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La grande musica al Forum

Il Festival 'MITO' torna, per il secondo anno consecutivo, al Mediolanum Forum di Assago. Domenica 16 settembre, Brahms e Musorgksij, un viaggio a 360 gradi.
Andrea Battistoni credit Antonio Masotti

Dietro una grande orchestra, c’è il grandissimo pubblico, almeno al Mediolanum Forum, dove il Festival MITO torna, domenica 16 settembre, per il secondo anno di seguito, con il grande concerto sinfonico, vero simbolo della manifestazione. Quest’anno il particolare allestimento, con l’orchestra posizionata quasi al centro, come in un ring, e una camera acustica trasparente, bassa, studiata e realizzata ad hoc per questo spazio, permette di accogliere un pubblico di oltre 10.000 persone, posizionato tutt’attorno al palco. Una visuale a 360 gradi e maxischermi allestiti su tutti i lati offriranno un’esperienza veramente unica di ascolto. Sarà la Filarmonica della Scala - già in passato ospite del Festival nel grande concerto al Palasharp - ad inaugurare questa particolare “sala da concerto”, con la bacchetta del giovanissimo Andrea Battistoni; al pianoforte Louis Lortie, di cui il giornale ‘The Times’ ha lodato lo stile “puro e immaginativo”, descrivendone la particolare “combinazione di spontaneità e maturità che solo i grandi pianisti hanno”. Prima del concerto, nel pomeriggio alle 15, il direttore Andrea Battistoni e il pianista Louis Lortie incontrano il pubblico di MITO - ingresso gratuito - nel salone d’Onore della Triennale di Milano, nell’ambito del progetto Educational - Incontri con gli artisti. Sul programma due brani del grande repertorio sinfonico e concertistico in grado di coinvolgere migliaia di persone, il concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Johannes Brahms e i Quadri da un'esposizione di Modest Musorgskij, nella trascrizione per orchestra di Maurice Ravel. Il secondo concerto per pianoforte, eseguito per la prima volta nel 1881, molto tempo dopo la pessima accoglienza che ebbe il primo concerto del giovane Brahms, fu subito un grande successo. Fedele al rigore e allo spirito del grande sinfonismo che aveva distinto anche il primo concerto, il successo del secondo da una parte è da ricondursi alla fama accresciuta del compositore, ma anche all’impostazione del brano stesso, dove diventa portante il ruolo del pianista, sempre attivo, che dà gli impulsi e dialoga costantemente con tutte la parti dell’orchestra. Ispirati dai quadri e disegni del suo amico Viktor Hartmann, morto nel 1873, i Quadri da un’esposizione nacquero nella loro versione originale per pianoforte nel 1874. Ritenuti uno degli esempi più importanti della cosiddetta “musica a programma”, cioè quel tipo di musica che descrive o narra una storia, un avvenimento o anche dei contenuti artistici (come qui) con mezzi puramente musicali, la loro bellezza ispirò molti compositori alla realizzazione di trascrizioni orchestrali di vario organico. La più famosa - forse addirittura superando l’originale - è sicuramente quella di Ravel, nata nel 1922 su richiesta di Sergei Koussevitzky, direttore d’orchestra dei ‘Concerts Symphoniques’ di Parigi.

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