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Allarme peste suina

Da Germania campanello d'allarme per l'Italia; a rischio comparto strategico. In Lombardia 4,5 milioni di suini, il 53% del totale nazionale. "Governo deve prevenire problema".
Territorio - Allarme peste suina (Foto internet)

"Questa epidemia si sta spostando pericolosamente. E i cinghiali selvatici sono tra i vettori principali della peste suina africana. La Germania non è dall'altra parte del mondo, bisogna evitare a tutti i costi che la malattia arrivi in Italia. Sarebbe un colpo letale per la suinicoltura lombarda e italiana, già alle prese con difficoltà economiche. Un caso di peste suina africana in Italia comporterebbe il blocco delle esportazioni di prosciutti e più in generale dei prodotti suinicoli. Serve aumentare l'allerta immediatamente". Lo ha detto l'assessore regionale lombardo all'Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi. La peste suina africana, infatti, è stata rilevata per la prima volta in Germania, in un cinghiale nel Brandeburgo, come confermato dal Governo tedesco. "L'assenza del Governo italiano - ha aggiunto - su un tema cruciale come quello della proliferazione incontrollata della fauna selvatica, cinghiale in primis, preoccupa molto. Le Regioni sono lasciate sole, gli agricoltori abbandonati nonostante annunci, promesse e passerelle romane dei ministri competenti e dei loro sostenitori. A oggi non ci sono misure, le iniziative delle Regioni vengono impugnate dal governo e i piani per contenere la fauna selvatica vengono attaccati dalle associazioni pseudoambientaliste. Bisogna prevenire che si verifichino gravi danni economici e non inseguire il problema quando si presenterà". "La Lombardia - ha ricordato - è la prima regione italiana per numero di suini allevati". "Stiamo parlando di un settore economico strategico che è sotto attacco da anni per motivi ideologici - ha concluso l'assessore - e che la Regione intende difendere e valorizzare in tutti i modi".

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