Giuseppe Spezia, partigiano cuggionese, è stato splendido protagonista delle celebrazioni per il sessantaseiesimo anno dalla cacciata del nazi-fascismo dal suolo italico, raccontando la sua preziosa testimonianza davanti alla lapide dedicata ai partigiani in largo Poldo Gasparotto, nella frazione di Bernate, Casate. L'ex partigiano, sostenuto dal sindaco Osvaldo Chiaramonte, il parroco casatese, don Giorgio Calore, e il simpatico 'sindaco dei piccoli', Simone Toffanin, si è fatto testimone di un episodio bellico; quando un allora prete della zona, don Giuseppe Berra, fece nascondere un soldato americano nella chiesa di Casate, proteggendolo da coloro che gli davano la caccia. Proprio a questo religioso, Spezia ha dedicato una poesia (recitata splendidamente, a dispetto dell'età di chi ha partecipato alla guerra), cogliendo nell'opera di don Giuseppe una metafora dell'aiuto divino senza il quale, probabilmente, l'impresa alleata non sarebbe stata possibile. Anche Chiaramonte e don Giorgio hanno, naturalmente, espresso il loro pensiero sull'importante ricorrenza. Il primo ricordando che “le evoluzioni economico-civili dell'Italia, sono partite dal 25 aprile 1945” e che la liberazione “fu una vittoria di tutti, al di là di ogni fazione politica”; il secondo pregando il Signore perché “accolga tutti coloro che perirono per la resistenza”. Insomma, Comune e Parrocchia insieme per salvare la memoria. Proprio così, 'salvare', perché purtroppo, oggigiorno, il 25 aprile è più sinonimo di barbecue, che ricordo della liberazione dalla guerra. Quest'anno, poi, la coincidenza con la 'Pasquetta', il giorno della classica gita fuori porta, dava alla data storica un'impronta più leggera che mai. Unico alleato del 25 era il 150, quello dell'Italia, per la quale la vittoria sulle truppe nazi-fasciste è un capitolo importante della sua storia, forse 'il capitolo' della sua storia; insomma un capitolo che non dovrebbe mai essere dimenticato.