Milano / Malpensa
Il Papa nel cuore dell'Islam
- 21/02/2019 - 17:02
- Frecce sui nostri giorni
Il Papa compie un viaggio rivoluzionario: dopo otto secoli dal viaggio di San Francesco d’Assisi, Papa Francesco torna nel cuore dell’Islam e dice: mai più le religioni come strumento di potere di chi muove i popoli l’uno contro l’altro. I detrattori del Pontefice hanno già cominciato a far sentire la loro voce, accusando assurdamente il papa di avere, con questo incontro, reso equivalenti le diverse religioni. Si tratta di un’accusa infondata: il papa non dice, né con i gesti, né con le parole, che le religioni sono tutte uguali. L’universalità e l’unicità salvifica di Cristo sono e restano imprescindibili per ogni cristiano, anche – e soprattutto – nell’età del politicamente corretto e della società liquida. Il papa – credo si possa interpretare così – ci ricorda che le religioni sono tutte uguali davanti alla guerra: le si oppongono; non sono mezzi leciti da impiegare per scavare fossati tra gli uomini. Le differenze, anche marcate, che le religioni portano con sé, non diventano vie per separare gli uomini. All’incontro interreligioso che si è tenuto negli Emirati Arabi Uniti, Francesco ha esordito dicendo, tra l’altro: “ho accolto l’opportunità di venire qui come credente assetato di pace; come fratello che cerca la pace con i fratelli. Volere la pace, promuovere la pace, essere strumenti di pace: siamo qui per questo”. Lo stesso messaggio di pace universale tra le religioni viene dallo storico incontro di Assisi, del 1986, voluto da Giovanni Paolo II, dove, oltre ai rappresentanti delle altre chiese cristiane, sono stati ospitati sessanta delegati di religioni non cristiane. Un grande ruolo, nell’incessante dialogo che ha portato dal 1986 al 2019, è stato svolto, nella discrezione, con perizia e pazienza, dalla Comunità di Sant’Egidio, un gigante del nostro tempo.
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