Milano / Malpensa
Videointervista a Davide Flauto
- 21/11/2011 - 13:45
- Storie
L'avevamo lasciato nel 2010, quando, per motivi personali, era stato costretto a lasciare la scuola di ‘Amici’. Lo ritroviamo ora, un artista più maturo con all’attivo singoli di successo e un ep autoprodotto. Stiamo parlando di Davide Flauto, il cantante originario di Inveruno che si è fatto conoscere al grande pubblico alla corte di Maria De Filippi, ma che adesso… è un altro. “Dopo quell’esperienza sono volato oltreoceano, a New York – dice lo stesso Davide – Ero alla ricerca del suono che volevo, dell’intenzione giusta, e allora mi sono rivolto a Ted Jensen, ingegnere della Sterling Sound, nella Grande Mela, che ha curato artisti come i Tokio Hotel e i Cure. Da quella collaborazione è nato, fra l’altro, ‘Diverso’, il mio primo singolo autoprodotto, e l’ep ‘Vivo per metà’, scaricabile da iTunes dal 31 ottobre scorso”. Dicci qualcosa di più su questi brani. “Una canzone che mi piace commentare è ‘Il grande circo’: è un pezzo in cui racconto la mia esperienza con le case discografiche e con la tv, un’esperienza che è stata molto negativa. Poi c’è ‘Vivo per metà’, che è un brano introspettivo in cui mi racconto come artista e racconto cosa vuol dire essere me. E poi c’è l’amore, che ho vissuto in prima persona… e la versione acustica di ‘Diverso’”. Come vivi le critiche altrui? “Con filosofia, me le faccio scorrere addosso e mi dico che chi è capace di dare giudizi gratuiti senza conoscermi non vale la pena di essere ascoltato”. Hai quindi alcuni ‘nemici’. Gli amici, invece...? “Beh... sono tantissimi, vai tu a riconoscere quelli veri. Essere famosi è bello perché non si è mai soli, solitudine che io ho, invece, avuto modo di sperimentare nella mia vita, il sentirsi soli per davvero. Però essere famosi è impegnativo, bisogna stare attenti a chi ti sta intorno e perché lo fa. Non sono uno che si camuffa, non mi sento un montato, non strumentalizzo il mio successo… sono semplicemente io. E mi fa piacere se la gente mi riconosce: significa che ti porta con sé, ha un ricordo di te nella mente”. E adesso cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Stai portando avanti qualche progetto in questo momento? “Non vi posso dire ancora niente. Diciamo che è un progetto che comprende me, ma è più grande di me! Ho in serbo una grande sorpresa”.
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