter sembra aver preso campo ed aver portato l’inerzia del match dalla sua parte, che l’Atalanta non ci sta, e, grazie ad una grande azione di Maxi Moralez che arriva sul fondo e mette una palla d’oro per Denis, realizza il 2 a 1.
Pochi minuti dopo è ancora Moralez, nettamente migliore in campo, ad involare sulla fascia: entra in area, finisce atterrato da Silvestre e si procura il rigore che Denis realizza freddamente.
La partita sembra chiusa, ma, a pochi minuti dal termine, è Palacio, che trova con un bel sinistro ad incrociare il 3 a 2 ridando una flebile speranza ai compagni. Pochi istanti dopo, tra le fila atalantine, viene espulso Parra (da poco entrato) per un brutto colpo su Guarin.
Nei pochi minuti che mancano da lì a fine gara, l’Atalanta difende con i denti, dimostrando di meritare pienamente la vittoria, con una gara giocata splendidamente da tutti gli effettivi, con una difesa quasi perfetta, e un ottima fase offensiva, con magistrali ripartenze, che spaccano in due la partita.
Tirando le fila, perde tre punti importantissimi nella lotta scudetto l’Inter, ora a quattro punti dalla Juventus, mentre ne approfitta il Napoli ,distante un solo punto dai nerazzurri.

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