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venerdì 22 novembre 2024 | ore 20:53

I nostri infermieri in fuga: in Finlandia alloggio e 3000€ al mese

Antonio de Palma, presidente del sindacato Nursing Up, sottolinea una situazione drammatica per il nostro sistema sanitario: "Nel nord, lontani da casa, eppure le offerte sono troppo allettanti. In Italia invece non c'è futuro".
Attualità - Stipendio infermieri (Foto internet)

“Mutano e si ampliano gli scenari geografici e con essi le prospettive di carriera per i giovani infermieri europei. Ecco allora i nostri professionisti: sono ambitissimi, le nostre università li formano con grande capacità ed ottimi risultati, e per questo vengono considerati, non a torto, come  vere e proprie eccellenze nel mondo. Le loro qualità umane e il loro approccio verso i pazienti si rivelano poi un fondamentale criterio di selezione. Siamo sempre di più capaci di fare la differenza, le altre nazioni lo hanno compreso, sperimentato ed ora ci vogliono!”: è questo l’accorato appello di Antonio de Palma, presidente del sindacato degli Infermieri ‘Nursing up’.

“Scandinavia, lontano Nord. Le nuove isole felici europee adesso sono qui. Lontano da casa? Un clima differente? Poco importa. Si aprono scenari per possibili scelte di vita che potrebbero portare a un cambiamento epocale per un giovane infermiere o per un laureato in ostetricia, magari forti anche di un master di specializzazione e anche con esperienza sul campo.

Dopo le nostre inchieste sulla Norvegia, con tante  testimonianze di professionisti italiani che hanno scelto città come Bergen e Trondheim, e che dimostrano la veridicità di quanto abbiamo raccontato,  arriva oggi  la Finlandia. 

La rete Eures cerca in questo momento altri 25 infermieri, e da nostre indagini al primo posto ci sono i professionisti di casa nostra. 

Stipendi fino a 3mila euro, supporto sugli alloggi, corsi di lingua gratuiti per 9 mesi per un indispensabile inserimento sociale e culturale oltre che un efficace approccio con il paziente locale. Qualità della vita elevata. Ospedali efficienti e organizzati. Pensate davvero che in Scandinavia un paziente o un suo parente possano prendere a pugni un infermiere? La risposta è tristemente scontata.

Cosa accade di contro in Italia? La nostra sanità in crisi profonda ci appare sempre più come una scatola vuota, dove il presente e soprattutto il futuro dell’assistenza non sono solo all’insegna dell’incertezza, ma appaiono anche densi di nubi oscure.

I recenti accadimenti che hanno caratterizzato la nostra realtà sanitaria non possono che spingerci ad una riflessione del genere, severa ma quanto mai veritiera.

La politica non fa certo la sua parte e, all’insegna del passo del gambero, non si da una scossa,  per mettere in atto, una volta per tutte, l’attesa valorizzazione dei professionisti della salute, sempre più stanchi, sempre più delusi.  

Il momento storico, è sotto gli occhi di tutti, appare davvero delicatissimo”. 

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