Lo scorso sabato il vescovo Delpini ha celebrato la messa in suffragio di mons. Giudici, già vescovo di Pavia e Ausiliare di Milano: "Ha preparato la Pasqua. E ora si può dire che i suoi occhi si aprono su un nuovo cielo e una nuova terra".
Sabato 20 gennaio si è celebrata in Duomo la Messa di suffragio per mons. Giovanni Giudici, deceduto giovedì 18 gennaio all'età di 83 anni: sacerdote ambrosiano, insegnante, Vicario episcopale della zona di Varese, Vicario generale durante l’episcopato del cardinal Martini, Vescovo di Pavia, Giovanni Giudici – ha detto l’Arcivescovo Mario Delpini durante l’omelia - “ha ricoperto molti ruoli di responsabilità, era dotato di molte qualità e si è fatto apprezzare da tutti”.
In una Cattedrale affollata dalle tante persone che lo hanno conosciuto e amato, anche nei suoi incarichi come assistente diocesano dei giovani dell’Azione Cattolica e come presidente nazionale di Pax Christi, mons. Delpini ha dapprima tratteggiato le caratteristiche di coloro che ha definito i “discepoli dei preparativi”: “quelli di cui Gesù può fidarsi”, “quelli che non si accontentano di eseguire e d’altra parte non si ritengono autorizzati a qualsiasi scelta”, “quelli che avendo capito cosa c’è da fare, semplicemente lo fanno”, che “praticano la collaborazione come il modo abituale di essere discepoli e hanno come mandato quello di preparare la Pasqua”.
L’Arcivescovo ha poi così concluso l’omelia: “Del Vescovo Giovanni si possono dire molte cose. Ma in questo momento di preghiera mi sembra che si possa anche semplicemente dire che è stato un discepolo dei preparativi. Ha preparato la Pasqua. E ora si può dire che i suoi occhi si aprono su un nuovo cielo e una nuova terra e finalmente è possibile per don Giovanni finire la fatica dei preparativi e attingere alla fonte dell’acqua della vita. Ora, finalmente, può celebrare la Pasqua che per tutta la vita ha preparato”.
Al termine della celebrazione mons. Delpini ha poi aggiunto: “Credo che don Giovanni vorrebbe dire un’ultima parola a ciascuno di noi: ‘grazie’. Grazie ai parenti e agli amici di una vita con cui ha condiviso la passione apostolica e la ricerca delle strade da percorrere come Chiesa del post Concilio, grazie alle istituzioni con cui ha sempre avuto un rapporto rispettoso e di collaborazione, grazie a chi lo ha accompagnato negli ultimi anni a Varese nelle fatiche dovute alla salute. Don Giovanni festeggiava l’onomastico a san Giovanni Bosco, il 31 gennaio, ispirandosi a un prete dedito con tutte le sue forze ai giovani e al rinnovamento della Chiesa. Perciò mi pare che anche il suo onomastico possa essere di incoraggiamento per imitare i santi preti, i santi vescovi e i santi laici che ci insegnano a essere discepoli”.
La salma di mons. Giudici è stata traslata al Duomo di Pavia, dove nella mattinata di lunedì 22 sono stati celebrati i funerali solenni.