E' nata nel 1986 una legge poco conosciuta, ma che tutte le volte in cui è stata utilizzata ha prodotto grandi benefici. Questa legge, la legge Marcora, è conosciuta anche come Workers Buyout.
Uno dei temi che più caratterizza il nostro territorio è legato al lavoro. La Lombardia, nello specifico l’altomilanese, è stato terreno fertile per la nascita di imprese e aziende che ne costellano il territorio. Proprio per questo, se la Lombardia viene considerata ancora la locomotiva d’Italia, il nostro territorio è sicuramente parte fondamentale del suo motore. Capita sempre più spesso, però, di conoscere storie di aziende che non ce la fanno. Imprenditori che, tra sacrifici e coraggio, sono costretti a chiudere attività nate anche decine di anni prima. Il volto di queste storie è sempre quello di chi guida le aziende ma, alle sue spalle, ci sono decine di famiglie. Proprio per questo è nata nel 1986 una legge poco conosciuta, ma che tutte le volte in cui è stata utilizzata ha prodotto grandi benefici. Questa legge, la legge Marcora, è conosciuta anche come Workers Buyout. In estrema sintesi si tratta di una rigenerazione di un’azienda in una cooperativa dove i dipendenti diventano soci dell’imprenditore. Il sistema che si genera crea un vantaggio per tutte le parti. Il costo per lo Stato è inferiore ai 12.000€ per lavoratore, ossia inferiore alla cifra garantita per la disoccupazione. Si mantiene una continuità operativa a livello di fornitura verso partner e clienti, tanto che la legge prevede la possibilità per i fornitori di diventare finanziatori della nuova cooperativa. Infine, vengono salvaguardate decine di posti di lavoro e, per accorgersene, basta leggere i dati degli ultimi dieci anni di Workers buy-out. Più di 10.000 posti di lavoro salvati, un fatturato delle aziende rigenerate in cooperative vicino ai 200 milioni di euro ed un tasso di chiusura delle aziende entrate nel processo inferiore al 20%. Il messaggio dietro a questa legge è il suo vero valore. In controtendenza rispetto a quanto ci siamo abituati a vedere, il fallimento dell’individuo è evitato da uno sforzo collettivo che genera un circolo virtuoso, economico e sociale. Il mondo che ci aspetta si delinea sempre più orientato alla condivisione ed al supporto come unica alternativa alle sconfitte ed alla celebrazione dell’individuo