Milano / Malpensa
Galline nel Roccolo? "No, grazie!"
- 27/10/2011 - 10:36
- Busto Garolfo
Un categorico ‘no’, all’insediamento di 328 mila galline ovaiole nel Parco del Roccolo, è arrivato a gran voce dal Comune e dai suoi cittadini. Il progetto, proposto dall’azienda agricola di 'Bruzzese Andrea' con sede ad Olgiate Olona, ha come scopo quello di produrre pollina, ovvero, un concime organico ottenuto dal riciclaggio per trattamento industriale delle deiezioni degli allevamenti ovaioli. Questa produzione dovrebbe essere effettuata tramite un tipo di essiccazione a tunnel esterno. Il procedimento è sostanzialmente questo: la pollina deposta sui nastri trasportatori e soggetta all'aria di ventilazione dei capannoni, durante la sua permanenza della durata di due giorni presso la stalla, viene parzialmente essiccata. Alla fine del primo processo, tutta la pollina verrà, successivamente, inserita nei tunnel di essiccazione costituiti da una serie di nastri trasportatori, in modo tale da far scendere il tutto al piano di scarico. Da quanto sostiene lo stesso Bruzzese, ciò non avrà nessun tipo di impatto ambientale poiché il trattamento di ventilazione sarà strettamente controllato proprio per evitare che l’acido ialuronico (NH3) si trasformi in ammoniaca e venga emesso in atmosfera. Tutto il ciclo di produzione - essiccazione dovrebbe avere una durata massima di quattro giorni. I tunnel verranno inseriti al di fuori dei tre capannoni zootecnici, dove saranno suddivisi pollame e galline. La costruzione di queste tre strutture dovrebbe occupare un’area di circa 100 mila mq, ovvero la zona di campagna libera da edificazione del Parco del Roccolo, che collega i Comuni di Busto Garolfo, Canegrate e Parabiago. L’Ingegner Luigi Cardani, competente della pianificazione e gestione del territorio di Busto, ha stilato una serie di motivazioni per le quali l’avvio del progetto potrebbe comportare danni al territorio e non solo. Innanzitutto fa notare come le emissioni in atmosfera di ammoniaca prodotta dagli allevamenti, potrebbe implicare non solo l’alterazione odorigena dell’ambiente esterno, ma anche possibili danni alla salute umana nonché la proliferazione di insetti e parassiti nell’area locale. Oltre a questo primario rischio, ci sono altre motivazioni minoritarie, ma comunque importanti, contro il progetto, come ad esempio il fatto che tutto ciò sottrarrebbe un’area abbastanza grande di territorio agricolo e, inoltre, modificherebbe inevitabilmente lo scenario visuale - percettivo del paesaggio tipico del sistema rurale tradizionale. Importante è anche l’impatto che si potrebbe avere sulla flora e sulla fauna, ma tale problema non è stato minimamente preso in considerazione dal documento progettuale nel quale non compare un’analisi delle specie animali e vegetali presenti sul territorio interessato. Secondo il promotore dell'iniziativa, l'allevamento favorirebbe la diffusione della fauna selvatica, anche se in realtà non è proprio così (infatti, l’unico incremento possibile potrebbe essere unicamente quello di specie infestanti e non è tutto, poiché bisogna tener conto anche dell’inquinamento acustico che l’allevamento comporterebbe, oltra al già citato danneggiamento della salute pubblica dovuta alla dispersione di odori ed eventuali agenti patogeni; agenti biologici responsabili dell’insorgenza di malattie). Le maggiori conseguenze sarebbero, perlopiù, problemi di tipo gastrointestinale e possibili disturbi ad occhi, naso e testa. Insomma, leggendo queste considerazioni si può chiaramente comprendere per quali motivi un progetto del genere non possa essere avviato e a tale proposito, per impedire questa situazione sgradevole sia per l’uomo sia per l’ambiente, il Comune di Busto Garolfo si è mobilitato pubblicando sul suo sito ricerche al riguardo ed organizzando varie conferenze ed incontri, durante i quali anche i cittadini hanno fatto sentire la loro voce. L'ultimo appuntamento si è tenuto il 20 ottobre scorso presso l’auditorium Don Besana di via Manzoni con la partecipazione dei sindaci di Busto Garolfo, Angelo Pirazzini, e di Canegrate, Walter Cassani. Ad aprire gli interventi è stato l’assessore bustese Cardani, che ha esposto un quadro generale non troppo rassicurante. Un corteo è stato organizzato dai cittadini dei tre paesi per manifestare contro l’insediamento e le condizioni brutali in cui sarebbero costrette a vivere migliaia di galline. La battaglia sembra ancora lunga, ma di una cosa i Comuni sono certi: il Parco del Roccolo deve rimanere così com'è. Dopotutto è il polmone verde della zona ed è un dovere proteggerlo.
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