La forza dell'inclusione. Tutti, nessuno escluso, infatti, e allora pronti a scendere in campo e a sfidarsi con il sitting volley. Sport e disabilità che regalano emozioni.
La palla che rimbalza sul campo. Un tocco, un secondo e poi un altro ancora. Tanti, tantissimi, ognuno che racchiude dentro di sé emozioni, coinvolgimento e soprattutto condivisione. La forza dell'inclusione, alla fine, mai come stavolta davvero speciale. Tutti, nessuno escluso, infatti, e allora pronti a sfidarsi con il sitting volley. "Il sitting volley è il massimo dell'inclusività , perché si gioca normodotati e disabili assieme, senza ausili - racconta Giorgio Andrea Zanaldi, atleta paralimpico - Come funziona? Molto semplice, è la classica e tradizionale pallavolo che però, nel caso specifico, si pratica da seduti. Mentre per quanto riguarda le regole, anche queste, a parte alcune piccole differenze, sono le stesse appunto del volley. E cosa fondamentale, chiunque può provare: uomini, donne, giovani, adulti e bambini". Quando lo sport è sinonimo di emozioni, gioia e voglia di stare insieme. Quando lo sport è complicità, appunto in tutto e per tutto. "Ci si diverte e ovvio si cerca di vincere, in quanto lo sport è raggiungere il risultato migliore - conclude Zanaldi - Poi se si perde, come si dice, l'importante è partecipare, ritrovarsi ed essere amici".
TUTTI IN CAMPO CON IL SITTING VOLLEY