Non esiste altra fase della vita tanto intensa e ricca di cambiamenti quanto l’adolescenza; quest’età può e dovrebbe essere una tappa gioiosa e stimolante dell’esistenza. Le varie età della nostra vita comportano l’espletamento di differenti compiti psicologici. Qual è il compito psicologico proprio dell’adolescente? Nulla è più essenziale, in quest’età, della scoperta della propria identità. Si tratta di un processo lento ma importantissimo, che pone le basi per la serenità della vita adulta e della maturità. Si può aggiungere qualcosa per illustrare un po’ più da vicino come si realizzi il compito di rintracciare la propria identità. Ciò avviene fondamentalmente attraverso tre canali: il progressivo guadagno dell’autonomia, cioè della capacità di gestirsi interiormente ed esteriormente da sé; una progettualità sempre più realistica e capace di realizzarsi concretamente; un’affettività che si arricchisce passo dopo passo, fino a diventare matura capacità di costruire legami di amicizia e di amore maturi e responsabili. Questi tre pilastri della propria identità non si improvvisano, ma possono essere mano a mano consolidati, soprattutto se l’adolescente è accompagnato, nel suo percorso di crescita, da un ambiente sereno, aperto, abitato da stimoli capaci di interpellarlo nel profondo e costellato da adulti che siano punti di riferimento credibili, cioè testimoni autorevoli e coerenti di un’esistenza matura, che abbiano la capacità di ascoltare. La progressiva scoperta della propria identità accompagna all’ingresso nella vita adulta. Ebbene, quando l’adolescente può dirsi finalmente adulto? Romano Guardini, nel grandioso libro ‘Le età della vita’, spiega che l’adulto sente dentro di sé la compresenza di tre caratteri: stabilità interiore, valori perenni e forza tranquilla. Davvero un bell’auspicio e una preziosa fonte di confronto per adolescenti e adulti di tutte le età.

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