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Jobs Act: più flessibilità

Politica - Gian Angelo Mainini e Arturo Maresca

Nell’incontro organizzato martedì 10 febbraio da Confindustria Alto Milanese, in collaborazione con Arturo Maresca, ordinario di diritto del lavoro all’Università La Sapienza di Roma, si è parlato delle ultime novità del Jobs Act, la riforma del mercato del lavoro del Governo Renzi, e in particolare dei licenziamenti individuali e collettivi alla luce dei contratti a tutele crescenti.
In attesa dei primi decreti attuativi, il Jobs Act, la riforma del mercato del lavoro del Governo Renzi, mostra già una flessibilità che potrebbe far allineare il nostro Paese alle normative degli altri, facendoci recuperare il gap con i nostri competitori europei.
“Siamo di fronte a un vero cambio di prospettiva” - commenta Gian Angelo Mainini, Presidente di Confindustria Alto Milanese. “I mutamenti repentini del mercato impongono una certa elasticità non solo produttiva, ma anche organizzativa. L’impianto complessivo dello schema di decreto sulle tutele crescenti è positivo proprio perché coglie queste esigenze. Viene infatti assicurata la certezza del diritto attraverso il restringimento dell’ambito di applicazione della reintegrazione e la predeterminazione dell’importo dell’indennità dovuta al lavoratore sulle base dell’anzianità di servizio in caso di licenziamento illegittimo.” “C’è poi un capitolo aperto sui licenziamenti collettivi - prosegue Mainini -, quelli connessi ai processi di ristrutturazione aziendale, dove è importante vengano applicate le stesse procedure semplificate - indennizzo - previste per i licenziamenti individuali.”
“Per evitare - conclude Gian Angelo Mainini - il rischio di creare nuove rigidità e un mercato del lavoro a due velocità, sarebbe opportuno che le modifiche alla disciplina del contratto a tempo indeterminato si estendano a tutti i rapporti di lavoro, compresi quelli in essere, e che questo avvenga in tempi rapidi. Di sicuro il cambio di passo introdotto dalla riforma, in linea con le indicazioni venute da importanti istituzioni europee e anche internazionali, dovrebbe favorire l’occupazione e gli investimenti, non solo locali, nel nostro Paese”.

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