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Sociale

Delpini ricorda Papa Benedetto XVI

"Siamo raccolti in preghiera per il suffragio e la riconoscenza verso Benedetto XVI e chiediamo la grazia che il suo magistero, la tua testimonianza continui a ispirare il cammino della Chiesa"

"Siamo raccolti in preghiera per il suffragio e la riconoscenza verso Benedetto XVI e chiediamo la grazia che il suo magistero, la tua testimonianza continui a ispirare il cammino della Chiesa, che sia unita libera e lieta sotto la guida di Papa Francesco": con queste parole l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, ha da poco concluso l’omelia durante la Messa celebrata in ricordo di Benedetto XVI nella Basilica di Sant’Ambrogio.

Nel Papa emerito, deceduto lo scorso 31 dicembre, mons. Delpini ha riconosciuto “un interlocutore all’altezza dei più acuti pensatori e paziente, modesto cercatore della parola semplice, per dire della verità luminosa oltre ogni luce visibile».

Con riferimento ai temi dibattuti nelle scorse settimane anche in relazione alla figura di Ratzinger, di cui Milano ricorda con affetto la visita dall’1 al 3 giugno 2012 in occasione dell’Incontro mondiale delle Famiglie, l’Arcivescovo si è chiesto: «Che cosa succede del servizio alla Chiesa, alla Chiesa tedesca, alla Chiesa romana, alla Chiesa cattolica, quando si interrompono le responsabilità, quando giungono soltanto le notizie e le chiacchiere, le critiche e le nostalgie?». La sua risposta: «La fede non fissa lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili (…) e l’umile servo che si è estenuato nella dedizione alla vigna del Signore si consegna all’intercessione e nella preghiera contempla l’invisibile, la Chiesa dei piccoli che amano e pregano e si rallegrano del dono di essere figli di Dio».

"Nei pochi incontri possibili, nei brevi dialoghi concessi, nella conversazione condotta quasi sottovoce - ha continuato mons. Delpini con riferimento al periodo successivo alle dimissioni di Benedetto XVI - egli percorre la vita lenta e lieta dell’amicizia: l’umanità si libera dal grigiore dell’anonimato e si rivela non la folla innumerevole, ma la bellezza di ogni persona, con la sua storia e la sua pena e agli occhi della fede appare il Padre che si china su ciascuno".

"La nostra preghiera stabilisce in questa celebrazione una particolare intimità spirituale con Benedetto XVI – ha sottolineato l’Arcivescovo - e vorrebbe essere un modo per lasciarsi condurre dal suo invecchiare e morire a contemplare con lui le cose invisibili allo sguardo superficiale".

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