A Palazzo Leone da Perego “The colors in your eyes”, la personale di Gianfranco Malchiodi curata da Vania Rossini.
A Palazzo Leone da Perego “The colors in your eyes”, la personale di Gianfranco Malchiodi curata da Vania Rossini. La mostra, che esplora tutti gli ambiti tematici toccati da Malchiodi nel corso della sua attività, vede la presenza di un’ottantina di opere, la maggior parte delle quali risalenti agli ultimi anni, dal 2020 al 2022, e molte di queste realizzate nel periodo del lockdown o comunque nel tempo segnato dall’emergenza pandemica. Filo conduttore della personale, come suggerito dal titolo, è il colore, per Malchiodi elemento fondante della sua opera. "Apriamo con questa mostra il programma 2023 delle esposizioni dedicate agli artisti del territorio - dice Guido Bragato, assessore alla Cultura - Lo facciamo con un pittore, Gianfranco Malchiodi, che ha all’attivo collaborazioni con diversi enti e istituzioni del nostro territorio ed è, da sempre, impegnato a lavorare con gli allievi delle scuole. E questo rappresenta un importante valore educativo aggiunto della mostra: con i laboratori i visitatori più piccoli, da fruitori, diventano parte attiva traendo spunto da quanto visto per realizzare una loro opera". Malchiodi, classe 1952, nato a Ferriere, sull’appenino piacentino quasi al confine con la Liguria, ma da molto tempo residente nel Legnanese, è un autodidatta che ha reinterpretato i grandi maestri dell’Otto e del Novecento con una marcata impronta postimpressionista. Nota Rossini: "Malchiodi tratta i soggetti cari all’impressionismo come il tema dell’acqua, considerandolo lo specchio di una realtà in continuo divenire, o quello delle stagioni, con il loro rinnovarsi ciclico di forme e colori, Ma è nella corrente dell’espressionismo e del divisionismo che lo stesso trae le maggiori fonti di ispirazione: il pittore interpreta lo stile espressionista nell’utilizzo delle corpose spatolate di colore liberamente giustapposto sulla tela con dirompente carica emotiva. Dal Divisionismo, invece, attinge la tecnica e la ricerca della luce: una luce che emerge vibrante, irreale e simbolica, una luminosità che si scompone come pulviscolo nell’atmosfera e che non proviene da fonti naturali, ma dal sapiente accostamento dei colori primari o complementari e dalla giustapposizione di tonalità fredde e calde". Quattro gli ambiti tematici delle opere in mostra: ricordi d’infanzia, memorie di viaggio, figure umane di ordinaria quotidianità, natura e movimento. Motore dei ricordi sono i lunghi soggiorni estivi in campagna, il rapporto con la natura e gli abitanti del luogo, persone di montagna, contadini, allevatori. I ricordi di quei luoghi si concretizzano in lavori dove “storie di ordinaria quotidianità” prendono forma sulla tela in vedute che restituiscono la dignità di chi vive del duro lavoro dei campi. Malchiodi ha un rapporto particolare con gli animali e spesso nelle sue opere assegna loro un ruolo da protagonista, siano essi d’affezione o allo stato brado. Quanto ai viaggi, Malchiodi si è spostato molto in Italia conservando sempre la capacità di farsi incantare ed emozionare dalle piccole cose. Tuttavia non ha mai dipinto “en plein air”; le foto dei suoi viaggi sono state raccolte, analizzate in studio, quindi assemblate, ritagliate fino a crearne dei collage. "La sua non è una pittura immediata, come a volte appare – spiega Rossini - ma è spesso meditata e progettata attraverso l’analisi della struttura compositiva iconografica e iconologica e lo studio delle luci e del colore. In queste opere la forma e il disegno si destrutturano e lasciano il posto a matasse corpose e filamentose di colore". Da un punto di vista tecnico Malchiodi ha iniziato con il pennello, abbandonato una volta che ne ha acquisito perfettamente l’uso per la spatola, strumento che gli permette di dare spessore materico ai suoi lavori. L’olio non è stemperato ma utilizzato in purezza sulla tela con vivaci spatolate che imprimono sulla tavola tratteggi e puntinature di colore. Gli impasti sono stesi in modo compatto, consistente e denso; hanno un peso, un volume e una matericità possente. Le tonalità appaiono intense, brillanti e luminose. L’inclinazione della spatola gli permette di raggiungere sfumature non ottenibili con il pennello. Un altro tema significativo del percorso artistico del pittore sono i personaggi comuni. Soggetti che sono immortalati scomposti nella loro “ordinaria quotidianità”. Sono raffigurati senza abbellimenti e senza posa con le loro imperfezioni e emozioni. Malchiodi sembra guardare queste figure con discrezione, quasi spiandole a distanza da un buco della serratura. Analizza i loro sentimenti mettendone in luce la semplicità, la leggerezza e, a volte, la bellezza o la goffaggine. "Ogni spaccato di vita comune per Malchiodi è degno di essere dipinto, anche nell’apparente banalità – sottolinea Rossini - In queste opere il disegno dei corpi si deforma e fatica a evidenziarsi sotto il peso di un groviglio di impasti cromatici, a tratti di stampo quasi fauve. Il colore, infatti, irrompe prepotente e violento sulla tela e scivola velocemente sui volti, espandendosi nell’atmosfera". Malchiodi terrà laboratori con le scolaresche in mostra, occasioni in cui i ragazzi saranno invitati a realizzare una loro rivisitazione dei quadri visionati come stimolo a liberare le proprie emozioni attraverso il disegno e riconoscere la propria soggettività come un valore aggiunto che la pratica pittorica sia la via per trasformare il senso di inadeguatezza in fiducia in sé e che costituisca uno strumento fondamentale di crescita e consapevolezza. La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile sino al 12 marzo con i seguenti orari di apertura al pubblico: giovedì e venerdì 17 – 19; sabato e domenica 10 – 12.30 e 15 – 20. Le visite delle scolaresche si tengono dal lunedì al venerdì su appuntamento chiamando il 333/3876927.