Milano / Malpensa
"Quando un brutto male ti colpisce..."
- 21/05/2012 - 16:17
- Castano Primo
- Salute
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: “Eh si, stavolta è toccato a me! Cosa vuoi mai, all’alba dei 73 anni (li compirò a giugno), pensavo di averla fatta franca, nel senso che certe malattie (quelle, tanto per capirci, che ti danno non una, bensì mille preoccupazioni) non mi potessero più acchiappare. Invece no! Eccomi qui a raccontare brevemente come è andata. Tutto inizia nel mese di ottobre dello scorso anno quando osservandomi attentamente allo specchio scopro una piccola malformazione sulla lingua. Il fatto mi insospettisce perché su quell’organo vitale per la bocca, già 4/5 anni prima, avevo subito un intervento in ospedale. Prenoto, così, una prima visita dall’otorino al nosocomio di Cuggiono e... inizia l’avventura. Da ingenuo e sprovveduto pensavo che si sarebbe risolta (la visita) con una pacca sulla spalla ed il professionista che, rivolgendosi a mia moglie con una frase del tipo “signora, dica a suo marito di non preoccuparsi più di tanto perché si tratta di cosa di poco conto!”, mettesse fine al tutto. Al contrario, accade ciò che ognuno di noi ammalati vorrebbe sempre con accadesse mai: cioè lo specialista chiede un consulto medico con un collega dello stesso reparto [...] e la diagnosi che ne consegue è impietosa: carcinoma di secondo grado. Non conoscevo nemmeno il significato di quella parola, così che, appena tornato a casa, detti una sbirciata ai dizionari per sapere bene cosa volesse dire. In buona sostanza e per farvela breve bisognava andare di nuovo ‘sotto i ferri’. Qui bisogna fermarsi, però, perché è indispensabile una premessa, anzi due. La prima è doverosa: in tutta questa faccenda balza agli occhi che, pur trattandosi di una bruttissima malattia, quest’ultima era annidata in un posto (la lingua, appunto) facilmente asportabile. La seconda, riguarda i medici dell’ospedale di Cuggiono e del reparto di Otorinolaringoiatra: fantastici, preparati e sempre disponibili. C’è di che essere orgogliosi e onorati sapendo che dentro il Servizio Sanitario italiano operano simili persone. [...] Proseguiamo, ora, col racconto. Terminato l’intervento (9 ore circa di sala operatoria “mi hanno dovuto tagliare e ricostruire metà della lingua”) e, dopo un breve periodo di riposo, vengo trasferito all’ospedale della Carità di Novara per le terapie del caso. [...] Qui trovo ad attendermi una équipe di medici che mi seguiranno nel decorso della malattia (grazie a familiari, parenti, amici, la Croce Azzurra che si sono offerti di accompagnarmi). Le radio mi risultano particolarmente pesanti, ancora più della chemio [...]. Ora, tutto il fattibile è stato fatto; devo soltanto proseguire con i controlli e le visite prescrittemi e da concordare con il medico di famiglia (altra figura per me importante). Infine, mi chiedo: “Dove sta scritto che la Sanità italiana ‘fa acqua’ da tutte le parti?”. Chissà, forse sono, già, guarito (da questo malanno si intende, perché ne ho anche degli altri) e non mi sono accorto... Di certo significa che quanto c’era da fare è stato fatto scrupolosamente, da parte di tutti. Tutti, lo voglio ribadire... Grazie, grazie e ancora grazie di cuore”.
Alfredo Mocchetti - Castano Primo
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