Attualità
Un lungo interminabile applauso di oltre dieci minuti, così gli oltre un milione e mezzo di pellegrini giunti a Roma da ogni angolo del mondo hanno accolto la notizia che dal 2 aprile 2005 tutti sapevano sarebbe arrivata: Papa Giovanni Paolo II è beato. Bandiere che sventolano (soprattutto quelle della natia Polonia), immagini del Santo Padre e occhi lucidi e carichi di commozione per sentire vicino ancora una volta quel 'padre' tanto caro. L'emozione era così intensa che nemmeno Papa Benedetto XVI, a lungo collaboratore di Wojtyla, ha saputo trattenersi, aprendosi ad un lungo e affettuoso discorso a braccio per ricordare l'amico di tante giornate: "Profondo era il dolore per la perdita, ma più grande ancora era il senso di una immensa grazia che avvolgeva Roma e il mondo intero: la grazia che era come il frutto dell’intera vita del mio amato Predecessore, e specialmente della sua testimonianza nella sofferenza. Già in quel giorno noi sentivamo aleggiare il profumo della sua santità, e il Popolo di Dio ha manifestato in molti modi la sua venerazione per Lui. Per questo ho voluto che, nel doveroso rispetto della normativa della Chiesa, la sua causa di beatificazione potesse procedere con discreta celerità. Ed ecco che il giorno atteso è arrivato; è arrivato presto, perché così è piaciuto al Signore: Giovanni Paolo II è beato!". Le molte ore di attesa, i viaggi 'sfiancanti', la pioggia del giorno precedente e i sacrifici per essere lì a Roma venivano così improvvisamente ripagati per un momento che ha scritto la storia della Chiesa cattolica e del mondo moderno.
I pellegrini provenienti da tutto il mondo