Milano / Malpensa
Italia non suicidarti!
- 22/03/2014 - 21:22
- Torno a Scrivere
Magdi Cristiano Allam è nato in Egitto ma ha amato l’Italia fin da bambino, non solo come luogo dove vedeva una possibilità di costruirsi una carriera, ma anche come centro della cultura e identità europea. Vive nel nostro paese dal 1972 e si dichiara orgoglioso di essere italiano. E’ stato giornalista e vice direttore del Corriere della Sera. Poi nel 2009 ha staccato il biglietto per il parlamento europeo, diventando eurodeputato per “Io Amo L’Italia”. Tra i tratti distintivi del suo pensiero troviamo la proposta di un’ economia e di una politica che mettano al centro la sacralità della vita.
Ha parlato molto spesso di religione e di Islam, dopo che si è convertito ufficialmente nel 2006 al Cristianesimo. E anche oggi ha deciso di parlarci delle possibilità di dialogo all’interno di una scuola .
Negli ultimi tempi Papa Francesco ha espresso stima nei confronti dell’Islam moderato. Come trova questo atteggiamento? Lo vede come un’eccessiva apertura o, piuttosto, se ne può trarre qualcosa di buono ?
“Bisogna distinguere tra le persone e la religione. Noi ci rapportiamo con le persone, che possono essere radicali o moderate, ognuno ha una sua specificità. Le religioni si connotano per i loro riferimenti. Nell’Islam sono il Corano e Maometto. Indubbiamente esistono tanti musulmani moderati con cui è conveniente e doveroso dialogare. Nei confronti dell’Islam come religione il discorso è diverso, perchè quello che c’è scritto nel Corano e ciò che Maometto ha detto e ha fatto non è per nulla moderato. Il riferimento del Papa non può essere, quindi, che destinato alle persone che condividono i valori e gli ideali fondanti della nostra umanità. Con queste persone noi possiamo e dobbiamo convivere e dialogare.”
Recentemente nelle scuole, come nella nostra, sono aumentati gli iscritti provenienti dal mondo arabo e di religione islamica. Molti istituti hanno provveduto alla rimozione di simboli cristiani come il Crocifisso o il presepe a Natale. Ritiene questo comportamento rispettoso di entrambe le religioni o eccessivamente sbilanciato nei confronti di quella islamica ?
“E’ un comportamento suicida, che porta alla fine della nostra civiltà, della certezza di chi siamo, e crea un danno, a noi italiani e cristiani, ma anche agli immigrati musulmani. Se non vi è la certezza di chi siamo, delle radici, dei valori, dell’identità, il risultato è il sottometterci, mentre gli altri finiscono per essere tentati dall’occupare chi si considera di fatto senza patria. Per noi l’Italia deve essere quella casa comune dove legittimamente ognuno può sentirsi sé stesso.”
Sono numerosi i casi di persecuzione di cristiani, specie nel Medioriente, nel Maghreb e nell’Africa subsahariana. Quali soluzioni, in Italia, per aiutare i credenti di queste aree?
“In Italia dobbiamo avere la consapevolezza di ciò che sta accadendo in queste aree e dobbiamo avere il coraggio di definirlo per ciò che è: una strage nei confronti dei cristiani, per il semplice motivo che seguono questa fede. I cristiani, oggi, sono i più perseguitati al mondo per ragioni religiose, sia negli Stati comunisti (Cina, Vietnam, Corea del Nord) che negli Stati islamici. Dobbiamo anzitutto contrastare, con la denuncia, questa persecuzione e cooperare affinché cessi. In Siria si sta svolgendo un massacro verso i seguaci di Cristo. Tutto questo avviene nel silenzio dei paesi occidentali, se non con la loro complicità, poiché alcuni Stati si sono schierati con gli Islamici. Il messaggio che deve passare è che se le comunità cristiane sull’altra sponda del Mediterraneo cesseranno di esistere, prima o poi toccherà anche a noi.”
Lei si schiera contro la costruzione di nuove moschee in Italia. Perché ?
“Perché così come l’Islam è diverso dal Cristianesimo, Maometto non è la stessa realtà di Gesù Cristo, anche le moschee sono diverse dalle chiese. Non sono solo luoghi di preghiera ma anche luoghi di indottrinamento ideologico al cui interno, attingendo dal Corano, si predica la distruzione dei non islamici. Io chiedo uno “stop” della costruzione di moschee in Italia e che si accerti che in quelle già esistenti si operi nel rispetto dei valori fondanti della nostra civiltà, a partire dal rispetto della vita di tutti, delle pari opportunità tra uomo e donna, della libertà di scelta anche religiosa, e della possibilità di convertirsi ad altre religioni senza essere condannati a morte per apostasia.”
Secondo lei quali sono le possibilità di dialogo all’interno di una scuola, tra alunni di diverse fedi?
“Noi dobbiamo partire anzitutto dall’idea che l’Italia non é né terra di nessuno né terreno neutro. Noi non possiamo immaginare che l’Italia debba azzerare la propria fede, la propria civiltà per una cultura che sia la sommatoria delle richieste e delle religioni di chi man mano è arrivato. C’è da capire che in Italia abbiamo una cultura, una religione di riferimento, il cristianesimo cattolico, che deve essere la base dei nostri rapporti con gli “altri”. E chi viene in Italia deve accettare questa realtà. E’ inconcepibile, ad esempio, che se si fa un’ora di religione cattolica a scuola se ne faccia anche una di religione islamica. Il Cristianesimo è parte fondante della nostra civiltà, italiana ed europea. Insegnare l’Islam nella scuola pubblica sarebbe assurdo.”
Gabriele Marmonti
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