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sabato 03 agosto 2024 | ore 06:23

L'Amministrazione chiede all'ASST l'ex colonia

La giunta di Legnano ha dato mandato al sindaco Lorenzo Radice di verificare con ASST Ovest Milanese la possibilità di acquisire al patrimonio comunale l’ex colonia elioterapica e le relative pertinenze.
Legnano - Ex colonia

La giunta di Legnano ha dato mandato al sindaco Lorenzo Radice di verificare con ASST Ovest Milanese la possibilità di acquisire al patrimonio comunale l’ex colonia elioterapica e le relative pertinenze. Con questa delibera l’Amministrazione comunale punta a chiudere con ASST una pendenza economica di 400 mila euro, ossia il totale complessivo di spesa sostenuto dal Comune di Legnano per la realizzazione della viabilità a servizio del nuovo ospedale.

La richiesta dell’amministrazione comunale riguarda l’edificio originario dell’ex colonia elioterapica con i due corpi spogliatoi posizionati al margine dell’area (la superficie complessiva dell’edificato è di 1.250 metri quadrati) e una superficie verde di 6mila 500metri quadrati. Resteranno all’ASST e manterranno le loro funzioni le strutture oggi sedi del Centro psico sociale e della comunità residenziale, così come la chiesetta. L’eventuale acquisizione al patrimonio comunale dell’ex colonia elioterapica e delle sue pertinenze dovrà passare dal consiglio comunale.

"Con questa richiesta vogliamo porre un altro tassello verso la costruzione di una visione di città che punta a dotare tutti i quartieri dei servizi che i cittadini ci hanno indicato nei tavoli partecipativi del PGT – nota Lorena Fedeli, assessore alla Città futura - In particolare il quartiere Canazza aveva avanzato la richiesta di rendere fruibile la zona del Bosco Ronchi e lo spazio verde della colonia elioterapica, richiesta che abbiamo tradotto e inserito nelle schede Progetti di città, all’interno della proposta di PGT. Diversi sono gli aspetti che renderebbero importante questa acquisizione. Queste zone sono parti di territorio che completano una vasta area a vocazione pubblica, quindi strategica per la nostra città, trovandosi in prossimità di edifici di proprietà comunale quali asilo nido e scuola dell’infanzia. Con questa richiesta di acquisizione facciamo, inoltre, un passo decisivo per la risoluzione di una pendenza economica che risale alla convenzione del Programma integrato di intervento sottoscritto dalle parti nel 2005 per la realizzazione del nuovo ospedale di Legnano. La compensazione di questi oneri si realizzerebbe con la cessione di un edificio identitario per nostra città, un alto esempio di architettura razionalista citato come modello in libri e riviste di settore, e delle sue pertinenze, fra cui quell’area familiarmente nota ai residenti della zona come campo di calcio dei medici, che da sempre il quartiere Canazza rivendica. Il compendio dell’ex colonia elioterapica riveste una particolare rilevanza all’interno del quartiere collocandosi, oltre che nel bosco Ronchi, nel corridoio ecologico che parte dal Parco dell’ex Sanatorio. Fra gli obiettivi, oltre a garantire la fruibilità di un’area fino a oggi chiusa, è integrare maggiormente, ovviamente nel pieno rispetto delle funzioni ospitate, strutture socio sanitarie, nella logica di una città pubblica realmente inclusiva".

L'edificio dell'ex Colonia elioterapica è ancora oggi considerato uno degli esemplari più rappresentativi dell'architettura razionalista italiana e sorge nel punto più alto della città di Legnano, sulla collina parco-bosco dei Ronchi. La Colonia elioterapica fu realizzata nel giro di pochi mesi tra il 1937 e il 1938 secondo il progetto del giovane studio milanese BBPR (Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgioioso, Enrico Peressutti, Ernesto Nathan Rogers), che ideò un edificio da manuale costituito da diversi fabbricati tra loro collegati aventi conformazioni chiare strettamente legate alle diverse funzioni che ospitavano. Il complesso si articolava in quattro spazi: l'edificio principale, il capanno nel prato per la siesta, il padiglione circolare con i servizi, gli impianti all'aperto (aula, campi elioterapici, prato alberato). La Colonia contava anche un gruppo scultoreo di Lucio Fontana, andato perduto. Paradossalmente la piena rispondenza dell'architettura alla funzione che doveva ospitare ne ha segnato il destino con il venir meno dell'attualità della destinazione stessa. L'edificio doveva infatti soddisfare l'obiettivo di massima permeabilità ai raggi solari dovendosi proporre come alternativa urbana alle colonie marittime per curare il rachitismo e contrastare il dilagare di patologie respiratorie infantili promossa dal governo fascista. A oggi dell’opera originale sono giunti il refettorio e il solarium. Il corpo che ospitava gli uffici della direzione delle colonie e gli spogliatoi per i bambini infatti è stato abbattuto e sostituito da edifici che oggi ospitano un Centro psico-sociale. La trasformazione è attribuibile alla conversione della colonia in centro di riabilitazione per le vittime di infortuni sul lavoro negli anni '50. In quella occasione è stato anche suddiviso in tre parti l'open-space occupato originariamente dagli spazi del refettorio per ospitare una sala lettura, una palestra e una piscina. Cessata anche l’attività come centro di recupero, l’edificio ha perso ogni uso.

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