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martedì 26 novembre 2024 | ore 15:35

Il calcio nel ricordo di Weisz

Al Memoriale della Shoah di Milano, inaugurata la mostra 'Arpad Weisz – se il razzismo entra in campo'. Uniti contro il razzismo e per non dimenticare quei terribili momenti.
Milano - 'Arpad Weisz – se il razzismo entra in campo'

Il mondo del calcio si è riunito al Memoriale della Shoah di Milano, luogo simbolo della memoria e della lotta alla discriminazione, in occasione dell’inaugurazione della mostra dedicata ad Arpad Weisz. La mostra, che sarà visitabile fino al 14 aprile, è un viaggio nella vita dell’allenatore ebreo ungherese che negli anni ’30 ha brillantemente guidato, tra le altre squadre, Inter e Bologna, prima di essere tragicamente ucciso con la sua famiglia nei campi di concentramento. Accanto a pannelli raffiguranti gli episodi salienti della vita di Arpad Weisz e alcune memoriabilia dell’epoca gentilmente fornite da Federico Enrichetti e alla famiglia Savigni, anche le tavole di Matteo Matteucci tratte dal suo volume 'Arpad Weisz e il Littoriale' (Minerva, 2017) che raccontano come valori quali cultura, fratellanza e storia siano alla base del calcio e di tutto lo sport. Le illustrazioni sono liberamente ispirate al libro di Matteo Marani 'Dallo scudetto ad Auschwitz' (Aliberti, 2007) e saranno raccolte in un video visionabile durante il percorso. A completare la visita, cinque maglie donate al Memoriale da Inter, Bologna, Bari, Novara e Alessandria. Su ogni maglia è presente il nome di Arpad Weisz con il numero 18: nella tradizione ebraica, infatti, per ricordare, si deve pronunciare il nome del defunto, mentre il numero 18 simboleggia la vita. Durante l'inaugurazione sono intervenuti il presidente della Fondazione Memoriale della Shoah, Roberto Jarach, l’amministratore delegato dell'Inter Giuseppe Marotta, il project manager della mostra Alberto Jona Falco, il giornalista e scrittore Matteo Marani e l’attore, drammaturgo e regista Gianfelice Facchetti, tutti uniti nel ribadire il loro rifiuto nei confronti di qualunque forma di discriminazione fuori e dentro il campo da gioco e la necessità di creare un fronte comune per combattere l’insorgere di comportamenti violenti e razzisti. La mostra, nata da un’idea di Edizioni Minerva, ospitata dal Memoriale della Shoah di Milano e curata dal Museo Ebraico di Bologna, è stata infatti un’occasione importante per rafforzare la posizione dei principali attori del mondo del calcio nei confronti degli episodi di xenofobia, antisemitismo, incitamento all’odio e altre forme di violenza, verbale e non solo, che spesso coinvolgono gli stadi di tutta Italia. Un momento per valorizzare la collaborazione e l’uguaglianza, matrici identitarie che dovrebbero caratterizzare lo sport nel suo insieme, rendendo omaggio a uno dei protagonisti della storia del calcio che ha subito la ferocia delle discriminazioni razziali in prima persona. Tra gli ospiti, anche una delegazione dell’Inter composta da Giuseppe Marotta e dal responsabile del progetto Inter Forever nonché ex numero 1 della nazionale Francesco Toldo, una delegazione del Bologna (due delle squadre in passato guidate da Arpad Weisz) una del Novara Calcio, oltre a esponenti delle associazioni di arbitri, calciatori e allenatori italiani. Ha presenziato all’evento anche una delegazione scout del movimento giovanile Hashomer Hatzair, i cui leader guidarono nel 1943 la rivolta del Ghetto di Varsavia. “Siamo molto felici di ospitare questa mostra che celebra una delle figure iconiche del calcio italiano” ha dichiarato Roberto Jarach, Presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano. “Arpad Weisz ha molto da insegnarci: la determinazione e il coraggio ma anche l’insostenibile fragilità della vita quando a prevalere è la paura del diverso, l’odio verso ciò che è lontano da noi. In un momento storico come questo diventa vitale dire no con fermezza agli episodi di discriminazione e razzismo a cui purtroppo ancora oggi assistiamo sul campo da gioco, episodi ben lontani dallo spirito di questo sport che nel rispetto e nella collaborazione trova i suoi valori fondanti”
“La memoria ha un valore straordinario perché educa al futuro, coltivarla come è stato fatto in occasione della bella mostra su Arpad Weisz dimostra come lo sport, il calcio in particolare, sia un linguaggio privilegiato per parlare ai giovani dei valori fondanti della nostra Comunità”, ha dichiarato il Presidente della FIGC Gabriele Gravina in visita ieri mattina al Memoriale della Shoah di Milano, per un’anteprima a lui dedicata.
Il prossimo 25 di Marzo, durante il periodo di apertura della mostra, inoltre, l’Inter, partner dell’esposizione insieme a Bari, Novara, Alessandria e Bologna, darà la possibilità a 400 ragazzi del proprio Settore Giovanile di visitare la mostra e incontrare Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto Facchetti, ex calciatore, dirigente e presidente nerazzurro. Gianfelice, attore, drammaturgo e regista teatrale, darà vita per l’occasione ad un monologo celebrativo della figura di Arpad Weisz e contro ogni sorta di discriminazione.

Orari della mostra
lunedì 10 - 19; martedì, mercoledì, giovedì 10 - 14.30; prima domenica del mese 10 - 18 (prenotazioni [at] memorialeshoah [dot] it oppure 02/2820975).

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