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sabato 21 dicembre 2024 | ore 18:18

La raccolta delle zucche

"Quando in questa stagione vedo sui banchi del mercato tante zucche mi brillano gli occhi e ritorno ancora bambina. I ricordi mi riportano all'estate di molti anni fa...".
Sapori - Zucche

"Quando in questa stagione vedo sui banchi del mercato tante zucche mi brillano gli occhi e ritorno ancora bambina. I ricordi mi riportano al finire dell’estate di molti anni fa, di quando portavo ancora la gonnella e i calzini corti, di quando il mais era tutto raccolto nei campi e in essi rimaneva solo una gran quantità di zucche. Era bellissimo vedere quelle distese piene di quei palloni rotondi di varie qualità e di vari colori sparsi nei campi. Mi piaceva tanto aiutare i nonni nella raccolta. Infatti quando arrivava quel giorno ci si alzava presto la mattina, si preparavano i carretti, i più grandi venivano attaccati ai cavalli o ai muli mentre gli altri venivano spinti a forza di braccia e finchè erano vuoti era semplice ma che fatica trainarli quando erano pieni.
Noi bambini salivamo tutti su quei carretti e ci sembrava di andare ad una grande festa. Una volta nei campi correvamo qua e la per raccogliere le tante zucche e caricarle su quei potenti mezzi. Una volta raccolte tutte si doveva far ritorno a casa e che bello era vedere quei carretti stracolmi con noi bambini sopra in bilico tra le numerose zucche. Sprizzavamo d’orgoglio nell’attraversare il paese sopra tutto quel carico. Una volta a casa dovevamo riempire il solaio e quindi su e giù per le scale fintanto che i carretti non si svuotavano. A noi piaceva scegliere le zucche più strane per portarle in cucina dove diventavano un bellissimo pezzo di arredamento per tutto l’inverno, non avevamo quadri o soprammobili di valore e una zucca dalla forma un po’ strana diventava un ninnolo prezioso. Ma la cosa che aspettavamo di più era l’assaporare, la domenica successiva alla raccolta, la torta di zucca che la mamma ci preparava. Era un dolce semplice ma che trasmetteva il calore e l’amore di una semplice tradizione di famiglia". (Nonna Elsa, primi anni ‘50)

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