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Gio, 21/11/2024 - 16:50

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giovedì 21 novembre 2024 | ore 17:35

Juve e Napoli non mollano la vetta

Bene anche la Lazio che rimane nelle prime posizioni. Derby di polemiche, alla fine, però, la spunta l'Inter. Roma vittoriosa in casa, così come la Fiorentina.
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E anche la settima giornata di campionato è terminata. Il primo anticipo del sabato sera vede vincente il Chievo Verona: la squadra usufruisce del cambio in panchina e sconfigge per 2 a 1 la Sampdoria (già al secondo k.o. consecutivo) grazie alle reti di Thereau e Di Michele. Nel secondo anticipo, invece, ecco Genoa e Palermo: continua a produrre buoni risultati la cura dell’ex allenatore rosso blu Gasperini che, nonostante l’insidiosa trasferta di Genova, porta in dote alla compagine rosanera un buon punto, grazie alla rete di Giorgi ben imbeccato da Ilicic, per farsi poi raggiungere a causa di un errore individuale di marcatura su Borriello, che, anch’esso di testa, segna la rete del pareggio. Torna finalmente alla vittoria (la prima in casa di questa stagione) la Roma di Zeman che regola l’Atalanta per 2 a 0 con reti di Lamela e Bradley. L’inizio del match non è incoraggiante con gli avversari che partono a mille e sfiorano con due clamorose occasioni le reti del vantaggio (seppur sono da ricordare in negativo le prestazioni del portiere Consigli e del bomber Denis). Poi, quasi inaspettato, arriva il gol di Lamela, su assist di un Totti straordinario che corre, lotta e combatte in tutte le parti del campo, mostrando giocate e colpi di classe degni della sua fama. Sembra essere più complicato del previsto il problema De Rossi che, dopo i malumori mostrati al suo allenatore per la fragorosa sconfitta con la Juventus, è costretto ad assistere in panchina per tutti e 90 i minuti dell’incontro. Continua, invece, a confermarsi come una delle squadre più forti e in forma del campionato la Lazio che, con una punizione magistrale di Hernanes e una doppietta di Klose stende un Pescara sempre in balia dell’avversario in cui è difficile trovare un giocatore o un reparto che si sia ben distinto. Analogo discorso per il Catania che si conferma inarrestabile in casa dove, sospinta dall’incitamento del proprio pubblico, sconfigge per 2 a 0 il Parma grazie alle reti di Gomez e Bergessio, che si rendendo protagonisti, insieme ad Almiron e al compagno di reparto Barrientos, di passaggi e triangolazioni sublimi. Per il Parma, invece, un pomeriggio da dimenticare: la difesa non riesce a limitare il talento degli avanti avversari e gli attaccanti non si rendono mai veramente pericolosi. Pare beneficiare dello scossone del cambio di panchina anche il Cagliari che sconfigge a sorpresa il Torino nel suo stadio. La compagine granata fa un passo indietro rispetto alle ultime buone prestazioni: disputa una gara sottotono non riuscendo a imporre il proprio gioco sugli avversari e si mostra priva di idee e senza quell’ardore agonistico che l’ha da sempre contraddistinta in questo inizio di stagione. Dal canto loro i sardi sono ordinati e volenterosi; i reparti sono compatti e la difesa è ben protetta dal centrocampo. Buona la prova come squadra, dove emerge la forza del collettivo più che quella dei singoli, con una meritata citazione per Nenè che ha il merito di trasformare il rigore della vittoria. Nel derby dell’appennino si aggiudica l’incontro, mostrando un bel gioco, la Fiorentina, che sconfigge il Bologna al Franchi per 1 a 0 con rete del solito Jovetic.
Buona la prova dei viola, che nonostante le assenze di alcuni titolari ben rimpiazzati da Savic in difesa all’esordio assoluto in serie A, e Olivera in mezzo al campo mantengono inalterata la loro identità di gioco. Il reparto difensivo non consente mai agli avversari di costruire nitide azioni da rete e il centrocampo vede protagonisti di buone prove Pasqual e Cassani, oltre a Valero che raccoglie spesso applausi per le sue giocate di pura classe e tecnica. Per il Bologna, invece, una prestazione negativa, con il demerito di non lottare fino in fondo per cercare la rete del pareggio, nonostante lo svantaggio di un solo gol. L’unico dei suoi che prova ad inventare calcio è Diamanti, mentre Gilardino, al cospetto del suo ex pubblico, disputa una pessima gara, non riuscendo mai a impensierire la retroguardia avversaria anche a causa dei pochissimi palloni giocabili servitigli dai centrocampisti. Si conferma in testa alla classifica la Juventus che si aggiudica la vittoria per 2 a 1 nella difficile trasferta di Siena. Tuttavia, la capolista non convince a pieno: in questo incontro, la difesa a 3 scricchiola ripetutamente e alcuni giocatori chiave come Vucinic e Chiellini sono apparsi fuori forma. Ma si sa, le squadre forti sono quelle che riescono a vincere anche quando non giocano al meglio delle loro potenzialità, e la Juve, salvata dai singoli, ne è una prova lampante. Pirlo, infatti, tira fuori dal cilindro una splendida rete su punizione, mentre Marchisio realizza il gol vittoria con un bel destro al volo. Tanto basta. Il Siena, dal canto suo, si può ritenere molto soddisfatto per aver tenuto testa alla capolista. I migliori del Siena sono Angelo, che nel primo tempo mette in difficoltà De Ceglie fornendo spesso palloni importanti nel mezzo, Vergassola che, da vero capitano, recupera palloni e ringhia sugli avversari e Calaiò che realizza il goal dell’1 a 1 dimostrando a pieno il suo valore, avendo spesso la meglio contro i forti difensori juventini. Uno dei due posticipi serali vede protagoniste Napoli ed Udinese, che danno vita ad un bell’incontro dove alla fine a spuntarla è il Napoli per 2 reti a 1. I partenopei giocano un ottimo incontro e vengono trascinati, come ormai consueto, dai suoi uomini di maggior tasso tecnico, Hamsik e Pandev. L’Udinese paga, invece, la prova sottotono del reparto difensivo, e non basta il lampo di Pinzi che, lanciato da Maicosuel, illude i friulani. Nel più atteso dei posticipi serali si consuma un derby molto acceso dal punto di vista agonistico e ricco di polemiche di cui sentiremo parlare per molto tempo. A spuntarla alla fine è l’Inter che riesce a mantenere per tutta la partita il gol siglato da Samuel nei primi minuti di gioco, nonostante i ripetuti assalti del Milan. I rossoneri pagano l’ennesima disattenzione sulle palle inattive, che sono ormai diventate un vero e proprio incubo per i difensori. Clamoroso l’episodio in cui viene fischiato un fallo contro il Milan a causa di un tuffo del portiere Handanovic che respinge il pallone e viene ostacolato, a detta dell’arbitro, da Emanuelson, negando così il successivo splendido gol di Montolivo. A livello di singoli, per il Milan sono molti a deludere e soprattutto sono in pochi (Montolivo ed Emanuelson su tutti) a prendere iniziative e a tentare di saltare l’uomo per provare a tirare in porta. L’Inter, dal canto suo, disputa una buona gara, dimostrandosi cinica nell’occasione della rete, tenendo bene il campo e producendo buone trame di gioco, rischiando poco fino all’espulsione di Nagatomo. Da quel momento in poi, la partita cambia: il Milan si fa più pericoloso e crea molte più difficoltà alla retroguardia interista, a dir la verità, più con azioni di orgoglio, forza e tiri da fuori che con il gioco. L’inter, però, resiste dimostrandosi squadra più esperta, compatta e fisica. Non è un caso che gli uomini che hanno condotto l’Inter alla vittoria siano stati due elementi della vecchia guardia: Samuel, senza dubbio migliore in campo, e Cambiasso, vero e proprio mastino del centrocampo. E’ indubbio come gli episodi in questa partita abbiano rivestito un ruolo fondamentale per il risultato finale dell’incontro. Si delinea sempre più lotta per lo scudetto che pare orientarsi sempre più a 4 squadre: Juve, Napoli, Lazio e Inter.

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