Fu Daniele Oppi a dare linfa a questo progetto sperimentale nel 1991 e oggi il frutto è in mostra nella Biblioteca comunale di Inveruno.
Verrà presentata un’opera edita dalla Cooperativa Raccolto nel 1991 a tiratura limitatissima, si tratta della versione del poeta Antonio Porta (Leo Paolazzi) accompagnata dall’opera grafica di Gianfranco Baruchello.
Fu Daniele Oppi a dare linfa a questo progetto sperimentale nel 1991 e oggi il frutto è in mostra nella Biblioteca comunale di Inveruno (MI).
È il giugno 1984 quando Antonio Porta, in occasione di un seminario al Poetry international Festival di Rotterdam, partecipa a una pubblica discussione sulla necessità e la possibilità di tradurre Dante in lingua moderna. Forse spinto da un’effettiva esigenza rilevata in quell’occasione anche da Franco Fortini, a Milano Porta si mette subito al lavoro traducendo il canto V dell’Inferno.
Se questa è stata l’occasione, ben più complesse sono le ragioni che hanno portato uno scrittore come Antonio Porta a compiere un’operazione da lui stesso definita «popolare» quale è la traduzione in lingua corrente del forse più famoso canto infernale.
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