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Territorio

Lo SVA-5 di Volandia

A Volandia lo SVA-5 donato da Giuseppe Angelucci. Il velivolo, sviluppato e costruito durante la Prima Guerra Mondiale e prodotto fino alla metà degli anni Venti, fu reso celebre da imprese memorabili come il Volo su Vienna e il Raid Roma – Tokio.

A Volandia lo SVA-5 donato da Giuseppe Angelucci. Il velivolo, sviluppato e costruito durante la Prima Guerra Mondiale e prodotto fino alla metà degli anni Venti, fu reso celebre da imprese memorabili come il Volo su Vienna e il Raid Roma – Tokio. La replica, in scala 9/10, è stata realizzata nel 2001 dal Prof. Antonio Angelucci di Vasto in circa 8.000 ore di lavoro, impiegando le tecniche costruttive e i materiali aeronautici (legni, colle, tele, vernici, tubolari in leghe metalliche leggere) utilizzati per la costruzione dell’esemplare originale, il n. 11721, oggi conservato al Museo dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle. Questo splendido aereo è stato esposto in numerose mostre in tutta Italia e ha partecipato alla parata del 2 giugno, Festa della Repubblica, a Roma nel 2014. “Volandia è infinitamente grata al figlio di Antonio Angelucci, Giuseppe, che ha voluto donare questo splendido esemplare a Volandia, dandoci l’opportunità di esporlo al pubblico di appassionati che ogni anno visita il museo”, ha dichiarato Luciano Azzimonti, Vicepresidente di Volandia. Lo SVA5 esposto, con la livrea della “Serenissima”, è replica fedele del velivolo appartenuto al Maggiore Giordano Bruno Granzarolo, uno degli aviatori che effettuarono il volo su Vienna del 1918 lanciando i manifesti che invitavano l’Austria alla resa. Alla celebre impresa ed alla figura di Gabriele D’Annunzio Volandia ha peraltro dedicato un’intera sezione museale all’interno della recentemente rinnovata Galleria degli Eroi ubicata nel Padiglione Ala Fissa. Lo SVA era un velivolo da caccia, ricognizione e bombardamento, monomotore, biplano, monoposto a struttura mista. Molto veloce ed innovativo sotto il profilo della tecnica aeronautica, fu tra i primi aerei di concezione e costruzione interamente italiana. L’acronimo “SVA” deriva dalle iniziali dei cognomi Savoia e Verduzio, gli ingegneri che lo progettarono, e Ansaldo, la ditta che lo costruì in circa duemila esemplari a partire dal 1917. Impiegato principalmente in missioni di ricognizione nel corso della grande guerra, questo velivolo divenne leggendario tra i piloti per avere effettuato alcuni voli memorabili; primo fra tutti quello su Vienna, il 9 Agosto del 1918, compiuto dagli SVA della 87^ Squadriglia “Serenissima” al comando di Gabriele D’Annunzio. Nel dopoguerra, grazie alla forte determinazione dei piloti ed alla scrupolosa preparazione delle imprese, due SVA andarono da Roma a Tokyo in un eccezionale volo di 18.000 km, mentre quello pilotato dalla Medaglia d’Oro Antonio Locatelli attraversò le Ande con un volo solitario. Lo SVA5 è stato assemblato e preparato per l’esposizione da una “squadra” dei volontari dell’Associazione Amici di Volandia, ed è la prima di una serie di novità che verranno presentate al museo nel corso delle prossime settimane.

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