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Territorio

La corona ferrea di Monza

Il Duomo di Monza custodisce uno dei simboli della città e quello che viene considerato uno dei gioielli più significativi nella storia occidentale: la Corona Ferrea della Regina Teodolinda.

Il Duomo di Monza custodisce uno dei simboli della città e quello che viene considerato uno dei gioielli più significativi nella storia occidentale: la Corona Ferrea della Regina Teodolinda. Il manufatto, conservato miracolosamente fino a oggi, fa parte del tesoro del Duomo ed è stato usato per secoli per l'incoronazione dei Re d'Italia. Composta da sei piastre d’oro misto ad argento, ornata da rosette a rilievo e impreziosito da castoni di zaffiri, granati e ametiste, smalti, la corona nasconde l’elemento più importante nel cerchio interno: secondo un’antica tradizione, riportata già da sant’Ambrogio alla fine del IV secolo, questo sarebbe uno dei chiodi utilizzati per la crocifissione di Cristo. La Chiesa riconosce alla corona il carattere di reliquia religiosa, per questo è conservata in una cappella ad essa dedicata all’interno del Duomo.

La tradizione vuole che la reliquia sia stata ritrovata da sant’Elena nel 326 durante un viaggio in Palestina, intrapreso proprio per riportare alla luce la Santa Croce seppellita sul Golgota: qui trovò due santi chiodi. Una volta tornata a Roma, ne fece montare uno sull’elmo del figlio, l’imperatore Costantino, affinché Dio lo proteggesse in battaglia, l’altro fu saldato sul morso del cavallo di Costantino, anche qui in segno di protezione e ispirazione divina nel comando dell’Impero. Il chiodo inserito sull’elmo di Costantino, due secoli dopo, fu donato da papa Gregorio I alla regina Teodolinda, che lo fece incastonare nella Corona Ferrea e, da quel momento, il manufatto divenne un simbolo altissimo per tutti i sovrani: con l’incoronazione, infatti, l’investitura reale si collegava direttamente sia al divino che all'Impero romano L’altro Santo Chiodo è custodito ancor oggi nel Duomo di Milano.

La storia della Corona Ferrea nei secoli si è ammantata di leggenda. Recenti analisi scientifiche hanno dimostrato che la lamina del cerchio non è in ferro ma in argento e hanno rilevato diversi interventi effettuati sulla corona tra il IV e il IX secolo. Non è certo il suo arrivo a Monza: si ritiene sia passata dagli ostrogoti ai re longobardi e, sia arrivata poi ai sovrani carolingi che l’avrebbero restaurata e donata al Duomo di Monza, da allora la sua storia è legata a quella della cattedrale e della città. Nel 1576 San Carlo Borromeo istituì il culto del Sacro Chiodo, sia per rendere ufficiale il riconoscimento di reliquia religiosa della corona, sia per legarla idealmente all’altro Sacro Chiodo, custodito nel Duomo di Milano.

Nei secoli, furono molti i regnanti che scelsero la Corona Ferrea per l’incoronazione. Non ci sono certezze sui numeri e alcune attribuzioni storiche sono discusse tra cui, ad esempio, quella di Carlo Magno, ma di certo fu sulla testa di Napoleone Bonaparte, che volle e ottenne per sé il titolo di Re d’Italia e fu incoronato il 26 maggio 1805 nel Duomo di Milano. La Corona Ferrea rimase un simbolo anche durante il regno dei Savoia e finì nel loro stemma: anche se non fu utilizzata per le incoronazioni, fu esposta al pubblico durante i funerali di Vittorio Emanuele II e di Umberto I.

Il culto del Sacro Chiodo del Duomo di Monza è vivo anche oggi, la terza domenica di settembre la corona viene esposta in posizione verticale su un apposito reliquiario per rendere più visibile il chiodo incastonato, si porta poi in processone per il centro storico della città.

La corona ferrea ha sollecitato la fantasia di scrittori, registi e sceneggiatori, ad esempio è citata nel romanzo Moby Dick di Melville in senso metaforico, "the Iron Crown of Lombardy" è l’immagine di un’ossessione: un ferro interno che tormenta il cranio del protagonista, ma al tempo stesso uno splendore esterno che affascina gli altri. “La corona di ferro” è anche il titolo di un film italiano del 1941 diretto da Alessandro Blasetti con Gino Cervi.

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