Alto una ventina di metri, con un tronco di oltre tre metri di circonferenza il cedro di corso Italia sarà rimosso nella mattinata di giovedì 22 agosto.
Era monitorato da oltre un anno ma le sue condizioni sono ormai tali non solo da far disperare, in merito ad una possibile ripresa, ma anche da renderlo potenzialmente pericoloso per l’incolumità di chi vi transita sotto. E’ arrivata, purtroppo, al capolinea la vita del cedro dell’Himalaya che svetta nei giardinetti che si affacciano su corso Italia a Legnano.
Resistita al lungo periodo di siccità che, nel 2022 aveva, invece, messo in ginocchio altre specie, la pianta ha contratto una malattia denominata “marciume radicale fibroso”, causata da funghi (il più comune patogeno è l’Armillaria), che attaccano e colonizzano l’apparato delle radici, per poi salire, in direzione del colletto e del fusto. "C’è da ipotizzare che la pianta fosse già debilitata, considerando il fatto che questi funghi, di norma, presentano un comportamento saprofitario: si nutrono, cioè, di organismi morti o, in generale, di sostanze organiche in decomposizione e diventano parassiti, soprattutto su piante già indebolite nelle loro difese naturali", osserva Paolo Lippi, agronomo della Business Unit Manutenzione verde pubblico di AMGA Legnano. "Uno dei sintomi tipici di questa malattia- prosegue e conclude Lippi- è il distacco corticale alla base del fusto, cosa che risulta evidente anche in questo esemplare".
Alto una ventina di metri, con un tronco di oltre tre metri di circonferenza a petto d’uomo (nel linguaggio forestale, l’espressione “a petto d’uomo” si riferisce ad una misurazione effettuata ad un’altezza convenzionale pari a 130 cm da terra), il cedro di corso Italia sarà rimosso nella mattinata di giovedì 22 agosto. Si è scelto questo periodo in cui la città beneficia dell’esodo estivo, così da arrecare minori disagi alla circolazione su un’arteria che è certamente tra le più trafficate, soprattutto nelle ore di punta. L’intervento, che sarà effettuato con una piattaforma aerea e, successivamente, con un autocarro dotato di ragno per la rimozione dei rami di risulta, si estenderà presumibilmente per l’intera giornata.
Chiudiamo con una curiosità: il cedro dell’Himalaya è conosciuto anche come “Cedro deodara”, nome che deriva dal sanscrito “devadar” e che significa “albero degli Dei” (chiara allusione all’Himalaya, considerato anticamente come luogo abitato da divinità).