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Musica

Vinicio Capossela finalista alle Targhe Tenco

L'artista emiliano è finalista in tre categorie: miglior album, miglior canzone e miglior album a progetto.

Vinicio Capossela è finalista alle Targhe Tenco 2023 in tre categorie: miglior album con l’ultimo lavoro discografico ‘Tredici canzoni urgenti’, miglior canzone con ‘La cattiva educazione’ feat Margherita Vicario (uno dei brani contenuti nel disco) e miglior album a progetto per la sua partecipazione al disco ‘Nella notte ci guidano le stelle. Canti per la Resistenza’ con una sua versione di ‘Bella Ciao’ eseguita insieme a Dimitris Mystakidis.

‘Tredici Canzoni urgenti’ è l’ultimo lavoro discografico di Vinicio Capossela. Uscito lo scorso 21 aprile, l’album è una produzione La Cùpa, su etichetta Parlophone per Warner Music Italy.

‘Tredici canzoni urgenti’ è un disco musicalmente polimorfo, che contiene molti strumenti musicali, musicisti e ospiti, e che alterna diverse forme, dalla folìa cinquecentesca al reggae and dub anni ‘90. Ballate, waltz, jive e un cha cha cha costituiscono l’universo musicale di canzoni che nascono dall’urgenza di interpretare e dare voce ai problemi più stringenti del momento storico che stiamo vivendo: la violenza di genere, la cattiva educazione alle emozioni, l’abbandono scolastico, la delega da parte degli adulti all’intrattenimento digitale in cui versa l’infanzia, la cultura usata come mezzo di separazione sociale, il carcere inteso come reclusione senza rieducazione, il parossismo consumistico generato dal capitalismo predatorio.

‘Tredici canzoni urgenti’ è così un modo per il cantautore di condividere, attraverso la musica e le parole, l’unica cosa che ha da offrire, la propria urgenza di guardare insieme a un presente sempre più spaventoso e difficile da afferrare, di vincere la tentazione all’indifferenza e ritrovare lo spazio per l’impegno e il confronto, per non lasciare che la legge del più forte si imponga sulla Terra e il fatalismo ci travolga.

‘La cattiva educazione’ feat Margherita Vicario, la nona canzone urgente, è un brano che, partendo dal parafrasare il più celebre dei canti partigiani, ci riporta a un’altra guerra di sopraffazione, compiuta spesso fra le mura domestiche e generata da una cultura tossica, patriarcale, misogina che ha trasformato l’Amore in uso e abuso della sessualità, del corpo, della violenza e del possesso.

“Da qualche anno si è dato un nome a un crimine che non è solo omicidio, ma che ha per oggetto un genere preciso, quello femminile”, scrive Capossela. “La retorica e la narrazione che accompagnano questo crimine non sono scevre dalle tossicità della cultura che quel crimine ha generato. Una cultura che solo recentemente si inizia ad analizzare nei suoi risvolti più quotidiani, intimi e nascosti. Una cultura che ha segnato tutti e in grado anche di occultare i propri sintomi sotto una coltre di consuetudine.

È solo da poco che si scopre quanto manifestazioni sessiste, derubricate come atti di goliardia o addirittura di galanteria solo un po’ volgare, come il cosiddetto catcalling, siano i sintomi di quella cultura dello stupro che è dietro ai crimini derubricati come femminicidio.

C’è un problema millenario di cattiva educazione, che va dalla mancanza di educazione alla gestione delle emozioni, del rifiuto e della separazione, all’esercizio del possesso, alla violenza domestica, al silenzio che l’accompagna, all’incapacità di dare un nome a una condizione e a un malessere. Tutto questo è cattiva educazione: i crimini che offendono l’umanità intera di cui sono piene le cronache sono l’ultimo effetto della cattiva educazione che li ha generati. Cattiva educazione collusa con un frainteso e pericoloso uso e abuso della sessualità, del corpo, della violenza e del possesso coperti dalla nebulosa giustificazione, che è in realtà un’aggravante, della parola Amore”

Capossela ha partecipato al disco ‘Nella notte ci guidano le stelle. Canti per la Resistenza’, uscito il 25 aprile per Squilibri Edizioni, con una sua speciale versione di Bella Ciao insieme a Dimitris Mystakidis. Per cortei e piazze lontane, Bella ciao risuona come un grido di libertà che travalica confini e frontiere con un respiro internazionale.

Il disco racchiude quindici canzoni per un racconto in musica sulla Resistenza, pietra angolare su cui si fonda la nostra democrazia: una comunità, aperta e inclusiva, di liberi ed eguali nata dalla lotta di un popolo contro l'invasore e, allo stesso tempo, contro l'oppressore, in una guerra di liberazione che è stata anche una guerra civile.

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