Una specie, un’altra e ancora una. E, poi, inevitabilmente quella domanda: commestibili oppure no? Autunno… tempo di funghi.
Una specie, un’altra e ancora una. E, poi, inevitabilmente quella domanda: commestibili oppure no? Autunno… tempo di funghi. “Diciamo che nella zona dell’Alto Milanese, la tradizione vuole che si raccolgano in particolar modo i chiodini - spiega Roberto Paniz, di ‘Antares’ Legnano - Quindi, ecco ad esempio la clitocybe nebularis che, nonostate venga consumata da qualcuno, è però dichiaratamente tossica. O ancora le cosiddette mazze di tamburo che, a tutt’oggi, non hanno controindicazioni. Ovviamente, l’importante è prendere esemplari freschi, giovani e in buone condizioni”. Insomma, serve grande attenzione e allo stesso tempo è fondamentale continuare ad informarsi sui cambiamenti e le evoluzioni. “Non c’è un metodo scientifico che, partendo da una tipologia, permetta di identificarne la commestibilità o la tossicità - aggiunge - Bisogna, invece, conoscere la specie e per questo un consiglio che possiamo dare è quello di concentrarsi su pochi funghi, analizzandone i dettagli e le loro possibili variabilità cromatiche e morfologiche. Contemporaneamente, ricordiamoci che esiste il servizio di ispettorato micologico che è adibito proprio al controllo di quanto raccolto e, trattandosi di persone competenti, e interessate agli aspetti gastronomici, ci confermano quindi se sono commestibili o meno”.
ANDAR PER FUNGHI: COMMESTIBILI E CONSIGLI