Il fotografo cuggionese esporrà undici foto che raccontano il Disturbo Ossessivo Compulsivo: "Tanti aspetti della nostra mente non si possono vedere: la sfida è stata dare loro un'immagine quanto più veritiera". La mostra verrà presentata venerdì 31 maggio.
Dare un’immagine a ciò che per essenza è invisibile: in pratica, una “lastra all’anima”. “Perchè quando ci si frattura basta una lastra, ma quando ci si ferisce l’anima non esiste una diagnostica che lo renda evidente”. È la missione che si è dato Hermes Mereghetti, fotografo cuggionese che ha voluto raccontare nella sua mostra ‘In-Visibile’ il disturbo ossessivo compulsivo (DOC), forse tra le psicopatie meno ‘visibili’ al di fuori della ‘scatola nera’ della mente umana. Le undici foto che compongono la personale (scattate in bianco e nero in collaborazione con la modella Isabella Novati) sono il frutto di un lavoro di oltre due anni, durante i quali Mereghetti ha indagato in profondità il disturbo: “La mia ricerca è stata molto intensa: articoli, libri, conferenze, film, persino consigli e consulti da specialisti. Per un intero anno mi sono persino finto affetto dal DOC e mi sono sottoposto a un percorso di psicoterapia: ho cercato di immedesimarmi al massimo grado nella realtà che ho tentato di raccontare. In questo tempo ho capito che ci si può sentire estremamente soli e che il bisogno di un abbraccio ‘vero’ è impellente per molti”. Una ricerca artistica complessa che Mereghetti vuole sia ‘al servizio’ non fine a sé stessa: “La fotografia, come la scrittura, è l’unico modo che ho per conoscere meglio e di conseguenza raccontare meglio. Le mie fotografie sono ‘solo’ l’esito di un percorso che arricchisce i sé: sono però fondamentali per raccontare; in questo caso poi la sfida era grandissima: mettere per immagini ciò che per natura è invisibile. Sono convinto e voglio che la mia sia una fotografia ‘al servizio’: che non sia fine a sé stessa, ma che anzi aiuti in qualche modo il mio spettatore. Dopo aver scattato le foto le ho sottoposte ad alcuni specialisti che sostengono che rappresentino in modo piuttosto fedele quanto leggono nei loro pazienti. Chissà che non ci sia, tra il pubblico, qualcuno che non riesca a spiegare quello che sente e vive, e che con le mie immagini trovi un modo per esternare il suo dolore: sarebbe la più grande ricompensa per me”. Il prossimo venerdì 31 maggio Mereghetti preseterà la sua mostra con una conferenza presso la BCC di Busto Garolfo e Buguggiate, alla quale parteciperà anche Toni Capuozzo, giornalista e amico del fotografo che ha curato anche la prefazione del libro dedicato alla mostra.