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venerdì 22 novembre 2024 | ore 00:42

"Buongiorno Matrioskini!"

Daniele Giammusso è un ragazzo di 17 anni, presto 18. Uno studente all’ultimo anno di liceo classico e un cantante con una grande voce e davvero un enorme talento.
Musica - Daniele Giammusso (Foto internet)

Buongiorno Matrioskini! Oggi parleremo di Daniele Giammuso. La persona in questione, vive in Sicilia e grazie a Radio Punto, le nostre voci si sono incrociate sulle frequenze radiofoniche. Dapprima Daniele mi è sembrato un ragazzo come tanti. In realtà, quando ha cominciato a raccontarsi, ho percepito che avesse una marcia in più. Nonostante il lockdown e alcuni intoppi personali, il giovane ne ha approfittato per lavorare su se stesso, approfondendo la sua materia preferita: la musica. Diamogli il benvenuto sull’accordo migliore. Chi è Daniele Giammuso? Daniele Giammusso è un ragazzo di 17 anni, presto 18. Uno studente all’ultimo anno di liceo classico e un cantante che cerca di esprimere le proprie emozioni tramite la musica e l’arte in generale. Quando nasce la tua passione per la musica e quanto ha influenzato l’arte del papà? “Inizio a cantare sin da bambino. Mio padre ha fatto il regista in molti musical e mi ha trasmesso l’amore per lo spettacolo che comprendeva canto, ballo, recitazione. Ne sono rimasto affascinato al punto tale che mi ha coinvolto nella realizzazione di essi come artista”. Credi che le sette note siano terapeutiche? Raccontaci di come hanno agito e interagito con te. “Le sette note per me sono state veramente terapeutiche. La musica mi è stata vicino nei momenti di sofferenza, lo è nei momenti di gioia e lo sarà sempre in qualsiasi situazione”. Basta poco: da pc o cellulare, con un ‘click’ la mente inizia a viaggiare, lasciando il presente alle spalle. In radio, hai accennato del tuo problema, oggi fortunatamente risolto, che ti ha costretto a letto. Come ti sentivi e chi ti ha dato la forza di reagire. La musica ha fatto del suo? “Stavo molto male. Non riuscivo ad alzarmi dal letto, tutto girava e i medici non riuscivano a dare una diagnosi. Di conseguenza non andavo a scuola e non avevo una vita sociale con i miei coetanei. I primi a sostenermi sono stati i miei genitori, poi il medico che mi ha ridato la speranza di tornare a vivere nella normalità, amici e Denise, la mia terapista, che oltre ad aiutarmi dal punto di vista fisico è stata un punto di riferimento a livello psicologico. Lei e New York rappresentano la serendipità che ho citato nella mia nuova canzone “Corsa ad ostacoli”. La musica è importante perché mi è stata vicino diventando, ogni giorno di più, la colonna sonora della mia vita”. Per moltissimi la musica diventa uno strumento di supporto, di evasione e Daniele ne è riconoscente. Quali sono i tuoi progetti? Lo studio sui banchi, collima con la tua passione artistica?“Stiamo lavorando su nuovi brani. Ho iniziato una collaborazione con un discografico che crede in me e, nello stesso tempo, approfondirò ancora di più la mia tecnica vocale grazie a Ivan Lazzara, grande maestro e vocal coach di artisti italiani e di fama internazionale. Certamente continuerò i miei studi e parallelamente porterò avanti la mia passione per la musica ma anche per l’arte in generale”. Un giorno, con chi vorresti duettare e a chi ti accosti oggi?“Sono un grande fan della musica americana R&B e mi piacerebbe tantissimo duettare con una delle mie cantanti preferite Mariah Carey. Mi ha sempre colpito per la sua magnifica vocalità. Se devo sognare è meglio farlo in grande”. E bisogna sognare così: del resto la sua voce ascoltata in radio, conduce oltreoceano. Non perdetevela, è disponibile sulle piattaforme musicali. Avere un padre che funge anche da maestro è una grande fortuna. Quali sono le tue eredità canore e gli spunti preziosi? “Mio padre è una figura essenziale ma non mi ha mai imposto nessun genere musicale in particolare. Mi dice sempre che ogni artista costruisce se stesso, non è uguale agli altri e non si butta nella massa. Deve sempre lasciare il suo segno. Per questo è fondamentale studiare canto e tecnica vocale con veri professionisti per essere in grado di poter cantare tutto ciò che piace”. Pensi che il nostro Paese sovvenzioni il mondo in cui sei approdato? Hai considerato l’ipotesi di trasferirti al nord per lavoro? “Mi sembra che il nostro paese veda il mondo della musica e dell’arte in generale come un hobby e non come una vera professione, un esempio sono i cantanti del passato che all’estero hanno molto successo e qui sono caduti nel dimenticatoio. Credo che bisogna fare molto di più e investire nell’arte in generale. L’anno prossimo probabilmente mi trasferirò a Roma per poter studiare giurisprudenza ma anche per aprirmi a nuove opportunità musicali che la capitale potrebbe offrirmi”.

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