Milano / Malpensa
Vi racconto il mio 'Black Hole'
- 24/01/2009 - 17:58
- Cultura
A Turbigo ci sono personalità di spicco, persone con diverse qualità, passioni e talenti che aiutano a tenere alto il nome del paese nella nostra piccola realtà locale, ma non solo, anche in Italia e nel mondo. Tra questi va annoverato sicuramente Angelo Paratico, che a Turbigo non abita più ormai da 26 anni, ma che qui è nato e da qui è partito per costruire giorno dopo giorno i suoi successi personali e lavorativi. Figlio dell’ex Sindaco Giambattista Paratico, si è trasferito ad Hong Kong per motivi di lavoro e oggi, oltre ad occuparsi del settore vendite in tutta l’Asia di un particolare tessuto denim prodotto dalla tessitura ‘Candiani’ di Robecchetto con Induno, da 15 anni cura una rubrica intitolata ‘Minima Orientalia’, sul quotidiano ‘Secolo d’Italia’, nella quale si occupa di economia, cultura e storia dell’Asia, ma con un particolare accento sulla Cina. Inoltre, è un profondo conoscitore di ceramiche orientali e di libri antichi, interessi che hanno influenzato la sua carriera di scrittore affermato e la stesura dei suoi primi due romanzi, ‘Gli assassini del Karma’ e ‘Un manuale per uomini superiori. Il Lun Yu di Confucio’. La sua terza opera, invece, ‘Black hole’, edito da Mursia, sembra esulare da questi argomenti. Presentato a Turbigo il 22 dicembre scorso alla presenza del Sindaco Laura Mira Bonomi, del Vicesindaco Christian Garavaglia e di Massimo Caccia, anch’egli turbighese ‘doc’, professore di fisica sperimentale all’università dell’Insubria di Como e ricercatore al Cern di Ginevra, il libro narra di come un gruppo di fisici ‘eretici’ cerchino di contrastare il delirio di onnipotenza degli scienziati del Cern che con il Large Hadron Collider, il più grande acceleratore di particelle messo in moto nella realtà il 10 settembre scorso, giocano a sfidare le leggi della natura e il destino. Un romanzo di fantasia, che prende le mosse da un fatto di attualità. Per capire il sottile gioco tra fantasia e realtà e i significati che si celano dietro alla trama, abbiamo incontrato personalmente l’autore. Come le è venuta l’idea di scrivere un libro fantascientifico e come si è documentato? Mi hanno sempre appassionato l’astronomia e la fisica delle particelle. Circa tre anni fa avevo letto un libro stampato in America che riassumeva le teorie più avanzate in questi settori. Da lì, quindi, ho cominciato a documentarmi, leggendo altri testi. Il Suo libro in quanto a trama e intreccio sembra ispirarsi ai bestseller di Dan Brown, mentre per il modo di scrivere in alcune parti ricorda Umberto Eco. Quanto di vero c’è in quest’affermazione? Addirittura il professor Caccia, durante la presentazione, ha affermato che in certe parti gli sembra di leggere uno stile alla Jules Verne, ma credo che venga evocato Dan Brown solo per via del fatto che anche il suo ‘Angeli e demoni’ citi il Cern e il Vaticano ed Eco forse per via delle divagazioni bibliografiche. ‘Black hole’ è stato pubblicato proprio nel periodo in cui nella realtà LHC è stato messo in funzione dal Cern di Ginevra. Si ipotizzava, proprio come nel suo libro, la creazione di un buco nero in grado di inghiottire la terra nel giro di 50 anni. Tutto ciò ha scatenato un dibattito pubblico acceso e la diffusione di una paura tangibile della fine del mondo. Quanto secondo Lei, il Suo libro può aver influito sull’opinione pubblica e quanto, sinceramente, questa realtà ha influito positivamente sulle vendite? Avrei voluto elaborare ancora per qualche mese il manoscritto, ma il fatto che l’esperimento con LHC stesse per partire ha affrettato la pubblicazione e la presentazione alla casa editrice Mursia di Milano. Ovviamente, le due denunce presentate una alle Hawaii e una a Strasburgo dal professor Rossler per richiedere la sospensione dell’esperimento alla Corte dei Diritti Umani europea hanno fatto salire la tensione a livello mediatico e quindi anche le vendite del libro, che oramai e’ prossimo alla terza edizione. Nel libro, lei si schiera apertamente dalla parte dei fisici ‘eretici’, cioè di coloro che vanno contro la scienza, ingaggiando una corsa contro il tempo per salvare l’umanità da questi micro buchi neri. Anche nella vita punta il dito contro quegli scienziati che si elevano a nuovi demiurghi, detentori di tutto lo scibile, sfidando Dio? La storia riguarda la fisica delle particelle, ma può essere estesa ad altri settori scientifici, tutto sommato ancora più pericolosi per l’umanità, per esempio quelli della virologia e delle nanotecnologie. Il mio libro prende spunto dall’arroganza di certi scienziati che vorrebbero porre dei limiti all’onnipotenza di Dio e che rifiutano ogni tipo di controllo sociale. Il suo libro non ha, come ci si aspetterebbe, il classico happy ending, ma già verso la metà vira verso il catastrofico, decidendo di descrivere come potrebbe finire il mondo se la scienza dovesse creare dei micro buchi neri senza saperli gestire. Come mai questa scelta? Non sempre nelle cose c’è un happy ending. Penso sia una cosa estremamente improbabile che i buchi neri possano distruggere la terra, ma i rischi non sono solo questi. Dall’LHC potrebbero uscire altri mostri a noi sconosciuti, anche se tutti i grandi studiosi di fisica del mondo sono tranquilli, perché tutto questo accadrebbe già in natura negli impatti di raggi cosmici contro stelle di neutroni. Quando l’ha scritto qual era il messaggio che voleva veicolare, la cosiddetta morale? Meditiamo su dove vogliamo andare e da dove veniamo. Ma oltre a questo ho cercato di costruire un libro esteticamente piacevole che possa stimolare il lettore sul piano estetico, scientifico e storico.
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