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Territorio, Attualità, Salute

Covid, cosa ci rimane?

Sono già passati tre anni, un tempo lungo ma per molti aspetti ‘sospeso’. Dall’incubo all’assuefazione, dai giorni del lockdown ad un ritorno senza regole.

Sono già passati tre anni, un tempo lungo ma per molti aspetti ‘sospeso’. Dall’incubo all’assuefazione, dai giorni del lockdown ad un ritorno senza regole. Fino a quattro anni fa, medici e scienziati a parte, chi poteva anche solo immaginare che un subdolo virus da una sconosciuta città cinese potesse diffondersi in pochi mesi in tutto il mondo... portando morte, città paralizzate, corse al vaccino e al distanziamento? La ‘rimozione’ mentale personale di quei giorni (dall’essere chiusi in casa passando tra paure a far pasta e pizza, dal cantare dai balconi al sentire le sirene nel silenzio delle strade) e collettiva è ormai consolidata, ma per certi aspetti è quanto di più sbagliato. Il ricordo, l’analisi, il comprendere meccanismi, gestione ed errori può permetterci l’evitare di altre future pandemie. E torniamo a ‘rileggere’ quei momenti, i passi che ormai sono storia. Il 31 dicembre 2019 le autorità cinesi riferiescono all’Oms l’emergenza di diversi casi di una misteriosa polmonite. L’epicentro è la città di Wuhan, metropoli di 11 milioni di abitanti: in pochi giorni i casi sono 41, quasi tutti legati al mercato di pesce e animali vivi. Il 7 gennaio 2020 le autorità cinesi identificano il nuovo virus, responsabile di una grave polmonite bilaterale, e lo chiamano Sars-Cov-2. Il 14 gennaio 2020 viene individutao il primo caso fuori dalla Cina, in Thailandia, nelle televisioni mondiali si vedono le prime immagini di medici bardati e pazienti intubati. Il 20 gennaio arriva la prima conferma della trasmissione del virus da uomo a uomo, ma l’allerta rimane sotto traccia. Il 23 gennaio 2020 Wuhan e altre città cinesi entrano in lockdown, una misura che a noi occidentali sembra folle e impensabile. Il 31 gennaio i primi casi di contagio riscontrati in Italia, sono due turisti cinesi messi in quarantena. Il 21 febbraio 2020 un uomo di 38 anni residente a Codogno è il primo italiano a cui viene riscontrato il Covid-19, il giorno seguente il primo decesso in Italia, un 78 di Vo’ Euganeo. Il 23 febbraio prime zone ‘rosse’ in Lombardia e Veneto e chiusura delle scuole e degli eventi. Il 25 febbraio la prima conferma, da parte del nostro giornale, di due casi Covid-19 ricoverati all’Ospedale di Legnano. In pochi giorni i casi esplodono in ogni singolo paese, portando un lungo elenco di decessi, mancanze gestionali, ansie, dolore. Il resto è ormai storia.

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