Allo Spazio Arte Contemporanea, la collettiva 'Venus in Furs'. L'inaugurazione, sabato 9 marzo alle 17. La mostra sarà aperta fino al 6 aprile.
Il romanzo Venus in Furs (1870) opera di Leopold von Sacher-Masoch, rimane celebre nella memoria collettiva: Severin, un uomo sobrio, racconta della propria devozione assoluta per Wanda, che lui identifica con Venere, dea dell’amore. Nella stanza di Severin campeggia un dipinto, per il quale dice di aver tratto ispirazione dalla Venere allo specchio di Tiziano, che raffigura una venere del nord che indossa solamente una pelliccia: essa è l’incarnazione della donna perfetta secondo le proprie fantasie. Ma la protagonista, proprio in virtù di quella forza che tanto sobillava l’animo di Severin, si ribella e si emancipa dall’ideale a cui è associata per spogliarsi di quella pelliccia che la imprigionava in un ruolo. Venus in Furs è in misura più profonda la definitiva affermazione del desiderio di esprimersi e dell’istinto creativo come forza generatrice. La collettiva “Venus in Furs” riunisce un gruppo di artiste che hanno deciso di esprimere il loro estro e la loro creazione proiettata come pulsione di vita, quello che Freud chiamava Eros, dal nome della divinità greca dell’amore. Ogni artista si apre a un dialogo che restituisce un grande affresco dove confluiscono, attraverso medium diversi, aree di ricerca che indagano il tessuto contemporaneo nelle trame dell’esistenza. Parliamo del tema della memoria e della percezione del tempo, dei ricordi, o dell’inconscio e dei suoi luoghi inesplorati, passando per il corpo femminile, sinuoso e fluttuante come un velo o scultoreo. La donna e il suo essere nella società odierna è vagliata nel suo scardinarsi dal classico ruolo di angelo del focolare, e allora l’immagine femminile è dipinta mentre è rinchiusa in asfissianti ambientazioni domestiche permeate di infiorescenze, o è alle prese con comuni faccende. Si passa anche all’attualità più stringente, con tematiche sociali che toccano l’antispecismo o più direttamente legate al mondo femminile, delineando percorsi che per quanto dolorosi portano alla rinascita e al ritrovamento di sé. L’arte ha un valore sociale, di avvicinamento tra le persone, di unione, come un rito collettivo dove regna il principio greco della kalocagathia, dove ciò che è bello è anche buono. La collettiva “Venus in Furs” è stata possibile grazie all’impegno di Loredana Galante, Marta Mez e Antonella Casazza, che hanno costituito un comitato che si è occupato di coordinare e realizzare il progetto.
LA LETTERA DEL COMITATO
Ventiquattro artiste da un'idea aggregativa del Comitato: Loredana Galante, Antonella Casazza e Marta Mez. Tre artiste che hanno immaginato una mostra al femminile e l'hanno realizzata. Un catalogo analogico di artiste, una scommessa sinergica, che vuole indagare e restituire uno spettro di declinazioni concettuali ed estetiche di un'esperienza artistica attinente alle donne. Il progetto espositivo include differenti medium e stili, linguaggi e poetiche. La mostra comprende opere di pittura, scultura, fiber art, collage, video di performing art, fotografia. Il Comitato, con questo invito, vuole restituire la complessità dell’universo femminile attraverso un progetto, in cui la voce narrante è la ricerca artistica ma la scelta delle artiste è dichiaratamente fatta tra le Amiche. In un periodo di critica tout court qui c’è da scatenarsi, è tutto “molto peloso” iniziando dall’ immagine di copertina: una conchiglia aperta con ciuffi di pelo bruno che irretisce o crea disagio. Il risultato è la costruzione di una mostra articolata e complessa, un dibattito d’idee, una geografia di paesaggi contemporanei eterogenei. Et voilà lo sguardo delle ventiquattro Artiste, il nostro modo di registrare, indagare e restituire, ognuna con il proprio personale linguaggio. Il titolo della mostra è stato scelto dalla curatrice Rebecca Delmenico che ha scritto il testo che accompagna la mostra Venus in Furs. Questa è la domanda che il Comitato si pone e indirizza ai visitatori di questa mostra: "In una mostra di sole donne ci sono degli elementi comuni dettati da un'inclinazione, da attributi sensibili, da una categoria con specifiche propensioni, attitudini, peculiarità biologiche? Se esistono, possono essere alla base di una creazione di valore, di una gradazione contributiva riconoscibile nella nostra società?" Come si diventa ideatrici e curatrici di una mostra di 24 artiste che ci comprende? Una gita condivisa, un’idea, l’istantanea attivazione di tre amiche artiste, una pazienza infinita e tanto impegno. Come si realizza? Grazie ad uno spazio: SAC - Spazio Arte Contemporanea che ci ospita ed una curatrice che ci sostiene da subito e ci scrive un testo, Rebecca Delmenico.
L'inaugurazione, sabato 9 marzo alle 17. La mostra, poi, sarà aperta fino al 6 aprile.