Milano / Malpensa
AAA... cercasi top player
- 20/09/2012 - 15:57
- Fuori campo
Il campionato di serie A è da poco iniziato, ma non è un mistero che la stagione che ci apprestiamo a vivere è partita sotto il segno di un grosso ridimensionamento generale sia a livello tecnico che economico. Fragorose sono state le partenze (direzione Parigi) di Ibrahimovic, Thiago Silva e Lavezzi per cifre astronomiche, ma non altrettanto lo sono stati i colpi, o presunti tali, inseguiti dai club italiani, la Juve su tutti, che ha cercato per mezza estate prima Van Persie, poi Jovetic e infine LIorente (ci riproverà a gennaio), per poi ripiegare su un giocatore che di certo non accenderà gli entusiasmi dei tifosi juventini, quel Bendtner che ha disputato la sua miglior stagione in termini realizzativi nell’annata 2006/2007 nel Birmingham, una squadra il cui livello non è sicuramente eccelso. Certo, il club bianconero rimane di ottimo spessore, ed è forse ancora più competitivo con alcuni acquisti mirati come Isla, Asamoah e Giovinco, tornato alla compagine torinese dopo essere stato a lungo in comproprietà con il Parma, ma si sa, in Champions senza un attaccante di grande livello, che garantisca almeno 20 gol a stagione, è difficile fare molta strada. Ad ogni modo, le altre squadre del campionato di serie A non sono rimaste a guardare: il Napoli si è rinforzato con l’acquisto di buoni giocatori come Behrami, Gamberini e Insigne, che molti associano a nuova stella del calcio italiano dopo l’ottima stagione disputata a Pescara l’anno scorso alla corte di Zeman. La Roma ha acquisito Destro e Balzaretti su tutti, ma con il ritorno di Zeman c’è da aspettarsi una debacle clamorosa o un’annata straordinaria: nella carriera dell’allenatore boemo, si sa, le mezze misure non sono di casa. La squadra che meno impressiona è sicuramente il Milan che, oltre ad aver sacrificato per il bilancio i suoi top player ed essersi privato in un sol colpo dei suoi senatori, si è rinforzato per lo più con giocatori che campioni di certo non sono e forse non lo diventeranno mai, come Costant, Bojan krkic, Niang e Traorè: la difesa sulla carta è il reparto più debole, non avendo un ricambio di livello sulla fascia sinistra per Antonini, inoltre i suoi difensori centrali paiono essere tutto fuorché affidabili con Yepes, esperto e valido, ma con la carta d’identità che recita 38 primavere, con Bonera che nella sua lunga carriera non è mai riuscito a dimostrare fino in fondo il suo valore, con Mexes che nelle ultime stagioni ha passato più tempo in infermeria che in campo, e con Zapata, ex udinese e Villareal (squadra, tra l’altro, appena retrocessa nel campionato spagnolo.) Gli unici punti fermi sembrano essere Boateng, Abate e Pato, se tornerà a giocare con continuità ai livelli che gli competono, e Pazzini carico di rivincita con tanta voglia di tornare a segnare molte reti dopo l’esperienza in chiaro scuro con l’Inter. Proseguendo nell’analisi, resta buono l’organico della Lazio che ha soprattutto badato a non cedere i suoi due uomini più importanti, Klose ed Hernanes, così come quello dell’Inter, che si è tenuta stretta Sneijder e si è ben rinforzata con Palacio, giocatore di buon livello che conosce bene il campionato italiano, con Cassano che, come il suo collega Pazzini, ha voglia di rivalsa e di riscatto dopo aver lasciato una società che, a suo dire, ha promesso tanto e mantenuto poco. I nerazzurri hanno, poi, ben pensato di trattenere tanti giovani interessanti quali Coutinho, Obi, Alvarez e Juan, che, secondo molti, potrà sostituire un forte giocatore come Samuel che da anni è uno dei pilastri della difesa interista. Infine, è doverosa una nota di merito alla Fiorentina che rappresenta l’outsider del campionato con una squadra quasi completamente rinnovata (basti pensare che nella formazione titolare gli unici reduci della scorsa annata sono Jovetic, Pasqual e non sempre con continuità Cassani e Romulo). Si deve ricordare l’arrivo dell’ex compagno di Giuseppe Rossi, Borja Valero, punta del mercato viola e candidato a prendersi le chiavi del centrocampo; nonché altri buoni giocatori quali Tomovic, Aquilani e Cuadrado. Di certo, il nostro campionato resta di buon livello, ma le basse cifre spese dai club, un mercato sempre più impostato su prestiti e diritti di riscatto e dove sceicchi emergenti acquistano col “dio denaro” qualunque giocatore vogliano a cifre fuori mercato, non lo aiuta certo a crescere. Tutto ciò fa capire quanto lontani e ormai utopistici, anche a causa della situazione economica del nostro paese, siano i tempi in cui i migliori giocatori mondiali vedevano la serie A come il campionato più bello e più competitivo del mondo.
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