Milano / Malpensa
Giovanni XXIII, Il Papa Buono
Quando Giovanni XXIII fu proclamato Papa, nel 1958, si era pensato a un Papa di transizione, dopo il lungo pontificato di Pio XII, eppure, in meno di 5 anni, egli riuscì ad avviare un rinnovato impulso evangelizzatore nella Chiesa universale. In modo inaspettato conquistò l’affetto del mondo cattolico e la stima dei non cattolici, per il suo calore umano, il buonumore, le battute, la gentilezza con tutti. Ricordato con l’appellativo di ‘Papa buono’, Angelo Roncalli nacque nel 1881 a Sotto il Monte, un piccolo paese della provincia di Bergamo, in una famiglia numerosa di umili origini. Devoto alla Vergine, fu ordinato sacerdote e visse i tristi anni della guerra arruolato come tenente cappellano. In seguito, divenuto cardinale e patriarca di Venezia, scelse come motto del suo operato ‘ubbidienza e pace’. Eletto Papa, il suo impegno per la pace si espresse in particolare nel messaggio, diffuso attraverso la Radio Vaticana, per scongiurare il rischio di un conflitto nucleare in seguito all’installazione di missili a Cuba, confluendo nell’enciclica ‘Pacem in Terris’. Egli continuò a ricercare il contatto con il popolo, i malati, i carcerati. Per la prima volta dall’Unità d’Italia varcò i confini del Lazio, ripristinando la figura del Papa pellegrino, seguita dai suoi successori. Per far fronte al decadimento dei valori spirituali e morali della società, in pochi mesi, nonostante le resistenze della parte conservatrice della Curia, riuscì ad organizzare un Concilio ecumenico, convocando vescovi e laici da tutto il mondo. Ricercando il confronto con le altre religioni e l’unità dei cristiani, introdusse la Bibbia in tutte le lingue del mondo e la Messa celebrata nelle diverse lingue, per renderle accessibili a tutti. Celebre il ‘discorso alla luna’, proprio in apertura del Concilio, in una piazza San Pietro gremita di fedeli. Egli sorprese tutti con un discorso improvvisato, semplice ma poetico, con elementi innovativi: “...tornando a casa date una carezza ai vostri bambini e dite che questa è la carezza del Papa”. La sua vita fu coerente fino alla morte, sopraggiunta nel 1963 dopo pochi mesi di malattia, esprimendosi, nel suo abbraccio di totale abbandono a Dio, nelle ultime parole al suo segretario: “Perchè piangere? E’ un momento di gioia, di gloria”.
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