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venerdì 02 agosto 2024 | ore 22:24

Un caso di pedofilia ad Inveruno

La notizia è trapelata dal sito di Repubblica
Attualità - Violenze sulle donne (Foto internet)

La notizia mette davvero i brividi, sia per l'età della piccola coinvolta sia per il contesto in cui è maturata la vicenda. La notizia è stata diffusa dalla sezione Milano del sito del quotidiano 'Repubblica' : "Pedofilia, una 14enne filma gli abusi e fa condannare l'amico dei genitori. L'uomo, 61 anni, aveva cominciato a violentarla già da cinque anni. Sfruttando il rapporto di fiducia con i genitori, riusciva a rimanere solo con lei e la portava nella propria abitazione a Inveruno". Questo il drammatico titolo con cui si apre una storia di orrore e raccapriccio. "Stuprata per anni con particolare violenza da un amico di famiglia, a 14 anni si è convinta a denunciarlo dopo aver visto una tramissione delle Iene sulla pedofilia - è l'incipit dell'articolo - E per provare gli abusi di cui era vittima, li ha filmati di nascosto dal suo aguzzino con il telefonino, ottenendo la sua condanna a otto anni e quattro mesi di reclusione". Da quanto si legge dal sito del quotidiano la condanna è stata inflitta con rito abbreviato, dunque con lo sconto di un terzo della pena, dal giudice per l'udienza preliminare Luigi Varanelli al termine di una rapida inchiesta coordinata dal pubblico ministero Giancarla Serafini. La denuncia risale allo scorso 5 maggio e l'uomo, un 61enne che violentava la bambina fin da quando quest'ultima aveva solo 9 anni, è stato fermato solo con un'ordinanza di arresto eseguita lo scorso giugno. Gli abusi, dunque, sono cominciati nel 2005, dopo che l'uomo aveva avuto una relazione con la madre della vittima. Torniamo a leggere quanto riportato: "Sfruttando il rapporto di fiducia con i genitori della bambina, l'imputato riusciva a rimanere solo con lei e la portava nella propria abitazione a Inveruno, oppure in auto, fuori città, dove la obbligava a consumare i rapporti sessuali. Poi la minacciava perché non parlasse, mostrandole bastoni e coltelli e sussurrandole che altrimenti qualcuno della sua famiglia si sarebbe fatto male. Solo lo scorso 16 aprile, durante una gita con la classe, la ragazzina ha cominciato a raccontare qualcosa alle proprie compagne e poi a un'insegnante, fingendo tuttavia di riferire le confidenze di un'amica. A convincerla a denunciare, dirà poi agli inquirenti, è stato l'appello di un ragazzo vittima di pedofilia intervistato dalle Iene. Aveva inoltre avuto l'impressione, dimostratasi però poi infondata, che il 61enne avesse messo gli occhi su un'altra ragazzina residente nello suo stesso palazzo e voleva fermarlo. Compagne e insegnante, del resto, avevano capito che la ragazzina in realtà parlava di se stessa. Anche perché durante la gita riceveva continue telefonate dall'uomo. Alla fine la ragazzina si è risolta a parlare anche con i genitori e con loro il 5 maggio si è presentata in procura, descrivendo agli inquirenti le violenze subite e gli oggetti che l'uomo utilizzava, poi sequestrati durante una perquisizione. La 14enne, già ritenuta credibile, ha però consegnato agli investigatori la prova regina che ha inchiodato il suo aguzzino: una serie di registrazioni e in particolare un filmato di un atto sessuale subito scaricato solo quattro giorni prima della denuncia. Di qui l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 61enne firmata dal gip Gloria Gambitta ed eseguita il 22 giugno". Si aprono ora inevitabili interrogativi su come possano accadere fatti di questo tipo, gesti ed episodi che scuotono gli animi e squarciano la tranquillità di un'intera comunità.

L'articolo su Repubblica

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