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Sociale

Beneficenza, quali sono le cause che portano gli italiani a donare?

Quali sono le motivazioni principali che spingono l’italiano a donare ogni anno? Vediamole insieme.

Gli italiani hanno un cuore enorme. Sono tanti, infatti, i nostri concittadini che nel corso di ogni anno riescono a trovare il modo di aiutare il prossimo attraverso donazioni spontanee verso associazioni, organizzazioni non profit o direttamente ai destinatari della somma devoluta. Ad “aiutare”, se così si può dire, sono anche le tante situazioni che quotidianamente richiedono l’aiuto dell’italiano in termini di donazione di denaro. Che sia un SMS da pochi euro o un qualcosa di più corposo, come il 5x1000 o un lascito testamentario, l’abitante del suolo italico, da Nord a Sud, nonostante alcune differenze tra regione e regione constatabili da questa ricerca, è sempre in prima linea e dona senza farsi scrupoli, anche quando la crisi economica e l’inflazione tenderebbero a far dir di no. Senza entrare nel dettaglio dei singoli eventi, quali sono le motivazioni principali  che spingono l’italiano a donare ogni anno? Vediamole insieme.
 
Sanità e Ricerca
Se c’è una cosa che all’italiano sta particolarmente a cuore, questa è la salute. Quante volte si è sentita pronunciare una frase simile a “Del resto non mi interessa, basta che ci sia la salute e si stia bene”. Ecco, la nostra popolazione tiene molto a questo aspetto della società che prova a finanziare ogni volta che gli è possibile. Sanità e Ricerca, quindi, rientrano tra le maggiori motivazioni di donazione degli italiani. Basti pensare alle varie maratone anche organizzate in TV, come Telethon per citarne una, che consentono di donare in tempo reale proprio ad organizzazioni dedite alla ricerca e alla sanità. Per quanto il boom fatto registrare nel 2020, con quasi il 50% delle somme devolute verso questo importante topic, sia di fatto sceso nel 2022 al 35%, il trend delle donazioni volontarie a tema sanità e ricerca resterà il più gettonato, o comunque sul podio, anche secondo le previsioni del 2023.

Assistenza Sociale e Diritti Umani
Ma non c’è solo la Sanità ad incentrare l’attenzione degli italiani in termini di beneficenza. Un altro tema molto gettonato in tal senso è quello dell’assistenza sociale ai più deboli, alle persone portatrici di handicap e ai rifugiati. A questi punti, poi, si connette perfettamente quello della difesa dei Diritti Umani e della Pace, che vede impegnate diverse organizzazioni non profit italiane su tutto il territorio tricolore e mondiale. Nel corso del 2022, le donazioni per questi argomenti hanno toccato la cifra mai raggiunta prima del 15%, cresciuta esponenzialmente rispetto al biennio precedente, dove sfiorava appena il 10%.

Emergenze
Ovviamente, il cuore degli italiani si accende anche e soprattutto nel caso di emergenze improvvise, come possono essere quelle che hanno colpito di recente regioni come l’Emilia-Romagna o la Sicilia, o stati esteri come Marocco e Libia. A dimostrarlo sono i numeri, che vedono una percentuale in netta crescita rispetto al 2021 di donazioni dovute ad aiuti per crisi emergenziali di larga scala, nazionali ed internazionali: si è passati dal 17% di due anni fa, infatti, al 30% del 2022, raggiungendo nuovamente i livelli record del 2020, quando la percentuale era leggermente superiore a quella della passata annata (34%). Nel 2023, però, questi numeri potrebbero ulteriormente aumentare.

Protezione dell’ambiente e degli animali
Molte delle emergenze cui abbiamo appena accennato, hanno acceso i fari sull’emergenza ambientale che stiamo vivendo negli ultimi anni. Proprio per questo motivo sono aumentate in modo importante le donazioni degli italiani verso enti non profit che si occupano proprio del cambiamento climatico, della protezione del nostro Pianeta e di chi, al nostro pari, ci vive, ossia gli animali, con un particolare focus sulle specie in via d’estinzione, tra cui, purtroppo, ci sono le api. Il modesto 9% di somme devolute verso tali tematiche del 2020 si è trasformato nel 28% del 2022 e, stando alle prime stime relative all’anno in corso, potrebbe presto sfondare il tetto del 30%.

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