Palazzo Lombardia - L'assessore Mazzali avvia il primo 'tavolo regionale': fare sistema per soluzioni condivise in settore strategico.
A Palazzo Lombardia l'assessore a Turismo, Marketing territoriale e Moda di Regione Lombardia Barbara Mazzali ha avviato il primo 'Tavolo regionale Moda', con tutti gli stakeholder del settore. Davanti a una ventina di esponenti del sistema Camerale e Confindustriale, associazioni di Show Room, esperti universitari e rappresentanti di Confartigianato e Altagamma, Mazzali ha sollecitato, innanzitutto, a ‘fare sistema’ per focalizzare le richieste alle istituzioni su progettualità precise. Comune a tanti interventi la necessità di sostenere le piccole e medie imprese lombarde della moda, spina dorsale produttiva del ‘Made in Italy’ nazionale che, in Lombardia più che in altre regioni, conta su un’imprenditoria tessile storica e una manodopera altamente qualificata. Nel corso del confronto l’assessore ha presentato le attività portate avanti dall’Assessorato: prima tra queste, un bando da 2 milioni di euro ‘Programma di accelerazione delle PMI della moda e del design’, destinato a incentivare progetti di sviluppo aziendale, innovazione e trasformazione digitale, in chiave sostenibile. Inoltre, sono ancora aperti il bando De.MO e il bando Grandi Eventi. Quest'ultimo supporta l'organizzazione di grandi eventi con alto potenziale attrattivo-turistico, che facciano conoscere in Italia, in Europa e nel mondo il territorio lombardo.
E’ inoltre in arrivo un nuovo bando da 10 milioni per promuovere l’innovazione delle imprese.
Il ‘Tavolo’ odierno è stato convocato anche per raccogliere le proposte degli operatori del settore in vista di questa nuova misura. Al centro dei lavori il tema delle nuove competenze professionali necessarie all’innovazione del settore e alla gestione della transizione verso un sistema circolare: “La svolta ecologica della moda richiederà da qui al 2027 tra 63.000 e 94.000 occupati, soprattutto nuove figure specialistiche esperte, persino ingegneri– azzarda Mazzali-, perché oggi il fashion deve andare alla scoperta di nuove frontiere di tessuti, con l’industria applicata alla maglieria, e a modalità produttive a basso impatto ambientale”. Da ultimo, ma non di minor importanza, l’assessore ha messo l’accento anche sull’“educazione e sul cambiamento culturale della società verso l’acquisto di prodotti durevoli, con le logiche di un ‘nuovo sistema’ in cui fibre e abiti siano utilizzati il più possibile, magari spendendo un po’ di più, e che, al termine della loro funzione non finiscano nei rifiuti, ma rientrino nel ri-ciclo d’uso”.