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Storie, Buscate, Libri

Patrizia e “La maledizione degli Holmissis”

Patrizia ha appena debuttato in libreria con “La maledizione degli Holmissis”, un thriller noir che ha tutte le carte in regola per tenere il lettore con il fiato sospeso.

Patrizia Bottini è un’istituzione a Buscate. Se uno deve andare in Posta, dice: “Vado dalla Patrizia”. Da 34 anni impiegata in Posta, di cui gli ultimi 18 trascorsi nell’ufficio postale di Piazza San Mauro, Patrizia ha appena debuttato in libreria con “La maledizione degli Holmissis”, un thriller noir che ha tutte le carte in regola per tenere il lettore con il fiato sospeso.
Al centro delle vicende, la famiglia Holmissis, ricca ma sfortunata per via delle tragedie familiari che la attanagliano. Un crescendo di avvenimenti si susseguono nella trama, fino a che… un colpo di scena non spariglia tutte le certezze di chi sta leggendo.
Venerdì 17 maggio alle 20.45 presso la Sala Civica di Buscate Patrizia Bottini presenterà “La maledizione degli Holmissis”, introdotta e guidata dalla giornalista Francesca Favotto.

Patrizia, da dove arriva questa passione per i thriller?
“Da piccola, mia madre per farmi passare la paura, mi faceva vedere horror e gialli, dicendomi che erano solo maschere quelle che vedevo. Così io, anche oggi, per rilassarmi mi guardo questi film. E ho cresciuto mia figlia Luana, che oggi ha 28 anni, con la stessa “terapia d’urto”. Solo che lei poi ha seguito questa passione e si è laureata in Criminologia, e mi è stata d’ispirazione, nonché si è prestata come correttrice di bozze e suggeritrice di colpi di scena”.
Anche da bambina sei sempre stata attratta da questi temi?
“Sempre. Gialli, paranormale… Una delle cose che amo più fare è visitare i luoghi abbandonati, per esempio. Mi immagino storie assurde capitare in quei luoghi! Vorrei far notare poi che la presentazione sarà venerdì 17: e quando sennò? (dice, ridendo, ndr)”.
Da dove hai preso ispirazione per la storia degli Holmissis?
“Luana doveva svolgere un compito per scuola, in cui doveva inventare una storia, partendo da arma del delitto, movente, luogo dell’omicidio... ma avendo poca fantasia, ha chiesto aiuto a me. Così, abbiamo impostato 4/5 pagine di tema, che era già l’impianto di questa storia, trasformata poi in romanzo. L’idea infatti è piaciuta alla casa editrice EtaBeta, e aggiustando un po’ la trama, ecco che è nato il libro!”.
Hai sempre avuto la passione per la scrittura?
“Sì, son sempre stata quella che invece di esprimere a parole ciò che sente, te lo scrivo. Per esempio, lascio molte lettere in giro per mia figlia, che poi le trova e conserva. E poi, ho una fervida fantasia: entro proprio nella storia che racconto, mi immagino accanto ai personaggi, mi immedesimo nelle vicende…”.
Hai altri progetti in cantiere?
“Sì, sto scrivendo un altro testo, ma è una fiaba per bambini. Son partita da una mosca appoggiata su una banana per raccontare tutto un mondo… Si intitolerà “Charlie e l’isola incantata” e uscirà l’anno prossimo”.

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