Milano / Malpensa
Le paure dividono, i bisogni...
- 17/11/2018 - 07:32
- Frecce sui nostri giorni
Le paure ci dividono, ma i bisogni ci uniscono. Bisogna svegliare quelli che – tra noi – ancora non si sono accorti che viviamo in un mondo che è diventato interdipendente. È stata la rivoluzione industriale a renderlo tale; è stato lo sviluppo della tecnologia e delle capacità di viaggiare e comunicare rapidamente a renderlo tale. Fin dall’invenzione del telegrafo, il mondo è andato rapidamente verso quella che oggi chiamiamo globalizzazione. È un processo irreversibile. Ora abbiamo due possibilità: fingere che così non sia, vivendo come alieni, o rassegnarci alla realtà (che peraltro offre straordinarie opportunità) e contribuire al suo miglioramento. I problemi gravi, dal riscaldamento globale ai combustibili fossili, riguardano tutte le latitudini. Se le paure ci spingono a chiuderci a riccio, i bisogni ci spingono ad aprirci e collaborare. Un segno straordinario di questa collaborazione è il progetto iter: in Francia, con la collaborazione di Unione Europea, Cina, Stati Uniti, India, Corea e Russia, (rileggete i nomi dei Paesi: è straordinario!) si sta costruendo il primo reattore nucleare del mondo che dovrebbe produrre energia come avviene nel Sole, cioè per fusione e non per fissione. L’impegno è mastodontico, ma la prospettiva eccezionale: energia in grandi quantità, con scarsissima produzione di scorie, per guadagnare l’indipendenza dai combustibili fossili. È questa l’energia del domani, quella che si produce nelle stelle, di cui si vagheggia da almeno trent’anni e che manderebbe in soffitta anche tutte le centrali nucleari così come le conosciamo. Quello di Iter è un segno importantissimo, una scommessa e insieme una promessa di collaborazione pressoché planetaria. È a partire da progetti come questo che dobbiamo imparare a guardare il mondo, uscendo dall’ansia cieca che ci fa costruire muri che finiscono col chiuderci fuori dal domani.
Siamo al lavoro per offrire a tutti un’informazione precisa e puntuale attraverso il nostro giornale Logos, da sempre gratuito.
La gratuità del servizio è possibile grazie agli investitori pubblicitari che si affidano alla nostra testata.
Se vuoi comunque lasciare un tuo prezioso contributo scrivi ad amministrazione [at] comunicarefuturo [dot] com
Grazie!
Invia nuovo commento