Lo scorso anno, in tutto il nostro territorio, non appena iniziò il tentativo di invasione russa dell’Ucraina, ogni comunità si adoperò per cercare di aiutare.
Lo scorso anno, in tutto il nostro territorio, non appena iniziò il tentativo di invasione russa dell’Ucraina, ogni comunità si adoperò per cercare di aiutare e dar sollievo alle popolazioni colpite. Punti di raccolta si attivarono in ogni paese con l’aiuto di amministrazioni, associazioni, parrocchie e singoli cittadini. Vennero organizzati ingenti carichi di viaggio con beni di prima necessità, ma non solo. Chi il suo aiuto non l’ha fatto mai mancare in questi 12 mesi è sicuramente ‘Caritas Ambrosiana’, spesso con iniziative tipo: gli ‘Italiani dell’anno’. Cioè – definizione proposta da Alberto Chiara, giornalista di Famiglia Cristiana, conduttore del convegno – coloro che non si sono persi in dispute ideologiche, e hanno dedicato se stessi, il proprio tempo, le proprie risorse, le proprie case, ad aiutare almeno una tra le milioni di persone cui la guerra causata dall’aggressione russa all’Ucraina ha stravolto la vita, a partire da un anno fa. E a cercare vie inedite per la pace. A questi italiani, ai tanti mobilitati anche nella diocesi di Milano, ai loro colleghi della rete nazionale e internazionale Caritas, al loro lavoro che non è mai cessato, anche quando l’emozione e la pressione mediatica sono calate, sono stati dedicati il convegno organizzato nella mattina di martedì 21 febbraio, da Caritas Ambrosiana, e il dossier che ricapitola gli esiti della “azione Caritas in un anno di guerra”. Lo sforzo di aiuto e di accoglienza è stato imponente e articolato. E condotto su vari fronti. In Ucraina hanno agito, a favore di vittime e sfollati interni, Caritas Ukraine (espressione della Chiesa greco-cattolica di rito bizantino) e Caritas Spes (espressione della Chiesa cattolica latina), grazie ad appelli d’emergenza (per l’equivalente di 46 milioni di euro) finanziati grazie alla mobilitazione di 48 Caritas nazionali di tutto il mondo, coordinati dalla rete Caritas Internationalis. Altri 7 appelli d’emergenza (per 18 milioni di euro) sono stati lanciati e poi realizzati dalle Caritas nazionali dei paesi confinanti con l’Ucraina. Si stima che, in Ucraina e nei paesi confinanti, siano stati di conseguenza raggiunti, con aiuti di varia natura (d’urgenza, d’accoglienza, alimentari, sanitari, educativi, di supporto psicologico, legale e finanziario) 5,3 milioni di persone. Caritas Ambrosiana, destinando complessivamente circa 900 mila euro, ha dedicato particolare attenzione ai rifugiati nella Repubblica di Moldova e aiutato circa 1700 profughi nel nostro territorio.