L'Arcivescovo Mario Delpini: "Un segno per incoraggiare gli adolescenti ad avere stima di sé, a coltivare speranze audaci, a riconoscere la propria vocazione".
Come comunicato dalla Sala stampa della Santa Sede, durante l’udienza concessa questa mattina al Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto per le Cause dei Santi, Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del Decreto riguardante il miracolo attribuito all’intercessione del Beato Carlo Acutis. Una decisione che apre la strada alla sua canonizzazione, in una data ancora da definire.
È stata ritenuta miracolosa la guarigione di una studentessa, originaria del Costa Rica, operata per un trauma cranico in seguito a un incidente, guarigione per la quale la madre aveva invocato l’intercessione di Acutis.
Nato nel 1991 a Londra, Carlo Acutis si è trasferito presto a Milano dove ha vissuto fino alla sua prematura scomparsa, avvenuta il 12 ottobre 2006 a causa di una leucemia fulminante. La cerimonia di beatificazione si è svolta il 10 ottobre 2020 ad Assisi, luogo a cui Carlo era molto legato. La sua vita - simile a quella di tanti suoi coetanei ma fondata anche su una profonda fede cristiana e caratterizzata da numerosi gesti di solidarietà - ha ispirato molti ragazzi in tutto il mondo. Per consolidare l’unione spirituale che lega la Diocesi al milanese Acutis, dall’aprile 2023 una lampada votiva offerta dagli oratori della FOM (Fondazione Oratori Milanesi) è stata collocata in forma stabile vicino alla tomba del Beato. Proprio a questa lampada fa riferimento l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, nella sua prima dichiarazione dopo avere appreso la notizia.
«C’è un segno per incoraggiare gli adolescenti ad avere stima di sé, a coltivare speranze audaci, a smentire la tristezza del mondo. Carlo Acutis riconosciuto santo per i miracoli che si compiono per sua intercessione ascolti tutte le nostre preghiere.
Carlo Acutis abita per sempre nell’età della adolescenza per farsi amico di tutti coloro che transitano, ora e in futuro, per questa età e per incoraggiarli a desiderare di diventare adulti, di riconoscere la propria vocazione alla santità.
Un santo adolescente, vicino a san Francesco, con lo sguardo alle cime, con i suoi blue jeans e la sua felpa in giro per le strade di ogni giorno, sia per tutti noi testimone della voglia di vivere, del gusto per il bene, dello stupore per la bellezza e sia esempio da seguire per coloro che alimentano la lampada che abbiamo acceso in Assisi».